Nuovo rene artificiale

Buongiorno sono la mamma di Carlotta una ragazza di 18 anni. A 12 anni le è stata diagnosticata una glomerulosclerosi focale segmentaria, dopo un anno ha iniziato emodialisi e nel 2008 ha fatto il trapianto. Purtroppo pochi mesi dopo ha avuto un linfoma da EBV e dopo la chemioterapia i suoi valori non si sono più normalizzati fino all'espianto del rene nel 2010 per una sepsi. Ad oggi Carlotta non è ancora stata riammessa in lista trapianto per il timore da parte dei medici che si possa riattivare l'EBV. La mia domanda (sinceramente la mia speranza più grande): la notizia dell'ideazione di un rene artificiale impiantabile (prof.Shuvo Roy della UCSF) può essere fondata? Sinceramente nella situazione in cui si trova mia figlia potrebbe essere il miracolo della scienza che ho aspettato da anni. Da quanto ho capito con questo impianto non sarebbero necessari farmaci anti rigetto, che sono quelli che alla fine sono i più rischiosi in un trapianto e soprattutto nel caso di mia figlia. Qualcuno può darmi qualche notizia in più? Attendo con ansia e ringrazio.
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Dr. Aldo Ortensia Nefrologo 62
Gentile Signora, comprendo la sua ansia e la sua speranza e non vorrei deluderla. Il prof. Roy non ha ancora pubblicato ufficialmente dati tecnici limitandosi ad un annuncio in merito a sperimentazione su ratti. Il suo mini filtro potrebbe svolgere un'azione dialitica sulle molteplici tossine uremiche ma credo che non possa essere attivo sul controllo della volemia o mimare la funzione enzimatica ed endocrina dei reni. In ogni caso ogni dibattito dovrà essere rinviato di qualche anno quando sarà possibile avviare la sperimentazione sull'uomo. La sua affermazione sulla non antigenicità dell'apparecchitura elaborata da Roy è gratuita: in ogni caso sarà un "corpo estraneo" costruito certamente da sostanze inerti ma solo la sperimentazione potratta potrà escludere fenomeni reattivi. Credo che lei dovrebbe accettare con serenità il ritorno in dialisi di sua figlia ed offrirla tutto l'appoggio possibile; nel prossimo futuro, trascorso qualche anno dall'espianto, potrà rientrare in lista attiva di trapianto ed affrontare una vita quasi normale. Non si tormenti con aspettative e speranze eccessive e ricordi che la medicina non fa mai miracoli, semplicemente procede lentamente sulla via della ricerca e della sperimentazione.
Cordialmente.

Dr. Aldo Ortensia