Trapianto renale

Gentili Dottori,
vorrei sapere se, dopo un trapianto renale subìto da un uomo giovane sotto i 40 anni, è normale che l'intubazione endotracheale venga mantenuta oltre due settimane ed eventualmente quali sono i motivi che possono aver indotto ad una intubazione così prolungata. E' possibile che il paziente intubato sia vigile e coscente? Inoltre volevo sapere quanto in media dura la degenza in terapia intensiva, quali sono i passaggi successivi prima che il paziente venga dimesso, quali sono le attività che il soggetto ricevente un trapianto dovrà limitare o annullare, quanto normale potrà tornare la sua vita e qual è la durata media di sopravvivenza post trapianto (nell'ipotesi che tutto sia andato come doveva). Mi auguro possiate far luce su tutte queste domande il prima possibile. Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Filippo Mangione Nefrologo, Medico internista 900 50
Cara Signora,

mi sembra di capire che il caso che lei ci propone sia complicato da problemi non strettamente correlati al trapianto. Per rispondere semplicemente alla sua domanda iniziale, non è normale rimanere intubati per 40 giorni dopo un intervento, indipendentemente dal fatto che si tratti di trapianto renale.
La durata della degenza in terapia intensiva può essere variabile da poche ore a giorni a seconda dell'insorgenza di eventuali problemi.
Prima che il paziente venga dimesso si attende la stabilizzazione della funzione renale, la messa a regime della terapia immunosoppressiva, l'asportazione di drenaggi e cateteri vari. Anche questo richiede tempi variabili e prevede eccezioni. Il trapiantato fortunato può sperare di essere dimesso 10 giorni dopo l'intervento.
La vita del trapiantato renale torna a poco a poco assolutamente normale. Nei primi mesi, laddove la terapia immunosoppressiva è maggiore e quindi maggiore il rischio di infezioni, deve usare alcune accortezze di carattere igienico-sanitario (scarse frequentazioni, evitare luoghi affollati, evitare rapporti intimi per i primi mesi, evitare alcuni cibi). Il trapiantato renale può poi tornare a fare vita normale, a lavorare, a fare sport. Dovrà sempre ricordare di prendere la terapia che il suo medico trapiantologo prescriverà e sottoporsi a controlli regolari che attestino che tutto procede bene.
Parlare di durate medie ha poco senso, perchè a fronte di una media di 12-13 anni ci sono pazienti trapiantati da 30 anni che non hanno problemi e altri che dopo 6 mesi rientrano in dialisi. Il discorso va fatto sul caso specifico.

Se dovesse avere altre curiosità, mi faccia sapere.

Dr. Filippo Mangione
Specialista in Nefrologia
Dirigente Medico - Fondaz. IRCCS Policlinico S. Matteo - Pavia

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Utente
Utente
Gentilissimo Dott. Mangione,
la ringrazio infinitamente per la sua celere risposta già esauriente nonostante le poche informazioni da me fornite. Il paziente in questione non è stato tenuto intubato per 40 gg ma poco più di due settimane. Proprio ieri è stato estubato. In effetti ho omesso di dire che i problemi di insufficienza renale cronica sono stati provocati dall'assunzione sconsiderata di anabolizzanti (sospesi già da due anni), e che il soggetto in questione presenta anche problemi di ipertensione, per cui, mi corregga se sbaglio, suppongo che probabilmente il mantenimento in terapia intensiva con respiratore automatico è stato prolungato oltre il normale per scongiurare ipotetici ed eventuali complicazioni cardiorespiratorie, o forse per l'intervento di queste durante l'operazione. Da quasi profana mi sono anche permessa di ipotizzare che, essendo stata la causa a monte, un problema collegato all'assunzione di anabolizzanti, con la sospensione totale di questi ultimi già da due anni prima del trapianto, credo che il problema di insufficienza renale non dovrebbe ripresentarsi a meno che non subentrino altri problemi legati al rigetto o di altra natura. Se ho detto sciocchezze la prego di correggermi. Sono molto in ansia per questa persona a me molto cara e vorrei capire cosa aspettarmi. La ringrazio di cuore.
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Dr. Filippo Mangione Nefrologo, Medico internista 900 50
Cara Signora,
mi scuso per il malinteso sulla durata dell'intubazione, ma la sostanza non cambia. Ritengo che tale procedura si sia resa necessaria per complicanze insorte nel momento dell'intervento, indipendenti dal trapianto in sè. Come ben dice lei, "il mantenimento in terapia intensiva con respiratore automatico è stato prolungato oltre il normale per scongiurare ipotetici ed eventuali complicazioni cardiorespiratorie, o forse per l'intervento di queste durante l'operazione", che noi da qui non possiamo certamente conoscere.

Non posso esprimere giudizi sulla causa dell'insufficienza renale terminale del suo caro non conoscendo il caso nè sull'ipotetico rischio di recidiva.
Sicuramente, tra le altre cose, dovrà essere ben curata l'eventuale ipertensione post-trapianto.

Un saluto, e sentiti auguri
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Utente
Utente
La ringrazio nuovamente Dottore del suo aiuto e della sua disponibilità. Sono fiduciosa nella risoluzione globale del problema perchè altrimenti non posso pensare. Grazie infinite.
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Dr. Filippo Mangione Nefrologo, Medico internista 900 50
Il fatto che ora il suo caro non dipenda più dal ventilatore meccanico fa supporre che il problema che ne aveva determinato la necessità si stia risolvendo.

Rimanga quindi fiduciosa, in bocca al lupo
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