Ictus cerebrale emorragico
Buonasera
Mio padre, 72 anni, ha avuto il 23 ottobre un ictus con emorragia cerebrale, mentre stava tranquillamente a casa.
E’ stato un giorno in rianimazione ( ma era comunque vigile ed il ricovero è stato solo precauzionale), e dopo sette giorni di ospedale è stato dimesso.
Non ha mai perso i movimenti ed ha perso la parola solo il primo giorno.
In ospedale gli hanno riscontrato una cardiopatia intensiva ed hanno attribuito l’evento ad un picco pressorio (mio padre non si controllava mai la pressione).
Ora sta benino ( è lucido anche se in alcuni momenti si confonde), ha iniziato ad uscire di casa (accompagnato) ed ha iniziato un ciclo di 1 mese di logopedia e fisioterapia.
Comunque parla bene ed ha anche tutti i movimenti.
In casa è autonomo (trova solo un po’ di difficoltà nello svestirsi).
Come farmaci sta assumendo biopress la mattina ed il gardenale 100 la sera.
Alcune gocce di nipomidina (mi sembra) che erano state prescritte dal neurologo, ha deciso di non prenderle, sentito anche il medico del’ ospedale, perché sembrerebbero poter confliggere con il fenobarbitale.
Poiché nei giorni scorsi era più confuso, si era ipotizzato di prendere il gardenale 50, ma ha fatto l’esame della barbitulemia che ha dato valori del tutto normali (23,4) e sta continuando ad assumere il gardenale 100-
Come fare per evitare il ripetersi dell’ evento ?
E’ sufficiente il gardenale e quando eventualmente potrà sostituire quello da 100 con quello da 50?
A livello alimentare sta mantenendo una dieta equilibrata, ma non rinuncia ad un bicchiere di vino anche se solo a pranzo.
Ci hanno detto che per assorbire l’emorragia occorreranno 3-4 mesi e sembra che possa tornare anche a guidare; è possibile ?
Ringrazio vivamente per qualsiasi consiglio e/o indicazione
Mio padre, 72 anni, ha avuto il 23 ottobre un ictus con emorragia cerebrale, mentre stava tranquillamente a casa.
E’ stato un giorno in rianimazione ( ma era comunque vigile ed il ricovero è stato solo precauzionale), e dopo sette giorni di ospedale è stato dimesso.
Non ha mai perso i movimenti ed ha perso la parola solo il primo giorno.
In ospedale gli hanno riscontrato una cardiopatia intensiva ed hanno attribuito l’evento ad un picco pressorio (mio padre non si controllava mai la pressione).
Ora sta benino ( è lucido anche se in alcuni momenti si confonde), ha iniziato ad uscire di casa (accompagnato) ed ha iniziato un ciclo di 1 mese di logopedia e fisioterapia.
Comunque parla bene ed ha anche tutti i movimenti.
In casa è autonomo (trova solo un po’ di difficoltà nello svestirsi).
Come farmaci sta assumendo biopress la mattina ed il gardenale 100 la sera.
Alcune gocce di nipomidina (mi sembra) che erano state prescritte dal neurologo, ha deciso di non prenderle, sentito anche il medico del’ ospedale, perché sembrerebbero poter confliggere con il fenobarbitale.
Poiché nei giorni scorsi era più confuso, si era ipotizzato di prendere il gardenale 50, ma ha fatto l’esame della barbitulemia che ha dato valori del tutto normali (23,4) e sta continuando ad assumere il gardenale 100-
Come fare per evitare il ripetersi dell’ evento ?
E’ sufficiente il gardenale e quando eventualmente potrà sostituire quello da 100 con quello da 50?
A livello alimentare sta mantenendo una dieta equilibrata, ma non rinuncia ad un bicchiere di vino anche se solo a pranzo.
Ci hanno detto che per assorbire l’emorragia occorreranno 3-4 mesi e sembra che possa tornare anche a guidare; è possibile ?
Ringrazio vivamente per qualsiasi consiglio e/o indicazione
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Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio
L'ictus emorragico e' come quando un vecchio tubo dell'acqua per bagnare il giardino si taglia e perde. Come si fa a non farlo perdere? non potendo sostituire i vasi nel cervello, l'unica e' tenere bassa la pressione.
L'invecchiamento dei vasi dipende da un meccanismo (aterosclerosi) in cui dapprima c'e' accumulo di colesterolo sotto la superficie interna del vaso, poi si infiamma e poi fa una cicatrice dura e fragile.
Quando e' infiammato puo' formarsi un trombo (ictus ischemico, terapia: anticoagulanti), se scampa il trombo, una volta diventato fibroso rischia il taglio (istus emorragico, terapia: antiipertensivi). Le due forme possono anche coesistere, generando problemi di bilanciamento terapeutico, per cui negli ospedali maggiori si sono creati dei reparti dedicati, detti stroke unit.
Dalla descrizione sembra una cosa leggera (le forme emorragiche tendono a essere piu' gravi di quelle ischemiche), in un iperteso trascurato la prevenzione secondaria delle recidive sta nel controllo maniacale della pressione da parte del soggetto e della famiglia. pressione troppo alta = emorragia, pressione troppo bassa = ischemia.
Il gardenale e' precauzionale e la valutazione sul dosaggio la fa il prescrittore (neurologo), per il resto sara' impegnativo compito del medico di famiglia valutare e seguire nel tempo lo stato metabolico, il controllo pressorio e le eventuali sequele cognitive del soggetto, che il collega certifichera' nel documento anamnestico preliminare al rinnovo della patente.
L'invecchiamento dei vasi dipende da un meccanismo (aterosclerosi) in cui dapprima c'e' accumulo di colesterolo sotto la superficie interna del vaso, poi si infiamma e poi fa una cicatrice dura e fragile.
Quando e' infiammato puo' formarsi un trombo (ictus ischemico, terapia: anticoagulanti), se scampa il trombo, una volta diventato fibroso rischia il taglio (istus emorragico, terapia: antiipertensivi). Le due forme possono anche coesistere, generando problemi di bilanciamento terapeutico, per cui negli ospedali maggiori si sono creati dei reparti dedicati, detti stroke unit.
Dalla descrizione sembra una cosa leggera (le forme emorragiche tendono a essere piu' gravi di quelle ischemiche), in un iperteso trascurato la prevenzione secondaria delle recidive sta nel controllo maniacale della pressione da parte del soggetto e della famiglia. pressione troppo alta = emorragia, pressione troppo bassa = ischemia.
Il gardenale e' precauzionale e la valutazione sul dosaggio la fa il prescrittore (neurologo), per il resto sara' impegnativo compito del medico di famiglia valutare e seguire nel tempo lo stato metabolico, il controllo pressorio e le eventuali sequele cognitive del soggetto, che il collega certifichera' nel documento anamnestico preliminare al rinnovo della patente.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 10.7k visite dal 26/11/2006.
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