La medicina non convenzionale potrà aiutarmi?

L'area di Medicina non Convenzionale è riservata ai soli perfezionati in tali discipline, quindi non sarà possibile ricevere risposte da altri specialisti. Teoria e pratica delle discipline di Medicina non Convenzionale ad oggi non sono ancora sostenute da sufficiente sperimentazione scientifica e sono disciplinate dal codice di deontologia medica (art. 15)

Vorrei rivolgermi agli specialisti della medicina non convenzionale perché forse loro sono in grado di dare una risposta al mio problema.
Ho un problema infatti che vorrei risolvere una volta per tutte: quello del sovrappeso. Peso quasi 110 kg, ed ho una paura matta di poter sviluppare un giorno il diabete, visto che nella mia famiglia, nel corso degli ultimi anni, è già stato diagnosticato a mio nonno, mia nonna, ed anche a mio padre.
Tengo a precisare però che nonostante tutto mi sento abbastanza bene, pratico sport a buon livello, scendo tutti i giorni da casa per recarmi al luogo di lavoro a piedi, e vi ritorno pure, percorrendo in totale quasi 4 km.
Eppure ho consultato diversi medici, in primis quello di famiglia, e poi alcuni dietologi da cui mi sono recato per farmi prescrivere diete personalizzate ( a carissimo prezzo) e non sono mai riuscito a concludere niente, perso qualche chilo mi è bastato mangiare un piatto di pasta poco più grande del solito per tornare al peso di prima.
Svolgo sempre una regolare attività fisica eppure sembra che nulla basti per poter mantenere il peso forma.
Ecco perchè ripongo le mie speranze nella medicina non convenzionale, spero che almeno lei possa dare una risposta al mio problema.
Eventualmente, se vi fossero dei medici che leggono questo messaggio e volessero avere qualche informazione ulteriore, sono disposto tranquillamente a dargliela.
Grazie mille per tutti coloro che potranno aiutarmi nella risoluzione definitiva del mio problema.
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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Egregio, sicuramente si,
è la posizione dei carboidrati, quando vengono assunti, la permanenza di infiammazioni croniche attive persistenti che alterano la produzione di cortisone endogeno, patologico, verificare quando questo viene prodotto, lei ha calcoli renali, per qualche motivo si sono formati e solitamente il centro è sempre una raccolta batterica; potrebbe essere la presenza di ureaplasma urealitica, che ha la possibilità effettiva di condurre alla calcolosi renale. Importanza ha l’indice glicemico dei cibi, che insieme alla composizione corporea, massa magra, grassa, stato della infiammazione, funzionamento dell’asse PNEI immunoneuroendocrino, HPA, Hypothalamic Pituitary Adrenal axis nelle sue funzioni, delle cellule, liquidi totali, intra- extracellulari, è possibile effettuare la elaborazione diagnostica nutrizionale. Con questa è possibile stabilire gli orari e l’assunzione dei cibi, soprattutto dei carboidrati, che sono la benzina per il funzionamento dell’attività dell’organismo. Lei ha questa tendenza, all’ errato utilizzo dei carboidrati, che conduce successivamente alla sindrome metabolica, iperinsulinemia, insulino-resistenza, obesità, diabete di tipo due, ipertensione arteriosa, alterazioni artriosclerotiche. Ogni posizione in questa sindrome devo valutarla, poiché le prime due conducono sicuramente alle fasi successive, pertanto, valutarle e effettuare la terapia immediata sicuramente, conduce alla prevenzione del diabete, come lei chiede.
Ogni volta che viene assunto un carboidrato, questo determina un rialzo della glicemia, conseguentemente, viene secreta l’insulina, che permette l’ingresso del glucosio nella cellula, la quale lo utilizza, quello in eccesso lo deposita in tessuto adiposo, che ha anche lui meccanismi di autocontrollo; l’assunzione eccessiva di carboidrati, o nei momenti errati, provoca il rialzo eccessivo della glicemia, con conseguente produzione eccessiva di insulina, che fa entrare una quantità anomala di glucosio all’interno della cellula, ma questa è eccessiva e potrebbe essere nociva per la cellula stessa, così lei chiude all’insulina, provocando insulino-resistenza, così l’organismo, per poter abbassare la glicemia, deve produrre una quantità eccessiva di insulina, è come parlare con una persona che ha un deficit uditivo, la soluzione è alzare la voce, insulina, iperinsulinemia, ma questo ormone è anabolizzante e crea fame; così si stabilisce un circolo chiuso, che lentamente porta all’obesità, diabete,…..; questo devo fermarlo, agendo sulla assunzione dei carboidrati e scegliere quelli che producono una minore quantità di glucosio, indice glicemico.

Così L’utilizzo della composizione corporea e della tomografia elettrolitica extracellulare, che calcola la distribuzione degli elettroliti nell’organismo, conduce alla determinazione di quei parametri necessari a stabilire correttamente la assunzione dei carboidrati.
Saper esattamente quanta massa maga, grassa, distribuzione dei liquidi, stato delle membrane cellulari, metabolismo basale, distribuzione degli elettroliti, è certamente fondamentale e di grande aiuto per spiegare i sintomi presentati dalla persona in esame, senza di questi non si possono avere indicazioni giuste per iniziare un esame degli errori nutrizionali effettuati.
L’indice glicemico è ormai accettato da tutta la comunità scientifica, come la Elaborazione Diagnostica Nutrizionale e il Risultato Metabolico Finale. Trascurare tutto questo significa condurre la persona verso l’obesità e la depressione.
Il ragionamento di medicina convenzionale, se ben indirizzato, conduce esattamente alla spiegazione dei sintomi che sono stati descritti.


La letteratura internazionale considera il tessuto adiposo, come un organo endocrino, che produce 25 sostanze ad effetto endocrino, fra cui la leptina, adiponectina, resistina, Malonyl-CoA, angiotensina e TNF, che sono alla base della sindrome metabolica, della regolazione dell’assunzione del cibo e del tono dell’umore, con la loro influenza sui nuclei della base.
Un loro disequilibrio, è stato chiaramente dimostrato, nella letteratura più moderna, porta all’obesità e alle alterazioni dell’assunzioni del cibo e del tono dell’umore e delle alterazioni comportamentali.
Dalla lettura attenta della letteratura internazionale, si ottiene un comportamento diagnostico e terapeutico, rivolto alla risoluzione delle problematiche presentate dalla persona in esame.
Pertanto, come vede, usando gli strumenti idonei, forniti dalla medicina, si può facilmente spiegare e trattare con terapie idonee, i sintomi della iniziale sindrome metabolica:
iperinsulinemia, insulino-resistenza, obesità, diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa, alterazioni arteriosclerotiche,.....di cui lei inizialmente ha le prime due, ma con un ragionamento preventivo, va immediatamente bloccata la iperinsulinemia e insulino-resistenza, da cui prende inizio la sindrome.
Quello che va ridotto è la iperinsulinemia, insulino-resisteza, con un controllo maggiore sulla assunzione dei carboidrati. Il tessuto adiposo non va considerato come un semplice tessuto di deposito, ma come organo endocrino, che produce ormoni, Leptina, (serve come inibitore dell’appetito), resistina, (crea insulino-resistenza), adiponectina (difende i vasi dall’insulto degli acidi grassi, come il colesterolo, il danno viene provocato non dal colesterolo, ma dalla mancanza di adiponectina). Vanno cercate pertanto le possibili infiammazioni, che scompensano il tessuto adiposo, alterando la produzione ormonale; pertanto il trattamento del tessuto adiposo è molto importante, va modulato, si deve fare una diagnosi esatta perchè è aumentato, con gli strumenti giusti, che vanno dall'analisi corporea, la tomografia elettrolitica extracellulare, la elaborazione diagnostica nutrizionale, il risultato metabolico finale, i test di medicina quantica, per poter individuare gli errori nutrizionali, le infiammazioni, le alterazioni degli ormoni prodotti, soprattutto della resistina, adiponectina, leptina.
Tutto questo ha una grande importanza perché rientra nel rispetto della fisiologia e della fisiopatologia della persona.
Il tessuto adiposo non è più considerato, in ricerca scientifica, come un tessuto di deposito, dove posso mettere e levare quando voglio, ma è un tessuto ormonale molto attivo, produce ben 25 sostanze proteiche ad attività endocrina, fra cui anche l’angiotensina, che interviene nell’aumento della pressione arteriosa, leptina, interviene nello stop dell’assunzione del cibo; adiponectina, protegge i vasi all’insulto degli acidi grassi, resistina crea/inibisce la insulino-resistenza. Inoltre la ricerca scientifica non ritiene più valido il conteggio delle calorie, ma l’indice glicemico dei cibi, quanta glicemia provoca quel cibo, successivamente, quanta insulina viene prodotta. Un’ altro parametro importante, sono quelli organuli cellulari che si chiamano mitocondri, dove avvengono i più importanti meccanismi metabolici, meglio funzionano, più la regolazione dell’assunzione del cibo è consona alla persona, quindi riescono a mantenere la composizione corporea in buon equilibrio. Come vede, il concetto di “peso” e “caloria”, sono stati completamente ridimensionati. Quando sale su una bilancia, questa non indica la reale composizione corporea, massa magra, muscolare; massa grassa, grasso; liquidi intra ed extracellulari, stato delle cellule, come funzionano; metabolismo basale. Quindi perdo peso o acquisto peso, vano completamente ridimensionati con acquisto/perdo massa magra, perdo/acquisto massa grassa; i liquidi passano dai tessuti extracellulari nelle cellule, riducendo la ritenzione, infiammazione, le cellule funzionano meglio.
Anche l’asse HPA, Hypothalamic Pituitary Adrenal axis nelle sue funzioni, la PNEI, psiconeuroendocrinoimmunologia, ha la sua importanza, che può quindi condurre alla sindrome depressiva. Tutte le ghiandole endocrine vanno valutate contemporaneamente, e il tessuto adiposo è uno di queste, interagendo con tutto l’organismo.
Tutto questo ha una notevole applicazione pratica, perchè indica effettivamente gli interventi che devono essere applicati a quella persona, ma solo quella persona, non a tutte le altre. Individuare la regolare produzione degli ormoni prodotti dal tessuto adiposo è fondamentale, inibire la fame è la cosa più sciocca che possa esistere, praticamente impossibile, esistono 30 meccanismi che la creano.
In tutto questo lavoro la medicina biologica mi offre grandi soluzioni, non solo nella diagnosi, ma anche nella terapia. Perché mi indica esattamente dove son avvenuti gli errori che hanno condotto quella persona a presentare un aumento della massa grassa a discapito della massa magra. Inoltre va eseguita una elaborazione diagnostica nutrizionale e risultato metabolico finale, che indicano esattamente l’aspetto nutrizionale della persona esaminata.
I ragionamenti cambiano completamente, sempre con il concetto che bisogna trovare le cause che hanno prodotto quel problema, qualsiasi esso sia.
La risposta al suo quesito va ricercata nella fisiologia e nella patofisiologia, come ben descritto nei testi di medicina e in letteratura internazionale.
Successivamente bisogna avere a disposizione esami strumentali che forniscano un reale stato delle condizioni dell’organismo e siano capaci di effettuare una elaborazione diagnostica nutrizionale. Questa permette di valutare oggettivamente l'effettiva risposta glicemica provocata dagli alimenti ed il risultato metabolico finale compresa la totale secrezione di insulina nel soggetto analizzato.
In pratica il sistema permette di valutare il comportamento del metabolismo glucidico a seconda dello stato di salute o di malattia, questo può avvenire in maniera esagerata e tale da abbassare i valori glicemici fino a procurare una ipoglicemia reattiva con il conseguente calo di energia.
Il carico glicemico (CG) e l'andamento nelle 24 ore del risultato metabolico finale (RMF) sono influenzati soprattutto, oltre che dalla sequenza dei cibi ingeriti, dalla presenza di processi infiammatori cronici, da alterazioni neuroimmunoendocrine, dal livello del metabolismo basale e dalla presenza dei MUS. (Medical Unexplaining Symptoms).
Il carico glicemico (CG) rappresenta l'effettiva risposta indotta dal carico routinario dei cibi. Valori del CG superiori a 50 favoriscono una forte secrezione di insulina che a sua volta tende a riportare la glicemia a valori normali. Questo può avvenire in maniera esagerata e tale da abbassare i valori glicemici fino a procurare una ipoglicemia reattiva con diminuzione dell'energia e desiderio irrefrenabile di mangiare, soprattutto nelle ore notturne.. Pertanto un eccessivo carico glicemico nelle ore precedenti le ore 23, conduce alle abbuffate notturne e all’autocannibalismo della massa magra, che favorisce la sintesi dei tessuti adiposi; per cui questa diminuisce, spiegando i bassi livelli di questa che si riscontrano nelle persone che non riescono a perdere peso e che non riescono a controllare l’assunzione del cibo.
Il risultato metabolico finale RMF è rappresentato dall'andamento nelle 24 ore dell'effettiva risposta metabolica finale compresa la totale secrezione di insulina.
Un corretto andamento del RMF prevede valori del CG più alti durante le prime ore del mattino, valori di CG sempre più bassi a mano a mano che passano le ore della giornata, fino ad arrivare a valori pressoché nulli entro le ore 24.
Inoltre la presenza di una infiammazione cronica, attiva, persistente crea una alterazione della produzione di cortisone endogeno, che fisiologicamente alto al mattino, gradatamente fa riducendosi fino ad essere nullo nelle ore notturne. Se dopo le ore 18, vengono assunti carboidrati in maniera non adeguata e calcolata, questi creano, in presenza di cortisone endogeno alto, patologico, un aumento del desiderio di assunzione di cibi, soprattutto carboidrati.
A tutto questo si aggiunge una iperinsulinemia e insulinoresistenza, che accentuano il disturbo, per cui lei svuota il frigo in maniera irrefrenabile.
. A questo si aggiungono i Sintomi vaghi ed aspecifici (Medically Unexplained Symptoms, MUS)
quali stanchezza cronica, disturbi del sonno o dell'appetito, irritabilità del colon o stipsi, disturbi del tono o dell'umore, sindromi dolorose aspecifiche ecc., sono invece spesso sottovalutati. Questi sintomi restano in gran parte non spiegati, non vengono cioè ricondotti alla precisa causa, patologia o disturbo. Nella letteratura anglosassone sono identificati con l’acronimo “MUS”, Medically Unexplained Symptoms. L'insorgenza dei MUS nei pazienti della medicina generale va facendosi sempre più frequente, ed in diverse occasioni sono state sottolineate le difficoltà insite nel trattamento di questi sintomi, sia da un punto di vista diagnostico che, conseguentemente, terapeutico. Diviene quindi rilevante sottolineare il rischio che può celarsi dietro ad una diagnosi di natura psicosociale che, determinata dall'oggettiva difficoltà dell'indagine medica, può far sì che vengano trascurate delle patologie nascoste.
La maggior parte delle pubblicazioni sull'argomento descrive una situazione la cui complessità ha inizio già dal colloquio con il paziente, che difficilmente riesce a comunicare in modo preciso i suoi stessi disagi e sintomi. Non sembrano particolarmente convincenti i vari strumenti di classificazione tradizionali, basati su interviste ai pazienti, che, proprio a causa dell'assenza di dati concretamente misurabili, difficilmente possono sfuggire alla soggettiva percezione del paziente.
Un significativo passo in avanti, nella valutazione dell'impatto dei MUS, può essere invece compiuto qualora a questo tipo di interviste si affianchino degli strumenti precisi in grado di fornire misurazioni oggettive come la Tomografia Elettrolitica Extracellulare e BIA-ACC – Analisi Clinica della Composizione Corporea e di parametri espressivi dello stato di salute del paziente. Conseguentemente, un ruolo molto importante viene indicato, in letteratura internazionale, nell'asse HPA (HPA, Hypothalamic Pituitary Adrenal axis nelle sue funzioni, e la PNEI, psiconeuroendocrinoimmunologia), e nell'infiammazione cronica Il ritmo circadiano della secrezione del cortisolo rappresenta per il corpo un importante fattore endogeno di sincronismo, e dovrebbe essere armonizzato con il contingente stato di ricettività delle cellule e con le esigenze dell'organismo. In un soggetto sano infatti, la secrezione di CRH (ipotalamo) ed ACTH (ipofisi) sono particolarmente sensibili all'abbassamento notturno del livello di cortisolo, in modo da indurre
all' acrofase (momento di massima concentrazione) del ritmo circadiano del
cortisolo circa mezz'ora dopo il risveglio, promuovendo la risposta e l'adattamento dell'organismo allo stress; l'aumento del livello del cortisolo, recepito dall'ipofisi, provoca a sua volta la progressiva diminuzione della secrezione di ACTH (regolazione retroattiva dell'HPA) e quindi il conseguente abbassamento dell'attività delle ghiandole surrenali e della secrezione del cortisolo.
Un'alterazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi però, ed in particolare un
anomalo appiattimento del livello del cortisolo (quando, cioè, la sua secrezione risulti
persistente nel tempo) legato ad una condizione di stress cronico dell'asse HPA, si correla all'insorgenza di molte forme patologiche, da qui l'esigenza di uno strumento pratico in grado di valutare la capacità di reazione e retroazione dell'asse HPA
Gli studi sulle relazioni tra diverse condizioni patologiche e gli squilibri dell'asse HPA sono numerosi, ed hanno riscontrato evidenti legami tra livelli anomali di glucocorticoidi e patologie molto disparate, quali depressione, ansia ed attacchi di panico, deficienza dell'ippocampo e relativa diminuzione delle capacità mnemoniche, disturbi del sonno, sindrome da affaticamento cronico (CFS), fibromialgie e patologie autoimmuni, colon irritabile, ipertensione, disturbi alimentari ed obesità, forme reumatiche ecc.
L'attivazione persistente dell'asse HPA può a sua volta essere causata dalla
cronicizzazione di processi infiammatori; l'azione antinfiammatoria dei
glucocorticoidi è però in questi casi destinata a declinare rapidamente anche a causa dello squilibrio rispetto alla ricettività delle cellule, mentre resteranno a carico dell'organismo l'aumento del livello dei glucocorticoidi, e l'alterazione dei relativi ritmi circadiani.
Con tutto questo lavoro, è possibile perdere peso in maniera completamente naturale, attento alla conservazione della massa magra, muscolare, che deve essere conservata. I controlli devono essere rivolti a questo, senza tenere conto della bilancia, che non prende in considerazione la composizione corporea.

Saluti Alberto Moschini

moschinialberto@medicitalia.it

alberto.moschini@fastwebnet.it



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Utente
Utente
Egregio dottor Moschini,
innanzitutto mi complimento con lei per la completezza e l'esaustività della risposta che mi ha fornito, mi ha veramente aperto gli occhi!!
A questo punto devo dire che molti tasselli del puzzle cominciano a combaciare: infatti oltre a dei calcoli renali, ho anche un calcolo alla cistifellea piuttosto grosso ( 3,5 mm, scoperto 3 anni fa) e problemi di stanchezza, mancanza di lucidità mentale ( ma solo in alcuni momenti della giornata).
A questo punto le chiedo: cosa è meglio fare?
Che tipo di percorso dovrei intraprendere per attuare un programma di depurazione e riequilibrio secondo i dettami che lei mi ha gentilmente segnalato?
Ci sono degli esami diagnostici da eseguire?
Si possono per il momento cominciare già a prendere degli accorgimenti di varia natura?
La ringrazio veramente tanto, ed in attesa di una sua risposta voglia accogliere i miei migliori saluti
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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali

Egregio, la ringrazio, il sospetto che avevo, di una infezione cronica attiva persistente, che ha poi innescato le sue problematiche, la conferma lei, “e problemi di stanchezza, mancanza di lucidità mentale” questo dimostra che nel suo organismo alberga un agente patogeno che in forma latente, ma attiva, lo sta “disturbando”, non crea una vera e propria patologia, ma lentamente lo conduce a quei piccoli disturbi che le rovinano la vita. E’ lui che ha provocato l’infiammazione del tessuto adiposo, che attivamente risponde e crea una situazione di disequilibrio, disturbando tutto l’asse immunoneuroendocrino e HPA.
Il percorso è quello che le ho indicato, eseguire il ragionamento clinico diagnostico, aiutato da esami approfonditi sullo stato del sistema immunitario e dell’organismo, successivamente, la terapia e gli accorgimenti, saranno inerenti a quanto riscontrato.

Saluti Alberto Moschini

moschinialberto@medicitalia.it

alberto.moschini@fastwebnet.it


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