Un primo ascesso perianale,
L'area di Medicina non Convenzionale è riservata ai soli perfezionati in tali discipline, quindi non sarà possibile ricevere risposte da altri specialisti. Teoria e pratica delle discipline di Medicina non Convenzionale ad oggi non sono ancora sostenute da sufficiente sperimentazione scientifica e sono disciplinate dal codice di deontologia medica (art. 15)
Salve.
Sono un uomo di 45 anni, e circa due anni fa ho avuto un primo ascesso perianale, a circa 2cm dall'ano in direzione coccige.
Esattamente il giorno prima dell'operazione programmata, dopo molti bagni di acqua calda salata, amoxicillina ogni 8 ore e flagyl ogni 6 ore, si apri spontaneamente, seguirono le cure ospedaliere del caso, (piuttosto dolorose) e non si creò fistola.
Successivamente, a distanza di circa un anno, si ricreò un inizio di ascesso e con i suddetti antibiotici riuscii a farlo sparire, cosi per un paio di volte.
Al ripresentarsi del problema, qualche tempo fa, e con dimensioni un po più grandi delle ultime volte, non volendo più prendere antibiotici (onestamente prescritti dallo specialista solo la prima volta) ormai convinto di operarmi come consigliatomi dal mio medico di base, ho casualmente letto alcuni articoli sulla medicina omeopatica e cosi, sempre per non finire sotto i ferri, ho iniziato un trattamento omeopatico con hepar sulfuris 30ch e pyrogenium 5ch 4 granuli ogni 2ore alternati.
In effetti l'ascesso è subito diminuito, e successivamente ho notato che usando solo hepar sulfuris 30 ch 4 granuli ogni 2 ore le dimensioni si sono ancora ridotte.
Attualmente lo sento molto piccolo, ma ancora è lì il malefico.
Vorrei sapere se sto facendo la cosa giusta e soprattutto se c'è speranza di evitare l'operazione.
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra eventuale risposta
Distinti Saluti
S.F.
Sono un uomo di 45 anni, e circa due anni fa ho avuto un primo ascesso perianale, a circa 2cm dall'ano in direzione coccige.
Esattamente il giorno prima dell'operazione programmata, dopo molti bagni di acqua calda salata, amoxicillina ogni 8 ore e flagyl ogni 6 ore, si apri spontaneamente, seguirono le cure ospedaliere del caso, (piuttosto dolorose) e non si creò fistola.
Successivamente, a distanza di circa un anno, si ricreò un inizio di ascesso e con i suddetti antibiotici riuscii a farlo sparire, cosi per un paio di volte.
Al ripresentarsi del problema, qualche tempo fa, e con dimensioni un po più grandi delle ultime volte, non volendo più prendere antibiotici (onestamente prescritti dallo specialista solo la prima volta) ormai convinto di operarmi come consigliatomi dal mio medico di base, ho casualmente letto alcuni articoli sulla medicina omeopatica e cosi, sempre per non finire sotto i ferri, ho iniziato un trattamento omeopatico con hepar sulfuris 30ch e pyrogenium 5ch 4 granuli ogni 2ore alternati.
In effetti l'ascesso è subito diminuito, e successivamente ho notato che usando solo hepar sulfuris 30 ch 4 granuli ogni 2 ore le dimensioni si sono ancora ridotte.
Attualmente lo sento molto piccolo, ma ancora è lì il malefico.
Vorrei sapere se sto facendo la cosa giusta e soprattutto se c'è speranza di evitare l'operazione.
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra eventuale risposta
Distinti Saluti
S.F.
[#1]
Gentile signore,
la medicina omeopatica ha possibilità di risolvere casi analoghi a quello descritto, ma questa possibilità è subordinata ad una approfondita conoscenza della materia.
In omeopatia vi sono terapie sintomatiche adattabili a più cicostanze ed in questi casi il tentativo di autoprescrizione ottiene il risultato sperato in forma transitoria; ma la soluzione di una patologia (ove sia possibile) richiede una scelta strettamente individualizzata dei farmaci appropriati: in poche parole la visita e la prescrizione di un medico esperto in medicina omeopatica.
Cordiali saluti.
la medicina omeopatica ha possibilità di risolvere casi analoghi a quello descritto, ma questa possibilità è subordinata ad una approfondita conoscenza della materia.
In omeopatia vi sono terapie sintomatiche adattabili a più cicostanze ed in questi casi il tentativo di autoprescrizione ottiene il risultato sperato in forma transitoria; ma la soluzione di una patologia (ove sia possibile) richiede una scelta strettamente individualizzata dei farmaci appropriati: in poche parole la visita e la prescrizione di un medico esperto in medicina omeopatica.
Cordiali saluti.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
[#2]
Utente
La ringrazio ancora e, visto che mi ha dato qualche speranza, mi recherò al più presto da uno specialista. Peccato che Lei è troppo lontano. Io risiedo in Umbria. Sarò comunque lieto di comunicarLe gli sviluppi della situazione, ma se non avessi notizie prima di Natale mi permetta di porgerLe fin d'ora i più cordiali Auguri.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.4k visite dal 09/12/2010.
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