Causa legale post intervento correzione petto escavato
Gent.
mi Dottori,
vorrei sottoporre alla vostra attenzione il mio caso, nella speranza che qualcuno possa aiutarmi.
Chiedo anticipatamente scusa qualora il mio tono possa sembrare accusatorio nei confronti della vostra categoria.
La mia "animosità" non è certo dettata da mancanza di stima per la vostra professione, che rispetto profondamente, ma dal senso di frustrazione per quanto ora vi sottoporrò.
Specifico anche che tutto quanto illustrerò può essere dimostrato in maniera documentale.
Nel 2017 mi sono incautamente sottoposto ad un intervento di correzione del petto escavato presso un Ospedale del Nord-Est d'Italia.
La convalescenza e la fase post intervento sono state estremamente traumatiche, e sono state seguite dal professionista che mi ha operato in maniera quantomeno "maldestra".
Nel 2019, a seguito di forti dolori e notevoli difficoltà respiratorie e di altro genere, su consiglio di un medico amico, mi sono rivolto ad altri professionisti presso un ospedale del Nord Italia.
Questi, constatando che l'impianto che mi era stato inserito nel petto durante il primo intervento era letteralmente collassato, hanno provveduto ad un intervento d'urgenza per la rimozione dello stesso.
I medici che mi hanno operato, dopo l'intervento non hanno esitato a definire informalmente il primo intervento "un disastro" (e sto citando letteralmente), pur rifiutandosi di stendere questa dichiarazione nero su bianco.
Da quel momento, persistendo non indifferenti postumi che ritengo essere permanenti, sto cercando, assistito da un avvocato, di far valere le mie ragioni circa il primo intervento (e annessi e connessi) che, a mio parere, non è stato eseguito con criterio.
Questa mia impressione non si basa solo sulla mia opinione (che, riconosco, non essere di alcun valore professionale), ma sul parere di diversi specialisti che ho contattato in questi anni nel vano tentativo di essere assistito con opportune perizie per poter adire le vie legali.
Pur avendo ogni singolo professionista confermato in privato la legittimità della mia istanza, al momento di esporsi in maniera ufficiale ho ricevuto solo educati dinieghi, motivati (spesso in maniera esplicita) con la volontà di "non immischiarsi in spiacevolezze".
Come già detto, la situazione è molto frustrante.
Sto continuando la mia ricerca di uno specialista che, in coscienza, voglia aiutarmi a procedere con qualcosa che ritengo giusto e sacrosanto, ma passando il tempo comincia a farsi strada in me l'idea che questa ricerca non produrrà alcun esito positivo.
Chiedo quindi per favore se vi fosse qualche esperto disponibile a valutare il mio caso e (spero) a supportarlo in scienza e coscienza.
Sono naturalmente in grado di fornire, privatamente, tutto il materiale occorrente ad una completa valutazione di quanto fin qui esposto e a farmi carico di ogni spesa necessaria.
Grazie dell'attenzione.
mi Dottori,
vorrei sottoporre alla vostra attenzione il mio caso, nella speranza che qualcuno possa aiutarmi.
Chiedo anticipatamente scusa qualora il mio tono possa sembrare accusatorio nei confronti della vostra categoria.
La mia "animosità" non è certo dettata da mancanza di stima per la vostra professione, che rispetto profondamente, ma dal senso di frustrazione per quanto ora vi sottoporrò.
Specifico anche che tutto quanto illustrerò può essere dimostrato in maniera documentale.
Nel 2017 mi sono incautamente sottoposto ad un intervento di correzione del petto escavato presso un Ospedale del Nord-Est d'Italia.
La convalescenza e la fase post intervento sono state estremamente traumatiche, e sono state seguite dal professionista che mi ha operato in maniera quantomeno "maldestra".
Nel 2019, a seguito di forti dolori e notevoli difficoltà respiratorie e di altro genere, su consiglio di un medico amico, mi sono rivolto ad altri professionisti presso un ospedale del Nord Italia.
Questi, constatando che l'impianto che mi era stato inserito nel petto durante il primo intervento era letteralmente collassato, hanno provveduto ad un intervento d'urgenza per la rimozione dello stesso.
I medici che mi hanno operato, dopo l'intervento non hanno esitato a definire informalmente il primo intervento "un disastro" (e sto citando letteralmente), pur rifiutandosi di stendere questa dichiarazione nero su bianco.
Da quel momento, persistendo non indifferenti postumi che ritengo essere permanenti, sto cercando, assistito da un avvocato, di far valere le mie ragioni circa il primo intervento (e annessi e connessi) che, a mio parere, non è stato eseguito con criterio.
Questa mia impressione non si basa solo sulla mia opinione (che, riconosco, non essere di alcun valore professionale), ma sul parere di diversi specialisti che ho contattato in questi anni nel vano tentativo di essere assistito con opportune perizie per poter adire le vie legali.
Pur avendo ogni singolo professionista confermato in privato la legittimità della mia istanza, al momento di esporsi in maniera ufficiale ho ricevuto solo educati dinieghi, motivati (spesso in maniera esplicita) con la volontà di "non immischiarsi in spiacevolezze".
Come già detto, la situazione è molto frustrante.
Sto continuando la mia ricerca di uno specialista che, in coscienza, voglia aiutarmi a procedere con qualcosa che ritengo giusto e sacrosanto, ma passando il tempo comincia a farsi strada in me l'idea che questa ricerca non produrrà alcun esito positivo.
Chiedo quindi per favore se vi fosse qualche esperto disponibile a valutare il mio caso e (spero) a supportarlo in scienza e coscienza.
Sono naturalmente in grado di fornire, privatamente, tutto il materiale occorrente ad una completa valutazione di quanto fin qui esposto e a farmi carico di ogni spesa necessaria.
Grazie dell'attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 554 visite dal 12/10/2023.
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