Ascesso polmonare post pulizia dentale
Salve dottori,
Scrivo per il mio compagno, che, in seguito ad un una pulizia dentale (causa importante parodontite) ha rischiato la morte.
Ha iniziato ad accusare problemi respiratori per un ascesso polmonare causato dal fuso batterio (batterio che si trova solo nella placca dentale) dopo le estenuanti sedute di pulizia più laser terapia.
È stato ricoverato col polmone quasi collassato.
Ha subito drenaggio e cicli estenuanti di antibiotici.
Ora è guarito, ma avverte ancora dolori al polmone sicuramente dovuti ai postumi.
Quello che volevo chiedere è: è normale che abbia dovuto affrontare tutto ciò senza che il dentista gli abbia prescritto una cura antibiotica preventiva?
È possibile procedere con l' assicurazione?
Vi ringrazio anticipatamente
Scrivo per il mio compagno, che, in seguito ad un una pulizia dentale (causa importante parodontite) ha rischiato la morte.
Ha iniziato ad accusare problemi respiratori per un ascesso polmonare causato dal fuso batterio (batterio che si trova solo nella placca dentale) dopo le estenuanti sedute di pulizia più laser terapia.
È stato ricoverato col polmone quasi collassato.
Ha subito drenaggio e cicli estenuanti di antibiotici.
Ora è guarito, ma avverte ancora dolori al polmone sicuramente dovuti ai postumi.
Quello che volevo chiedere è: è normale che abbia dovuto affrontare tutto ciò senza che il dentista gli abbia prescritto una cura antibiotica preventiva?
È possibile procedere con l' assicurazione?
Vi ringrazio anticipatamente
[#1]
Spett.le Utente,
per quanto è a mia conoscenza, ed in generale, la pulizia dentale ed altre procedure dentali non richiedono preventivamente di assumere antibiotici, a meno che l'assistito non abbia subito un intervento chirurgico recente con impianto di protesi vascolare o valvola cardiaca.
Un sinistro con intervento dell'Assicurazione professionale presuppone l'accertamento del nesso causale fra evento assicurato e danno subito, il che è abbastanza complesso, in quanto gli antecedenti causali della patologia ascessuale polmonare possono essere molteplici e la manifestazione patologica difficilmente può essere ricondotta all'intervento di detartrasi, potendo aver svolto un ruolo di per sè la preesistente parodontite che, notoriamente, può complicarsi con manifestazioni infettive-infiammatorie a distanza.
Distinti Saluti.
per quanto è a mia conoscenza, ed in generale, la pulizia dentale ed altre procedure dentali non richiedono preventivamente di assumere antibiotici, a meno che l'assistito non abbia subito un intervento chirurgico recente con impianto di protesi vascolare o valvola cardiaca.
Un sinistro con intervento dell'Assicurazione professionale presuppone l'accertamento del nesso causale fra evento assicurato e danno subito, il che è abbastanza complesso, in quanto gli antecedenti causali della patologia ascessuale polmonare possono essere molteplici e la manifestazione patologica difficilmente può essere ricondotta all'intervento di detartrasi, potendo aver svolto un ruolo di per sè la preesistente parodontite che, notoriamente, può complicarsi con manifestazioni infettive-infiammatorie a distanza.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta dottore.
Il fatto è che non è stata una semplice pulizia di quelle che si fanno nell' ordinario. Il dottore stesso affermava che si trattava una tecnica nuova e fungeva da " prova" anche per lui. La pulizia è durata un mese e più perché faceva una zona dentale con fuoriuscita di molto sangue alla volta più laser. Ed il Dottore stesso diceva " per oggi basta che abbiamo rilasciato numerosi batteri". Comunque secondo lei c'era qualcosa di sottostante? E perché hanno trovato proprio il fusobacterium nucleatum che si trova nella placca gengivale nel polmone? Ed il tutto è successo subito dopo questo trattamento? Il mio compagno è un tipo sportivo e allenato.Secondo lei è inutile agire con l' assicurazione? Grazie per la pazienza
Il fatto è che non è stata una semplice pulizia di quelle che si fanno nell' ordinario. Il dottore stesso affermava che si trattava una tecnica nuova e fungeva da " prova" anche per lui. La pulizia è durata un mese e più perché faceva una zona dentale con fuoriuscita di molto sangue alla volta più laser. Ed il Dottore stesso diceva " per oggi basta che abbiamo rilasciato numerosi batteri". Comunque secondo lei c'era qualcosa di sottostante? E perché hanno trovato proprio il fusobacterium nucleatum che si trova nella placca gengivale nel polmone? Ed il tutto è successo subito dopo questo trattamento? Il mio compagno è un tipo sportivo e allenato.Secondo lei è inutile agire con l' assicurazione? Grazie per la pazienza
[#3]
Spett.le Utente,
non sono a conoscenza di procedure di detartrasi per le quali sia raccomandata una profilassi antibiotica al di fuori dei casi che ho citato nella precedente risposta; pertanto nel caso specifico, al di là di ogni circostanza riferita, sarebbe difficile l'ascrivibilità ad una responsabilità professionale.
L’indicazione alla profilassi antibiotica può invece essere considerata, anche per interventi minori, in soggetti pazienti affetti da immunodeficienze congenite e acquisite (AIDS); diatesi emorragica (coagulopatie, emofilie, malattie delle piastrine); inibizione midollare (leucemie, agranulocitosi, pancitopenie); diabete mellito scompensato; insufficienza renale grave; insufficienza epatica grave (cirrosi); splenectomia; anziani defedati e denutriti; neoplasie in terapia radiante o antiblastica; terapia immunosoppressiva o steroidea ad alto dosaggio (trapianti d’organo, malattie autoimmunitarie). Peraltro secondo quanto riferisce, l'interessato godeva di buona salute e non rientrava nelle suddette categorie.
Le infezioni a distanza per batteriemie, come ho pure riportato nelle risposta precedente, sono riscontrabili nelle parodontiti anche indipendentemente da interventi di detartrasi, ed il criterio del "post hoc, ergo propter hoc" non potrebbe quindi a mio parere assumere valore probatorio.
Dal punto di vista assicurativo, sarà molto difficile che la Compagnia possa dare riscontro senza una relazione peritale di un Medico Legale esperto in Odontoiatria forense.
Distinti Saluti.
non sono a conoscenza di procedure di detartrasi per le quali sia raccomandata una profilassi antibiotica al di fuori dei casi che ho citato nella precedente risposta; pertanto nel caso specifico, al di là di ogni circostanza riferita, sarebbe difficile l'ascrivibilità ad una responsabilità professionale.
L’indicazione alla profilassi antibiotica può invece essere considerata, anche per interventi minori, in soggetti pazienti affetti da immunodeficienze congenite e acquisite (AIDS); diatesi emorragica (coagulopatie, emofilie, malattie delle piastrine); inibizione midollare (leucemie, agranulocitosi, pancitopenie); diabete mellito scompensato; insufficienza renale grave; insufficienza epatica grave (cirrosi); splenectomia; anziani defedati e denutriti; neoplasie in terapia radiante o antiblastica; terapia immunosoppressiva o steroidea ad alto dosaggio (trapianti d’organo, malattie autoimmunitarie). Peraltro secondo quanto riferisce, l'interessato godeva di buona salute e non rientrava nelle suddette categorie.
Le infezioni a distanza per batteriemie, come ho pure riportato nelle risposta precedente, sono riscontrabili nelle parodontiti anche indipendentemente da interventi di detartrasi, ed il criterio del "post hoc, ergo propter hoc" non potrebbe quindi a mio parere assumere valore probatorio.
Dal punto di vista assicurativo, sarà molto difficile che la Compagnia possa dare riscontro senza una relazione peritale di un Medico Legale esperto in Odontoiatria forense.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.1k visite dal 27/06/2023.
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