DIRITTO Visione cartella clinica
Buonasera gentili dottori,
Ho mio padre ricoverato da ieri in ospedale, più precisamente al pronto soccorso, perchè ha un forte dolore alla gamba.
L’hanno tenuto in osservazione, gli hanno praticato una terapia di cortisoni e gli hanno eseguito una risonanza magnetica.
Hanno ora deciso il trasferimento nel reparto di Ortopedia.
Il medico è venuto a comunicarci che da li a poco sarebbe venuto un portantino per accompagnarci su in reparto per il ricovero (io e mia madre eravamo vicini a mio padre che si trovava sul lettino del pronto soccorso).
Nel frattempo, l’infermiera ha lasciato sul lettino di mio padre la cartella clinica completa del verbale di pronto soccorso e degli accertamenti radiologici effettuati. Tale cartella l’avrebbe dovuta prendere in consegna il portantino per consegnarla ai medici del reparto di Ortopedia.
Nel frattempo che attendavamo il portantino, AUTORIZZATO DA MIO PADRE, ho preso in mano la cartella e ho cominciato a sfogliarla e a leggergli cosa c’era scritto. Lui non aveva con se gli occhiali, per questo ha chiesto a me di leggerla.
Mentre la leggevo però, la stessa infermiera di prima, appena mi vede mi viene incontro e mi sottrae letteralmente da sotto le mani la cartella, dicendomi che non potevo vederla per questioni di PRIVACY.
A quel punto le ho fatto notare che ero il figlio del paziente, e che lo stavo facendo per espressa volontà di quest’ultimo. Lei allora a quel punto ha detto testuali parole: non è questa la procedura per vederla, se vuoi vederla devi fare una richiesta.
Volevo chiedere allora se da parte sua ci fosse stato un illecito, in quanto documentandomi su internet e anche sullo stesso sito dell’Azienda Sanitaria, ho trovato scritto che il paziente ha diritto in qualsiasi momento alla VISIONE della propria cartella clinica. La richiesta va presentata solamente nel caso in cui il paziente ne volesse una COPIA autentica all’originale.
Io in quel caso stavo solo VISIONANDO.
Volevo chiedervi se anche a voi risultava così.
Ovviamente tutto ciò senza polemica, lo chiedo solo per farmi una cultura personale, in modo da sapere come rispondere la prossima volta.
Vi ringrazio gentili dottori
Ho mio padre ricoverato da ieri in ospedale, più precisamente al pronto soccorso, perchè ha un forte dolore alla gamba.
L’hanno tenuto in osservazione, gli hanno praticato una terapia di cortisoni e gli hanno eseguito una risonanza magnetica.
Hanno ora deciso il trasferimento nel reparto di Ortopedia.
Il medico è venuto a comunicarci che da li a poco sarebbe venuto un portantino per accompagnarci su in reparto per il ricovero (io e mia madre eravamo vicini a mio padre che si trovava sul lettino del pronto soccorso).
Nel frattempo, l’infermiera ha lasciato sul lettino di mio padre la cartella clinica completa del verbale di pronto soccorso e degli accertamenti radiologici effettuati. Tale cartella l’avrebbe dovuta prendere in consegna il portantino per consegnarla ai medici del reparto di Ortopedia.
Nel frattempo che attendavamo il portantino, AUTORIZZATO DA MIO PADRE, ho preso in mano la cartella e ho cominciato a sfogliarla e a leggergli cosa c’era scritto. Lui non aveva con se gli occhiali, per questo ha chiesto a me di leggerla.
Mentre la leggevo però, la stessa infermiera di prima, appena mi vede mi viene incontro e mi sottrae letteralmente da sotto le mani la cartella, dicendomi che non potevo vederla per questioni di PRIVACY.
A quel punto le ho fatto notare che ero il figlio del paziente, e che lo stavo facendo per espressa volontà di quest’ultimo. Lei allora a quel punto ha detto testuali parole: non è questa la procedura per vederla, se vuoi vederla devi fare una richiesta.
Volevo chiedere allora se da parte sua ci fosse stato un illecito, in quanto documentandomi su internet e anche sullo stesso sito dell’Azienda Sanitaria, ho trovato scritto che il paziente ha diritto in qualsiasi momento alla VISIONE della propria cartella clinica. La richiesta va presentata solamente nel caso in cui il paziente ne volesse una COPIA autentica all’originale.
Io in quel caso stavo solo VISIONANDO.
Volevo chiedervi se anche a voi risultava così.
Ovviamente tutto ciò senza polemica, lo chiedo solo per farmi una cultura personale, in modo da sapere come rispondere la prossima volta.
Vi ringrazio gentili dottori
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Spett.le Utente,
quanto Lei riferisce prende origine da un'irregolarità di cui si è resa responsabile l'infermiera del Pronto Soccorso: la cartella clinica, o comunque la base di ricovero, NON deve essere appoggiata su un lettino, ma deve essere consegnata a mano al personale che si occuperà del trasferimento.
Il motivo di ciò, che probabilmente dovrebbe essere nel regolamento interno dell'Ospedale, è quello di evitare che persone non abilitate alla lettura della cartella ed alla interpretazione di termini tecnici, possano travisare il contenuto del documento, con le complicazioni che ne potrebbero derivare.
Ricordo, tanti anni fa, che un ricoverato aveva sbirciato nella diaria leggendo "Globuli Rossi", e si era convinto che gli avessero praticato una trasfusione, mentre invece si trattava di un semplice dosaggio dell'esame emocromocitometrico.
Più importanti sarebbero, ad esempio, le possibili implicazioni in caso di patologie interessanti l'ambito psichiatrico: a nessuno farebbe piacere leggere che si trova in condizioni di incapacità di intendere e di volere, e le reazioni conseguenti potrebbero essere drammatiche.
Esiste peraltro il diritto, per l'assistito, di essere informato delle proprie condizioni cliniche e del significato di un ricovero o di eventuali accertamenti: ma tali informazioni debbono essere fornite all'interessato (in presenza o meno di persone da lui autorizzate) da parte del Medico, oppure se si tratta di informazioni meno complesse, anche dall'Infermiere, nell'ambito delle rispettive attribuzioni.
Mi risulta nuovo il fatto che il ricoverato possa visionare autonomamente la propria cartella durante la degenza, e per quanto mi riguarda, per i motivi che ho prima riportato, sarei decisamente contrario a tale procedura.
Una volta concluso il ricovero, l'assistito ha diritto di ottenere la copia autenticata della propria cartella clinica, leggendo la quale può verificare se quanto gli è stato comunicato durante la degenza corrisponde a quanto è stato registrato nel documento.
Distinti Saluti.
quanto Lei riferisce prende origine da un'irregolarità di cui si è resa responsabile l'infermiera del Pronto Soccorso: la cartella clinica, o comunque la base di ricovero, NON deve essere appoggiata su un lettino, ma deve essere consegnata a mano al personale che si occuperà del trasferimento.
Il motivo di ciò, che probabilmente dovrebbe essere nel regolamento interno dell'Ospedale, è quello di evitare che persone non abilitate alla lettura della cartella ed alla interpretazione di termini tecnici, possano travisare il contenuto del documento, con le complicazioni che ne potrebbero derivare.
Ricordo, tanti anni fa, che un ricoverato aveva sbirciato nella diaria leggendo "Globuli Rossi", e si era convinto che gli avessero praticato una trasfusione, mentre invece si trattava di un semplice dosaggio dell'esame emocromocitometrico.
Più importanti sarebbero, ad esempio, le possibili implicazioni in caso di patologie interessanti l'ambito psichiatrico: a nessuno farebbe piacere leggere che si trova in condizioni di incapacità di intendere e di volere, e le reazioni conseguenti potrebbero essere drammatiche.
Esiste peraltro il diritto, per l'assistito, di essere informato delle proprie condizioni cliniche e del significato di un ricovero o di eventuali accertamenti: ma tali informazioni debbono essere fornite all'interessato (in presenza o meno di persone da lui autorizzate) da parte del Medico, oppure se si tratta di informazioni meno complesse, anche dall'Infermiere, nell'ambito delle rispettive attribuzioni.
Mi risulta nuovo il fatto che il ricoverato possa visionare autonomamente la propria cartella durante la degenza, e per quanto mi riguarda, per i motivi che ho prima riportato, sarei decisamente contrario a tale procedura.
Una volta concluso il ricovero, l'assistito ha diritto di ottenere la copia autenticata della propria cartella clinica, leggendo la quale può verificare se quanto gli è stato comunicato durante la degenza corrisponde a quanto è stato registrato nel documento.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 16/06/2019.
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