Sedazione negata

Gentile Dottore, vorrei chiederle se è legittima la seguente situazione.
Ho 48 anni e da circa 15 anni mi è stata diagnosticata una malattia infiammatoria intestinale che mi obbliga spesso a ripetere delle colonscopie di controllo e sono purtroppo diventata un'esperta.
La colonscopia (esame completo del colon cioè fino al fondo ciecale) è ritenuto un esame invasivo ed è fortemente raccomandato eseguirla in regime di sedazione (LINEE GUIDA SIED) In passato ho fatto un tentativo senza ma dopo pochi centimetri il medico si è dovuto fermare per intolleranza della paziente ...un’esperienza shoccante
La sedazione cosciente ovvero la somministrazione endovena di morfina + benzodiazepina rende l’esame tollerabile e prevede circa una trentina di minuti di recupero e dopo è raccomandato avere un’accompagnatore per il ritorno a casa visto che avendo ricevuto farmaci psicotropi è vietato guidare veicoli per 12 ore Prima dell’esame al paziente viene fatto firmare un consenso informato e sottoposte una serie di domande tra cui se sceglie la sedazione.
Fino a quando ho eseguito i vari controlli endoscopici all’ospedale X tutto è stato ok ma cambiando città e regione, per motivi di lavoro, mi sono ritrovata in scenari sanitari assurdi
L’ospedale Y al momento della prenotazione dell’esame mi fa presente che per motivi organizzativi non è prevista la sedazione (stiamo scherzando?Sarebbe come togliere un dente senza anestesia! E le Linee Guida?)
Mi rivolgo ad altra struttura ospedaliera della stessa città e mi viene dato l’appuntamento con la sedazione.
Dopo avere fatto la preparazione con tanto di purga mi reco nel servizio endoscopico ma quando segnalo che non sono accompagnata e come per l’andata prenderò un taxi per il ritorno, mi è stata negata la sedazione perché per la mia sicurezza e quella degli altri senza accompagnatore non si può eseguire, Per quanto avevo fatto tutta la preparazione, non me la sono sentita di eseguire l’esame e sono andata via molto amareggiata. E’ legittimo tutto questo? si può negare la sedazione per questo motivo benché richiesta dal medico prescrittore? Io purtroppo ero sola (da poco mi trovo in una nuova città) ma mi chiedo e se non hai proprio nessuno ? e se qualcuno per privacy, non volesse farlo sapere in giro e viene da solo? deve patire le pene dell'inferno?.Non può essere curato? E' civile questo? E poi si parla di ospedali senza dolore!Non è legittimo fare firmare nel consenso informato, oltre ai rischi annessi e connessi, anche che il paziente se non accompagnato, si assume la responsabilità ? (come in alcuni servizi seri ) E poi i sanitari come fanno a garantirsi che anche chi ’accompagnato rimanga in compagnia o invece non guidi o faccia tutto ciò che è raccomandato non fare fuori e dentro casa? nell’interesse suo e degli altri?.Io potevo anche mentire e dire che mi aspettava in macchina
Le sono grata se può aiutarmi a capire come poter fare ad eseguire una colonscopia civile
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 234
Spett.le Utente,

va premesso che può presentare le Sue rimostranze alla direzione sanitaria della struttura in questione.
Ciò detto, Le suggerisco di farsi indicare, da parte dei sanitari che l'hanno avuta in cura presso l'ospedale in cui era solitamente seguita, un centro che effettui endoscopie idonee per il Suo caso e con le modalità a Lei confacenti.

Distinti Saluti.

Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]

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Utente
Utente
Certo, ma al di la delle rimostranze, dei suggerimenti e delle ricerche di centri "idonei" in questo specifico caso cosa prevede la legge? Quando il comportamento e la modalità del centro non sono "confacenti" al bisogno della persona, come tutelarsi?
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 234
Spett.le Utente,

la Legge prevede che, in primo luogo, i trattamenti devono essere eseguiti senza arrecare danni agli assistiti e tutelando la loro sicurezza; in secondo luogo, il consenso informato ai trattamenti, ovvero il legittimo rifiuto a sottoporsi ad essi.
Come Le ho già scritto, il miglior modo di evitare situazioni del genere è quello di informarsi preventivamente, su consiglio dei sanitari che l'hanno in cura, su quali possano essere i centri presso i quali potrà effettuare l'esame e sulle procedure che vengono seguite in casi come il Suo.

Distinti Saluti.