Pensione di invalidità

Egregio Dottore, La sottoscritta qui presente chiede una vostra consulenza :
Nel 2014 ho perso il lavoro a causa della mia patologia soffro del disturbo schizoaffettivo ,grave , tipo depressivo ad andamento cronico
La psichiatra del CSM circa tre anni fa mi ha fatto fare domanda per ottenere assegno ordinario di invalidita' (legge 222/84)
Avevo anche un invalidita' del 75 per 100 ,in seguito a un peggioramento della malattia e a tre tentati suicidi la mia specialista mi ha fatto fare domanda di aggravamento, la commissione mi ha dato il 100x100 definitivo di invalidita e totale e permanente inabilita a lavoro (art. 2E12L118/71).
In questi giorni ho ricevuto una proposta di lavoro, la mia paura e' che accettando il lavoro io perda sia la pensione di invalidita' sia l assegno ordinario di invalidita' .
Allora vi chiedo devo rinunciare al lavoro? in attesa di risposta vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 233
Spett.le Utente,

il lavoro è compatibile con l'assegno ordinario di invalidità INPS ex Legge 222/84, art.1 (non con la pensione di inabilità, art.2), ma se comporta rischi per la salute dovrà prima essere visitata dal Medico Competente del datore di lavoro che la assumerà, ed ottenere l'idoneità alla mansione specifica.

Per quanto invece riguarda l'invalidità civile, in casi particolari anche con inabilità al 100% si può svolgere un lavoro, compatibile con le condizioni di salute, ma per fruire del beneficio economico non debbono essere superati i tetti reddituali annualmente stabiliti.
Per tale evenienza, si rivolga ad un Ente di Patronato, che portà darLe nello specifico i suggerimenti necessari.

Distinti Saluti.

Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]

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Dr. Pietro Rinella Medico legale 249 21
il lavoro è compatibile con l'assegno ordinario di invalidità INPS ex Legge 222/84, art.1 (non con la pensione di inabilità, art.2)

Dott. Pietro Rinella