Consulto invalidità civile legge 104
buongiorno vorrei chiedere il congedo biennale retribuito per assistere mia sorella con ivalidità al 100% in situazione di gravità, essendo che nostra madre è ancora in vita e convivente con noi, e tra i requisiti richiesti dall'inps il genitore convivente deve avere una patologia invalidante, ho esibito tutta la documentazione all'asl, con relativa visita di fronte alla commissione medica, ora mi è arrivata la risposta dall'inps nella quale c'è scritto invalido ultrasessantacinquenne con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni ed i compiti propri della sua età (L.509/98)L.124/98) medio-grave percentuale 85% . questa diagnosi rientra nelle patologie invalidanti? avrò il diritto ai due anni retribuiti? grazie buongiorno
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Spett.le Utente,
Per l’individuazione delle “patologie invalidanti”, non essendo riportata altra definizione di legge, ci si riferisce a quelle infermità, a carattere permanente, indicate dall’art. 2, comma 1, lettera d), numeri 1, 2 e 3 del Decreto Interministeriale n. 278 del 21 luglio 2000 (Regolamento recante disposizioni di attuazione dell’articolo 4 della L. 8 marzo 2000, n. 53, concernente congedi per eventi e cause particolari), che individua le ipotesi in cui è possibile accordare il congedo per gravi motivi di cui all’art. 4, comma 2, della legge n. 53 del 2000, vale a dire:
1) patologie acute o croniche che determinano temporanea o permanente riduzione o perdita dell'autonomia personale, ivi incluse le affezioni croniche di natura congenita, reumatica, neoplastica, infettiva, dismetabolica, post-traumatica, neurologica, neuromuscolare, psichiatrica, derivanti da dipendenze, a carattere evolutivo o soggette a riacutizzazioni periodiche;
2) patologie acute o croniche che richiedono assistenza continuativa o frequenti monitoraggi clinici, ematochimici e strumentali;
3) patologie acute o croniche che richiedono la partecipazione attiva del familiare nel trattamento sanitario.
In un'interpretazione estensiva di tale requisito, potrebbe essere considerato affetto da patologia invalidante anche l'invalido ultrasessantacinquenne con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni ed i compiti propri della sua età di grado medio-grave pari all'85%, anche se residua un'autonomia personale.
Tuttavia l'interpretazione corrente dell'INPS potrebbe essere differente.
Per togiere ogni dubbio, Le suggerisco di rivolgersi ad un Ente di Patronato, che potrà assisterLa nella presentazione della necessaria domanda, fornendoLe inoltre informazioni sull'attuale applicazione della norma.
Distinti Saluti.
Per l’individuazione delle “patologie invalidanti”, non essendo riportata altra definizione di legge, ci si riferisce a quelle infermità, a carattere permanente, indicate dall’art. 2, comma 1, lettera d), numeri 1, 2 e 3 del Decreto Interministeriale n. 278 del 21 luglio 2000 (Regolamento recante disposizioni di attuazione dell’articolo 4 della L. 8 marzo 2000, n. 53, concernente congedi per eventi e cause particolari), che individua le ipotesi in cui è possibile accordare il congedo per gravi motivi di cui all’art. 4, comma 2, della legge n. 53 del 2000, vale a dire:
1) patologie acute o croniche che determinano temporanea o permanente riduzione o perdita dell'autonomia personale, ivi incluse le affezioni croniche di natura congenita, reumatica, neoplastica, infettiva, dismetabolica, post-traumatica, neurologica, neuromuscolare, psichiatrica, derivanti da dipendenze, a carattere evolutivo o soggette a riacutizzazioni periodiche;
2) patologie acute o croniche che richiedono assistenza continuativa o frequenti monitoraggi clinici, ematochimici e strumentali;
3) patologie acute o croniche che richiedono la partecipazione attiva del familiare nel trattamento sanitario.
In un'interpretazione estensiva di tale requisito, potrebbe essere considerato affetto da patologia invalidante anche l'invalido ultrasessantacinquenne con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni ed i compiti propri della sua età di grado medio-grave pari all'85%, anche se residua un'autonomia personale.
Tuttavia l'interpretazione corrente dell'INPS potrebbe essere differente.
Per togiere ogni dubbio, Le suggerisco di rivolgersi ad un Ente di Patronato, che potrà assisterLa nella presentazione della necessaria domanda, fornendoLe inoltre informazioni sull'attuale applicazione della norma.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.2k visite dal 30/05/2018.
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