Trauma e rizoartrosi
Gentile Dottore,
ho 53 anni, sono una dipendente pubblica e il 30 gennaio scorso in seguito ad un infortunio sul lavoro (schiacciamento polso da vasistas) viene eseguita un rx mano che referta : "su sfondo di avanzate manifestazioni di rizoartrosi si riconosce irregolarità della base del 1 metacarpo sospetta per frattura" e mi viene posizionata doccia di gesso a scopo antalgico per 20 giorni.
Dopo tale periodo di tempo mi viene rimosso il gesso e fatto un altr rx che dimostra consolidazione della frattura e rizoartrosi avanzata.
Faccio presente che prima del trauma io non ho mai avuto nessun segno o sintomo alla mano e sono sempre stata benissimo e ora a distanza di 40 giorni dall’evento, il I° dito oltre che sempre un pò gonfio alla base, se faccio alcuni movimenti ho dolore e limitazione.
Nel frattempo su indicazione del mio Medico di base ho fatto una visita privata da un’ortopedico specialista della mano che mi ha consigliato di fare un ciclo di fisioterapie e attendere l’evoluzione del quadro clinico e se persistesse molto dolore e/o limitazione funzionale, visto la severità della rizoartrosi, mi dovrò operare !
Ora alla visita Inail il medico mi ha detto che io sono guarita dall’infortunio in quanto la frattura si è consolidata e i miei problemi attuali non sono attribuibili all’infortunio ma alla mia rizoartrosi di base e quindi le fisioterapie non mi spettano (e le sto pagando da me) e dalla prossima visita Inail dopo questo periodo di riposo, chiuderanno il caso e semmai continuerò con una certificazione di malattia.
Oltre me ,l’unica persona sgomenta della situazione è il Fisiatra dell’Istituto Fisioterapico dove faccio le terapie, che mi ha suggerito di non accettare la conclusione dell’Inail ma sentire un medico legale in quanto attualmente ho ancora problemi acuti “scatenati” dal trauma e in futuro ne potrò avere anche di peggio !
Secondo Lei cosa devo fare? Grazie se potrà aiutarmi a capire.
ho 53 anni, sono una dipendente pubblica e il 30 gennaio scorso in seguito ad un infortunio sul lavoro (schiacciamento polso da vasistas) viene eseguita un rx mano che referta : "su sfondo di avanzate manifestazioni di rizoartrosi si riconosce irregolarità della base del 1 metacarpo sospetta per frattura" e mi viene posizionata doccia di gesso a scopo antalgico per 20 giorni.
Dopo tale periodo di tempo mi viene rimosso il gesso e fatto un altr rx che dimostra consolidazione della frattura e rizoartrosi avanzata.
Faccio presente che prima del trauma io non ho mai avuto nessun segno o sintomo alla mano e sono sempre stata benissimo e ora a distanza di 40 giorni dall’evento, il I° dito oltre che sempre un pò gonfio alla base, se faccio alcuni movimenti ho dolore e limitazione.
Nel frattempo su indicazione del mio Medico di base ho fatto una visita privata da un’ortopedico specialista della mano che mi ha consigliato di fare un ciclo di fisioterapie e attendere l’evoluzione del quadro clinico e se persistesse molto dolore e/o limitazione funzionale, visto la severità della rizoartrosi, mi dovrò operare !
Ora alla visita Inail il medico mi ha detto che io sono guarita dall’infortunio in quanto la frattura si è consolidata e i miei problemi attuali non sono attribuibili all’infortunio ma alla mia rizoartrosi di base e quindi le fisioterapie non mi spettano (e le sto pagando da me) e dalla prossima visita Inail dopo questo periodo di riposo, chiuderanno il caso e semmai continuerò con una certificazione di malattia.
Oltre me ,l’unica persona sgomenta della situazione è il Fisiatra dell’Istituto Fisioterapico dove faccio le terapie, che mi ha suggerito di non accettare la conclusione dell’Inail ma sentire un medico legale in quanto attualmente ho ancora problemi acuti “scatenati” dal trauma e in futuro ne potrò avere anche di peggio !
Secondo Lei cosa devo fare? Grazie se potrà aiutarmi a capire.
[#1]
Spett.le Utente,
il Suo quesito è pressoché analogo a quello posto in passato da altro Utente:
https://www.medicitalia.it/consulti/medicina-legale-e-delle-assicurazioni/321384-chiusura-inail-ingiustificata.html
Pertanto pure la risposta è del tutto analoga:
< L'infortunato può presentare ricorso al provvedimento di chiusura della pratica d'infortunio da parte della Sede INAIL competente, recandosi presso un Ente di Patronato con tutta la documentazione medica utile alla valutazione del caso.
La normativa previdenziale di riferimento è l'art. 104 del DPR 1124 30 giugno 1965 (Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali), che di seguito riporto:
<104. L'infortunato, il quale non riconosca fondati i motivi per i quali l'Istituto assicuratore ritiene di non essere obbligato a liquidare indennità o non concordi sulla data di cessazione della indennità per inabilità temporanea o sull'inesistenza di inabilità permanente, o non accetti la liquidazione di una rendita provvisoria o quella comunque fatta dall'Istituto assicuratore, comunica all'Istituto stesso con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o con lettera della quale abbia ritirato ricevuta, entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione fattagli, i motivi per i quali non ritiene giustificabile il provvedimento dell'Istituto, precisando, nel caso in cui si tratti di inabilità permanente, la misura di indennità che ritiene essergli dovuta, e allegando in ogni caso alla domanda un certificato medico dal quale emergano gli elementi giustificativi della domanda.
Non ricevendo risposta nel termine di giorni sessanta dalla data della ricevuta della domanda di cui al precedente comma o qualora la risposta non gli sembri soddisfacente, l'infortunato può convenire in giudizio l'Istituto assicuratore avanti l'autorità giudiziaria. >
Distinti Saluti.
il Suo quesito è pressoché analogo a quello posto in passato da altro Utente:
https://www.medicitalia.it/consulti/medicina-legale-e-delle-assicurazioni/321384-chiusura-inail-ingiustificata.html
Pertanto pure la risposta è del tutto analoga:
< L'infortunato può presentare ricorso al provvedimento di chiusura della pratica d'infortunio da parte della Sede INAIL competente, recandosi presso un Ente di Patronato con tutta la documentazione medica utile alla valutazione del caso.
La normativa previdenziale di riferimento è l'art. 104 del DPR 1124 30 giugno 1965 (Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali), che di seguito riporto:
<104. L'infortunato, il quale non riconosca fondati i motivi per i quali l'Istituto assicuratore ritiene di non essere obbligato a liquidare indennità o non concordi sulla data di cessazione della indennità per inabilità temporanea o sull'inesistenza di inabilità permanente, o non accetti la liquidazione di una rendita provvisoria o quella comunque fatta dall'Istituto assicuratore, comunica all'Istituto stesso con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o con lettera della quale abbia ritirato ricevuta, entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione fattagli, i motivi per i quali non ritiene giustificabile il provvedimento dell'Istituto, precisando, nel caso in cui si tratti di inabilità permanente, la misura di indennità che ritiene essergli dovuta, e allegando in ogni caso alla domanda un certificato medico dal quale emergano gli elementi giustificativi della domanda.
Non ricevendo risposta nel termine di giorni sessanta dalla data della ricevuta della domanda di cui al precedente comma o qualora la risposta non gli sembri soddisfacente, l'infortunato può convenire in giudizio l'Istituto assicuratore avanti l'autorità giudiziaria. >
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 12/03/2018.
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