Info per malattia professionale OSS
Ero un sanitario specializzato e svolgevo aiuto assistenza e quindi anche mobilizzazione dei pazienti, bagni degli stessi, somministrazione vitto, rifacimento dei letti, igiene e quant'altro a disabili perlopiù non autosufficienti. Dal dicembre del 2003 ho iniziato a svolgere mansione di Operatore Socio Sanitario e quindi mi sono occupato di assistenza diretta sempre di pazienti disabili perlopiù non autosufficienti.
I reparti erano mediamente composti da 25/30 unità per singolo OSS con l'aiuto di un ausiliario che svolgeva compiti di pulizia in reparto e di aiuto assistenza. I compiti erano di mobilizzazione dei pazienti, vestizione e viceversa, servire il vitto, rifacimento dei letti, bagni, igiene, aiuto nella deambulazione, etc. Tutto questo in un centro medico di riabilitazione per disabili fino al gennaio del 2012.
Dal 30 giugno 2012 ho iniziato a lavorare in una casa di riposo per anziani, sempre con competenze di OSS, dove lavoro tutt'ora. I compiti sono di mobilizzazione dei pazienti, bagni, assistenza diretta a 360°, posturazione e tutto quello che concerne la figura, poi magari nello specifico le invierò più dettagliatamente i protocolli di lavoro adottati dalle due strutture.
Tutto ciò premesso volevo presentarle il referto di una mia RM di pochi giorni fa, effettuata per una lombo-sciatalgia diciamo insistente che mi ha fatto insospettire e della quale le riporto il referto per chiederle se ci sono gli estremi per la richiesta di malattia professionale:
"Conservato l'allineamento dei muri somatici posteriori. Non alterazioni dell'intensità di segnale a carico dei somi vertebrali indagati. Diffusi fenomeni spondilosici. Moderata ipertrofia degenerativa delle faccette articolari. Piccoli noduli intrasponsgiosi dei piatti vertebrali del tratto dorsale distale e nel tratto lombare fino a L3. Iniziali segni di discopatia nel tratto D11 a L3. Ai livelli D11-D12 e D12-L1 piccole sporgenze discali posteriori. Refficato il profilo discale in L3-L4 tipo bulging. A livello L4-L5 sporgenza discale posteriore più pronunciata in sede laterale con parziale impegno foraminale. Canale vertebrale di ampiezza regolare."
In attesa di una sua risposta approfitto per ringraziarla per l'attenzione e per salutarla con stima e rispetto.
I reparti erano mediamente composti da 25/30 unità per singolo OSS con l'aiuto di un ausiliario che svolgeva compiti di pulizia in reparto e di aiuto assistenza. I compiti erano di mobilizzazione dei pazienti, vestizione e viceversa, servire il vitto, rifacimento dei letti, bagni, igiene, aiuto nella deambulazione, etc. Tutto questo in un centro medico di riabilitazione per disabili fino al gennaio del 2012.
Dal 30 giugno 2012 ho iniziato a lavorare in una casa di riposo per anziani, sempre con competenze di OSS, dove lavoro tutt'ora. I compiti sono di mobilizzazione dei pazienti, bagni, assistenza diretta a 360°, posturazione e tutto quello che concerne la figura, poi magari nello specifico le invierò più dettagliatamente i protocolli di lavoro adottati dalle due strutture.
Tutto ciò premesso volevo presentarle il referto di una mia RM di pochi giorni fa, effettuata per una lombo-sciatalgia diciamo insistente che mi ha fatto insospettire e della quale le riporto il referto per chiederle se ci sono gli estremi per la richiesta di malattia professionale:
"Conservato l'allineamento dei muri somatici posteriori. Non alterazioni dell'intensità di segnale a carico dei somi vertebrali indagati. Diffusi fenomeni spondilosici. Moderata ipertrofia degenerativa delle faccette articolari. Piccoli noduli intrasponsgiosi dei piatti vertebrali del tratto dorsale distale e nel tratto lombare fino a L3. Iniziali segni di discopatia nel tratto D11 a L3. Ai livelli D11-D12 e D12-L1 piccole sporgenze discali posteriori. Refficato il profilo discale in L3-L4 tipo bulging. A livello L4-L5 sporgenza discale posteriore più pronunciata in sede laterale con parziale impegno foraminale. Canale vertebrale di ampiezza regolare."
In attesa di una sua risposta approfitto per ringraziarla per l'attenzione e per salutarla con stima e rispetto.
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Spett.le Utente,
il referto della RM, associato alle manifestazioni cliniche, orienta per una condizione di artrosi del rachide dorso-lombare associata a discopatie, la cui diagnosi potrà essere confermata dallo Specialista che Le ha prescritto l'esame.
La Malattia Professionale in ambito previdenziale INAIL deve tuttavia essere "causata" dal lavoro.
A tale proposito, a mio parere la condizione in atto non può fruire della cosiddetta "presunzione legale di origine", in quanto manca il presupposto della inclusione fra le "Malattie Professionali Tabellate" (Allegato 4 al DPR 1124/65).
Per un eventuale riconoscimento, in tale fattispecie, l'onere della prova è a carico dell'assicurato, che dovrà dimostrare l'origine professionale della malattia, provocata da lavorazioni non previste nelle tabelle, l'esposizione all'agente patogeno che l'ha causata ed il livello di esposizione al rischio.
Per avviare la procedura di riconoscimento da parte dell'INAIL, l'assicurato deve farsi rilasciare il primo certificato medico che attesta la presunta origine professionale della malattia, da trasmettere al datore di lavoro per la successiva denuncia di presunta malattia professionale (che riporta l'esposizione al rischio, il periodo di lavoro presso l'Azienda, la mansione specifica svolta e gli eventuali rischi connessi a questa).
Distinti Saluti.
il referto della RM, associato alle manifestazioni cliniche, orienta per una condizione di artrosi del rachide dorso-lombare associata a discopatie, la cui diagnosi potrà essere confermata dallo Specialista che Le ha prescritto l'esame.
La Malattia Professionale in ambito previdenziale INAIL deve tuttavia essere "causata" dal lavoro.
A tale proposito, a mio parere la condizione in atto non può fruire della cosiddetta "presunzione legale di origine", in quanto manca il presupposto della inclusione fra le "Malattie Professionali Tabellate" (Allegato 4 al DPR 1124/65).
Per un eventuale riconoscimento, in tale fattispecie, l'onere della prova è a carico dell'assicurato, che dovrà dimostrare l'origine professionale della malattia, provocata da lavorazioni non previste nelle tabelle, l'esposizione all'agente patogeno che l'ha causata ed il livello di esposizione al rischio.
Per avviare la procedura di riconoscimento da parte dell'INAIL, l'assicurato deve farsi rilasciare il primo certificato medico che attesta la presunta origine professionale della malattia, da trasmettere al datore di lavoro per la successiva denuncia di presunta malattia professionale (che riporta l'esposizione al rischio, il periodo di lavoro presso l'Azienda, la mansione specifica svolta e gli eventuali rischi connessi a questa).
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.6k visite dal 03/08/2015.
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