Anamnesi e responsabilità del paziente
Salve volevo sapere se l'anamnesi è solo a tutela della salute e della migliore riuscita dell'operazione per IL PAZIENTE o anche a tutela della salute del medico. Io sono sieropositivo tuttavia non ho obbligo giuridico di avvertire un eventuale chirurgo. Se nell'anamnesi dichiaro di essere sieronegativo,rischio qualcosa giuridicamente oppure no in quanto il chirurgo deve trattare tutti come potenzialmente infetti?
[#1]
Spett.le Utente,
nell'evenienza che un operatore sanitario subisca il contagio di una malattia virale da parte di una persona, che era a conoscenza della propria condizione e l'ha taciuta, possono ravvisarsi le seguenti fattispecie:
- in ambito penale: lesioni personali gravissime a mente art. 583 c.p.(nel caso dell'infezione da HIV si configura il caso della "malattia certamente o probabilmente insanabile")
- in ambito civile: danno ingiusto a mente art. 2043 c.c. (qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno).
Distinti Saluti.
nell'evenienza che un operatore sanitario subisca il contagio di una malattia virale da parte di una persona, che era a conoscenza della propria condizione e l'ha taciuta, possono ravvisarsi le seguenti fattispecie:
- in ambito penale: lesioni personali gravissime a mente art. 583 c.p.(nel caso dell'infezione da HIV si configura il caso della "malattia certamente o probabilmente insanabile")
- in ambito civile: danno ingiusto a mente art. 2043 c.c. (qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno).
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta tuttavia non capisco come sia possibile questa cosa ,nonostante non esista alcun obbligo di avvertire il chirurgo in caso di hiv. So con sicurezza che la legge in italia non prevede quest obbligo,anzi viene rispettata la privacy della persona sieropositiva
Non rientra nei doveri del medico adottare tutte le misure atte a prevenire l'infezione? Cioè per protocollo i medici non devono trattare tutti come potenzialmente infetti?
In ambito sessuale ad esempio si deve usare il preservativo ma non si è obbligati a rivelare questa condizione al partner.
Le conseguenze penalistiche e civilistiche da lei scritte non riguardano piuttosto il diverso caso di una persona sieropositiva che ha rapporti sessuali non protetti? Una fattispecie diversa quindi?
Ad esempio in questo link di una famosa associazione per persone sieropositive viene ribadito che non c'è nessun obbligo legale di avvertire medici datori di lavoro ecc
http://npsitalia.net/faq-14-Diagnosi+Hiv%2B+consigli+pratici.html#68
Mi saprebbe spiegare come mai questa discordanza?
Non rientra nei doveri del medico adottare tutte le misure atte a prevenire l'infezione? Cioè per protocollo i medici non devono trattare tutti come potenzialmente infetti?
In ambito sessuale ad esempio si deve usare il preservativo ma non si è obbligati a rivelare questa condizione al partner.
Le conseguenze penalistiche e civilistiche da lei scritte non riguardano piuttosto il diverso caso di una persona sieropositiva che ha rapporti sessuali non protetti? Una fattispecie diversa quindi?
Ad esempio in questo link di una famosa associazione per persone sieropositive viene ribadito che non c'è nessun obbligo legale di avvertire medici datori di lavoro ecc
http://npsitalia.net/faq-14-Diagnosi+Hiv%2B+consigli+pratici.html#68
Mi saprebbe spiegare come mai questa discordanza?
[#3]
Spett.le Utente,
di fatto non esiste alcuna discordanza, in quanto nel caso descritto non è punibile e risarcibile di per sè il non aver rivelato la propria condizione, ma l'aver contribuito, con la propria condotta omissiva, a cagionare una malattia infettiva contagiosa ed un danno ingiusto ad una terza persona che, se avvertita del rischio, avrebbe potuto porre in essere ulteriori specifiche misure di protezione, oltre quelle genericamente attuate.
Distinti Saluti.
di fatto non esiste alcuna discordanza, in quanto nel caso descritto non è punibile e risarcibile di per sè il non aver rivelato la propria condizione, ma l'aver contribuito, con la propria condotta omissiva, a cagionare una malattia infettiva contagiosa ed un danno ingiusto ad una terza persona che, se avvertita del rischio, avrebbe potuto porre in essere ulteriori specifiche misure di protezione, oltre quelle genericamente attuate.
Distinti Saluti.
[#4]
Utente
Scusi dottore però non riesco a capire bene una cosa. Se l'obbligo giuridico non esiste e poi si è astrattamente punibili in caso di infezione del medico,allora l'obbligo concretamente esiste in realtà se non si vuole rischiare di passare (teoricamente sempre) problemi con la giustizia,non trova? Un eventuale giudice come farebbe a stabilire se altre misure di protezione avrebbero evitato l'infezione,se poi comunque il medico è obbligato a prendere misure atte a prevenire infezioni?
D'altronde sto leggendo molto in materia ma in giurisprudenza non riesco proprio a trovare casi di medici che fanno causa per questo motivo.Le cause riguardano solo partner di persone sieropositive che hanno avuto con loro rapporti non protetti senza essere stati avvertiti della loro condizione sierologica
D'altronde un chirurgo che si punge si fida di ciò che dice il paziente? Non si adopera immediatamente per fare un test dell'hiv al paziente e qualora positivo,farsi la profilassi post esposizione che se fatta entro 42 ore esclude all'80% l'infezione?
D'altronde sto leggendo molto in materia ma in giurisprudenza non riesco proprio a trovare casi di medici che fanno causa per questo motivo.Le cause riguardano solo partner di persone sieropositive che hanno avuto con loro rapporti non protetti senza essere stati avvertiti della loro condizione sierologica
D'altronde un chirurgo che si punge si fida di ciò che dice il paziente? Non si adopera immediatamente per fare un test dell'hiv al paziente e qualora positivo,farsi la profilassi post esposizione che se fatta entro 42 ore esclude all'80% l'infezione?
[#5]
Spett.le Utente,
Le ho fatto presente quanto può succedere in caso di contagio dell'operatore sanitario, indipendentemente dall'evenienza o meno di puntura accidentale.
Ove il sanitario venisse a conoscenza della sieropositività taciuta, stia pur certo che adirebbe le vie legali, anche se non esiste a tutt'oggi casistica in merito.
Distinti Saluti.
Le ho fatto presente quanto può succedere in caso di contagio dell'operatore sanitario, indipendentemente dall'evenienza o meno di puntura accidentale.
Ove il sanitario venisse a conoscenza della sieropositività taciuta, stia pur certo che adirebbe le vie legali, anche se non esiste a tutt'oggi casistica in merito.
Distinti Saluti.
[#7]
Spett.le Utente,
Per quanto attiene all'anamnesi fornita ad un medico ospedaliero, o comunque di una struttura pubblica, e quindi riportata nella cartella clinica:
- il medico che forma (in tutto o in parte) la cartella clinica per il diritto è un
pubblico ufficiale
- pertanto, la cartella clinica (Cassazione Penale, Sezioni Unite, 11 luglio 1992, sentenza n. 7958) è un atto pubblico.
Fornire false dichiarazioni ad un pubblico ufficiale può configurare la previsione dell'art. 495 del Codice Penale.
Se invece l'anamnesi è fornita ad un medico privato libero professionista, o ad un medico di casa di cura non convenzionata, la cartella clinica ivi redatta rappresenta esclusivamente un atto privato che riporta l’attività clinica, diagnostica e terapeutica svolta, non rivestendo pertanto carattere di atto pubblico.
In tale caso il mendacio o l'omissione di dati può rilevare se connessa ad altre fattispecie di reato o di illecito.
Distinti Saluti.
Per quanto attiene all'anamnesi fornita ad un medico ospedaliero, o comunque di una struttura pubblica, e quindi riportata nella cartella clinica:
- il medico che forma (in tutto o in parte) la cartella clinica per il diritto è un
pubblico ufficiale
- pertanto, la cartella clinica (Cassazione Penale, Sezioni Unite, 11 luglio 1992, sentenza n. 7958) è un atto pubblico.
Fornire false dichiarazioni ad un pubblico ufficiale può configurare la previsione dell'art. 495 del Codice Penale.
Se invece l'anamnesi è fornita ad un medico privato libero professionista, o ad un medico di casa di cura non convenzionata, la cartella clinica ivi redatta rappresenta esclusivamente un atto privato che riporta l’attività clinica, diagnostica e terapeutica svolta, non rivestendo pertanto carattere di atto pubblico.
In tale caso il mendacio o l'omissione di dati può rilevare se connessa ad altre fattispecie di reato o di illecito.
Distinti Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 7.1k visite dal 30/06/2014.
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