Crisi epilettiche e patente automobilistica

Siamo i parenti più prossimi di X, che assume da diversi anni degli antiepilettici in seguito a un intervento chirurgico per tumore cerebrale. Come spesso avviene, la malattia si era annunciata proprio con una crisi epilettica. Successivamente all'intervento, X ci aveva riferito di aver avuto nel corso del tempo diverse "crisi di assenza" senza perdita di coscienza; è seguito costantemente da specialisti (neurologi) ma, come spesso avviene, tende ad autoridursi le terapie farmacologiche oppure, vivendo da solo, dimentica di assumere i farmaci.

Ultimamente la patologia oncologica si è purtroppo aggravata ed è stata trattata con chemio e radioterapia; inoltre X ha iniziato a soffrire di disturbi dell'umore (per i quali assume degli psicofarmaci) e crisi di amnesia (ne abbiamo viste in diretta un paio, nell'arco di pochi mesi; non sappiamo con quale frequenza si presentino).

X continua regolarmente a guidare l'auto. Siamo molto preoccupati, perché costituisce un pericolo sia per sé che per gli altri. Ha la patente "ordinaria", non avendo probabilmente segnalato al momento del rinnovo né la patologia di cui soffre né i farmaci che prende.

Non siamo parenti abbastanza stretti da poter imporre a X delle scelte o delle decisioni: intende continuare a guidare l'auto perché vive in una zona decentrata e ritiene (a torto) di essere in grado di continuare a farlo. Abbiamo interpellato il centro ospedaliero che lo segue e un medico ci ha detto "che loro non possono fare nulla": cioè, se X vuole continuare a guidare, loro non hanno i mezzi per impedirglielo, pur condividendo il nostro parere riguardo alla pericolosità della situazione.
Da notare che X ha evitato di fare domanda di invalidità civile proprio per evitare di essere "segnalato" e di vedersi togliere la patente, tanto ci tiene a mantenerla.

Vorremmo sapere se è vero che i neurologi ospedalieri "non possono fare nulla" per evitare che X continui a guidare. Ci domandiamo addirittura se siano invece tenuti a segnalare tale situazione.

Ci domandiamo anche cosa possa avvenire in caso di incidente, con danni a terze persone o a cose: l'assicurazione potrà rifiutarsi di pagare? I medici curanti (dal medico di base agli specialisti) potranno essere ritenuti responsabili di un'eventuale mancata segnalazione? In caso di incidente, X potrebbe andare incontro a eventuali problemi legali per aver omesso di dichiarare sia la sua patologia e le sue manifestazioni, che le cure farmacologiche che, soprattutto negli ultimi tempi, paiono interferire molto con le sue capacità di attenzione e di reazione?

Ringrazio in anticipo per le risposte, che ritengo possano avere un interesse generale, in quanto da una ricerca in rete, oltre che su questo sito, non ho trovato risposte chiare ai nostri quesiti.
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 234
Spett.li Utenti,

questo è quanto prescrive la normativa relativamente all'epilessia:
Decreto Legislativo 18 aprile 2011, N° 59.
allegato III (art.23)

lettera D, 7.1:
" ... Vi e' obbligo di segnalazione, ai fini delle limitazioni al rilascio o della revisione di validita' della patente di guida, all'Ufficio della Motorizzazione civile dei soggetti affetti da epilessia da parte di Enti o Amministrazioni che per motivi istituzionali di ordine amministrativo previdenziale, assistenziale o assicurativo abbiano accertato l'esistenza di tale condizione (per esenzione dalla spesa sanitaria, riconoscimento di invalidita' civile, accertamenti dei servizi medico legali, ecc... )."

http://www.comune.bologna.it/iperbole/aice/Decreto_Legislativo_18_april

L'ASL è un Ente che per motivi istituzionali "assistenziali" accerta la condizione di "epilessia", e pertanto rientra nella fattispecie di cui sopra.

L'Associazione Italiana Contro l'Epilessia, inoltre, riporta in merito quanto segue:
"A fronte di crisi che compromettano l’idoneità alla guida, questa va immediatamente interrotta.
AICE ritiene che il medico specialista certificante tale condizione deve comunicare formalmente alla persona certificata, con nota scritta conservandone copia per 10 anni, tale disposizione, informandola del derivante obbligo di notifica e del possibile accesso a misure integrative. La conseguenza della notifica è invito a sottoporsi a nuovo accertamento presso una Commissione Medico Locale per verificare l’idoneità o meno alla guida."

Distinti Saluti.


http://www.comune.bologna.it/iperbole/aice/DLgs18042011_n1%20_59.pdf

Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottor Mascotti
la ringrazio per la sollecita e illuminante risposta.

Avevo preso visione della normativa da Lei citata e mi domandavo appunto perché nelle esemplificazioni citate tra parentesi:
"(per esenzione dalla spesa sanitaria, riconoscimento di invalidita' civile, accertamenti dei servizi medico legali, ecc... )"
NON venissero citati esplicitamente i medici curanti, siano essi specialisti (neurologi, in questo caso) oppure il medico di base stesso, che in casi simili è perfettamente a conoscenza delle patologie di cui soffre il paziente e dei farmaci che assume.

Avevo già avuto l'idea di contattare il medico di base di X e di chiedergli di informarsi su quali siano le sue responsabilità, per sollecitarlo a intervenire. Probabilmente il riferimento a finalistà istituzionali "assistenziali" nella normativa è troppo vago per responsabilizzare il singolo medico.

Tra l'altro, mi pare una problematica non molto rara e trovo molto curioso che i medici di base o gli specialisti non si cautelino, prendendo provvedimenti come quelli proposti da AICE nell'interessante documento da Lei proposto. L'interesse del paziente stesso e della società suggerirebbero infatti, ancor prima della preoccupazione del medico di cautelarsi, l'opportunità di impedire al paziente di guidare quando non è in condizione di farlo. E' noto che il diretto interessato ha difficoltà a valutare correttamente le proprie capacità soprattutto quando, come in questo caso, è in gioco una patologia oncologica e ogni segno di peggioramento è molto difficile da accettare per il paziente.