Danno per ipoacusia neurosensoriale

Gentile dottore, le spiego la mia situazione. In data 9/3/2013 mi sono recata dal mio otorinolaringoiatra lamentando i seguenti sintomi: giramento di testa, ovattamento e sensazione di oppressione all'orecchio destro, sensazione di percepire alcuni suoni fortemente distorti ed alterati nelle alte frequenze ed acufene persistente, anche se non intenso. Dopo una sommaria indagine lo specialista consultato mi ha diagnosticato la presenza di un tappo di cerume e mi ha prescritto l'applicazione di alcune gocce per la rimozione del tappo, avvenuta poi la settimana successiva.
All'atto della rimozione, non avendo io riscontrato alcuna variazione dei sintomi sul momento, gli ho chiesto se fosse sicuro che non ci fossero altri problemi. L'otorino mi ha risposto, senza ombra di dubbio, che tutto sarebbe rientrato da sè. Trascorsi alcuni giorni e non essendo migliorata la situazione, mi sono rivolta ad un altro specialista, che mi ha prescritto di effettuare un'audiometria tonale ed un esame impedenziometrico, dai quali è emersa una ipoacusia neurosensoriale (50 dB) agli 8 KHz. Ho in seguito consultato diversi otorinolaringoiatri, secondo i quali l'ipoacusia, determinata probabilmente da un'aggressione virale, sarebbe potuta rientrare se mi fossero state somministrate cure immediate (cortisone ad alto dosaggio, antivirali, diuretici etc). Mi è stato inoltre fatto notare che la percezione distorta dei suoni è un sintomo caratteristico dell'ipoacusia neurosensoriale, e non di quella trasmissiva determinata, ad esempio, dalla presenza di un tappo di cerume, per cui il primo specialista avrebbe dovuto immediatamente allarmarsi e quantomeno prescrivermi esami appropriati. Difatti, pare che l’ipoacusia improvvisa sia l’unica vera emergenza otorinolaringoiatrica, e nel mio caso non è certo stata trattata come tale. Sono comunque stata sottoposta a terapia cortisonica a circa tre settimane dall'insorgenza dei sintomi, senza tuttavia trarne alcun giovamento: l'ipoacusia non è regredita e, soprattutto, l'acufene è peggiorato ed ormai stabile. Per dormire sono costretta a ricorrere a tranquillanti ed, in generale, la qualità della vita è nettamente peggiorata, essendo tra l'altro io una musicista (per passione) ed occupandomi di acustica ambientale ed architettonica per professione.
La mia domanda è se ci sono i presupposti per un'azione legale nei confronti del primo medico, per negligenza ed errata diagnosi? Il mio fine non è tanto quello di ottenere un risarcimento, quanto quello di far sì che il suddetto "professionista" sia posto in condizione di non nuocere più a nessuno.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.2k 204
Gent.le utente,
è poi così sicura che tutti i professionisti che la hanno visitata per secondi ed hanno subito capito tutto sarebbero pronti a mettere per scritto ciò che le hanno detto a voce?
Il secondo esame obbiettivo è sempre migliore del primo e la seconda ipotesi diagnostica (poichè di questo stiamo parlando) soprattutto conoscendola già è più facile della prima.
Che il primo collega ORL non abbia dato nel caso specifico il splendida prova di sè possiamo essere in accordo, sul fatto che "sicuramente" con una terapia anti-virale e steroidea lei sarebbe sicuramente guarita totalmente ritngo che siamo nel campo del "forse". In un giudizio per risarcimento di un danno, così come è in tutti i paesi civili, l' "onere della prova è sempre a carico della parte attrice" ovvero di chi inizia il procedimento nel caso per malpractice medica. In ogni caso è convinta di tutto ciò che ha scritto nulla le impedisce di intentare una causa legale con richiesta di risarcimento del danno.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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