Chiusura infortunio inail

Buongiorno,
il giorno 27 febbraio sono caduta in ufficio, sono andata al ps e dopo un'eco all'anca e i raggi al bacino è risultato uno stiramento del grande adduttore della coscia dx. Sono andata all'inail il giorno successivo e mi è stata fissata una visita con l'ortopedico dopo 5 giorni, nel frattempo è comparso un dolore forte al gluteo e a tutta la gamba. Nella visita con l'ortopedico mi è stato detto che il dolore al gluteo era un dolore riflesso per lo stiramento e nel frattempo sono stata sottoposta prima ad un'ecografia all'inguine che ha confermato lo stiramneto ma definendolo in via di guarigione, successivamente al mio insistere sul dolore inguinale e al gluteo mi è stata richiesta una risonanza magnetica ma sempre alla coscia, niente che riguardasse la zona lombare. Sono stata a casa 30 giorni, (tornando all'inail ogni settimana) ma mentre il dolore alla coscia diminuiva aumentava quello al gluteo, dolore che si protrae a tutta la gamba provocandomi anche formicolio e instabilità, ma il tutto è sempre stato definito come dolore riflesso anche alle visite successive. Stamani, nell'ultima visita, l'ortopedico mi ha detto che lo stiramento era a posto (visti i risultati della risonanza) e che i dolori all'inguine e al gluteo erano da ascriversi probabilmente ad un'infiammazione da nervo sciatico e che per loro quindi l'infortunio era chiuso. In questi trenta giorni però non è stato fatto nessun accertamento per quanto riguarda il dolore al gluteo che mi provoca torpore e indebolimento di tutta la gamba, e anche nel caso si trattasse veramente di infiammazione del nervo sciatico perchè non continuare con l'infortunio visto che mi è comparso subito dopo la caduta? Insomma io non so cosa ho al gluteo, se trattasi di sciatica, di ernia o di stiramento di qualche altro muscolo perchè nonostante le mie insistenze sul dolore in quella zona non è stato fatto nessun accertamento e martedì devo rientrare in ufficio stando ancora male. Cosa mi consiglia di fare?
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 233 26
Gentile Signora,

se lamenta ancora disturbi, evidenti clinicamente, che determinano impossibilità alla ripresa dell'attività lavorativa, si rivolga al Suo medico curante e gli richieda di prolungare il periodo di inabilità con apposita certificazione motivata.
Ove l'INAIL negasse tale prolungamento dell'inabilità temporanea, la prassi prvede che l'infortunato possa presentare ricorso al provvedimento di chiusura della pratica d'infortunio da parte della Sede INAIL competente, recandosi presso un Ente di Patronato con tutta la documentazione medica utile alla valutazione del caso.

La normativa previdenziale di riferimento è l'art. 104 del DPR 1124 30 giugno 1965 (Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali), che di seguito riporto:
<104. L'infortunato, il quale non riconosca fondati i motivi per i quali l'Istituto assicuratore ritiene di non essere obbligato a liquidare indennità o non concordi sulla data di cessazione della indennità per inabilità temporanea o sull'inesistenza di inabilità permanente, o non accetti la liquidazione di una rendita provvisoria o quella comunque fatta dall'Istituto assicuratore, comunica all'Istituto stesso con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o con lettera della quale abbia ritirato ricevuta, entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione fattagli, i motivi per i quali non ritiene giustificabile il provvedimento dell'Istituto, precisando, nel caso in cui si tratti di inabilità permanente, la misura di indennità che ritiene essergli dovuta, e allegando in ogni caso alla domanda un certificato medico dal quale emergano gli elementi giustificativi della domanda.
Non ricevendo risposta nel termine di giorni sessanta dalla data della ricevuta della domanda di cui al precedente comma o qualora la risposta non gli sembri soddisfacente, l'infortunato può convenire in giudizio l'Istituto assicuratore avanti l'autorità giudiziaria.>

Distinti Saluti.

Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]

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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
la ringrazio per la risposta.
Sono stata dal mio medico che mi ha fatto un certificato di malattia e mi sono recata al patronato dove mi hanno detto di comportarmi al momento come una vera e propria malattia e a chiusura del tutto chiederemo poi il riconoscimento come infortunio di tutto il periodo.
Nel frattempo sto facendo una serie di indagini e di cure che spero individuino e risolvano il problema.
Spero anche di poter richiedere poi il rimborso perché il tutto è molto costoso.
Grazie.
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 233 26
Spett.le Utente,

attenzione: i trattamenti effettuati in assistenza indiretta (quindi pagati anticipatamente dall'assicurato per le cure relative a lesioni da infortunio sul lavoro) possono essere rimborsati solo se l'INAIL li autorizza preventivamente.

Distinti Saluti.
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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Ho capito, ma a questo punto non so cosa devo fare.
Mi conviene richiedere quindi subito la riapertura dell'infortunio sperando che l'accettino e che mi facciano fare tutto ciò che è necessario o devo proseguire per conto mio?
Sostanzialmente mi interessa stare bene e quindi capire cosa ho e riuscire a risolverlo, allo stesso tempo però non capisco perché essendo caduta sul posto di lavoro non devo poi avere una forma di tutela.
Ho nel frattempo preso le risposte della risonanza magnetica dalla quale risulta uno schiacciamento discale, devo capire se proseguire ancora la terapia cortisonica e antinfiammatoria e se devo fare ulteriori indagini.
La ringrazio
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 233 26
Spett.le Utente,

se i trattamenti che deve eseguire sono onerosi, Le suggerisco di richiedere subito la riapertura dell'infortunio, ed in caso di accoglimento della domanda di farsi autorizzare le cure esterne.
Altrimenti, rischia di dover farsi carico delle spese sostenute, senza poter avere alcun indennizzo.

Distinti Saluti.
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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Mi rivolgerò quindi nuovamente al patronato per richiedere subito la riapertura invece di attendere la chiusura di tutta la pratica.
La ringrazio molto
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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Mi scuso se la interpello nuovamente.
Sono stata dal medico con il risultato della risonanza magnetica, per lui devo stare ancora a casa, proseguire con un altro ciclo di cortisone e nel frattempo farmi vedere da un fisiatra o medico dello sport per capire se devo fare terapie diverse e avere un parere più specializzato, mi ha inoltre consigliato di rivolgermi ad un medico legale per capire cosa fare con l'inail.
Sono tornata subito al patronato dove mi hanno detto che poichè non ho la chiusura del fascicolo dell'infortunio non posso richiedere la riapertura dello stesso (io ho un certificato che mi riabilitava al lavoro a partire dal 30.03.2011, ma nessun fascicolo di chiusura).
Il certificato del mio medico è un certificato di malattia come ricaduta che parte dal 02.04.2013 e martedì 9 me ne farà un altro.
Mi consiglia di presentarmi direttamente all'inail con il certificato vecchio (che ho comunque inviato via mail all'inail il giorno stesso) e chiedere lì una riapertura saltando a questo punto il patronato che invece mi dice che non posso far niente?
Se ho diritto a delle cure o a delle terapie, a visite specialistiche, vorrei che pagassero loro, anche perchè la spesa è davvero onerosa a questo punto.
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 233 26
Spett.le Utente,

il certificato che la "riabilitava" è stato redatto da un ortopedico consulente dell'INAIL, e deve quindi essere confermato dal giudizio di idoneità del medico legale della sede INAIL che segue il caso. Mi pare opportuno e corretto pertanto che Lei si presenti a visita direttamente presso tale sede, e che esibisca i certificati di ricaduta o prosecuzione, regolandosi poi a seguito della decisione del sanitario INAIL, ed eventualmente ricorrendo con la procedura di cui all'art.104 T.U. contro il giudizio di cessazione dell'inabilità temporanea.

Distinti Saluti.
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Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Buongiorno,
sono tornata stamani all'inail con tutta la certificazione.
Dopo un breve consulto col medico legale mi ha visitata l'ortopedico che pur riconoscendo un problema, (guardando il dischetto della risonanza ha detto anche più significativo rispetto a ciò che era riportato poi nel referto), mi ha detto che sicuramente era una situazione preesistente che per infiammarsi aspettava solo una causa scatenante e che è solo un caso che sia avvenuta dopo la caduta, ragione per la quale mi devo far curare, ma non da loro perché per loro non è riconducibile all'infortunio.
Domani quindi proseguirò con il certificato medico inps e sosterrò tutte le spese per visite specialistiche e quant'altro sia necessario.
Mi consiglia di rivolgermi ad un medico legale? Devo concludere eventualmente tutto l'iter riabilitativo e poi fare ricorso?