Albo professionale

Gentili medici,
sono un ragazzo di 26 anni iscritto alla facoltà di medicina e chirurgia e mi mancano cinque materie per conseguire la laurea.
nell'anno 2010 sono stato giudicato colpevole per detenzione di stupefacenti (15 gr di haschish) scontando otto mesi di firma obligatoria.
vi scrivo per avere un parere circa le conseguenze lavorative di questa condanna: in particolare iscrizione all'albo medico e partecipazione a concorsi pubblici.
ho chiesto un consulto ad un avvocato ma non ho ricevuto una risposta soddisfacente. Studiando medicina legale ho pensato che questo potrebbe essere un campo idoneo pre trovare risposta alla mia domanda.
potete capire quanto sia importante la questione dal mio punto di visto e come ciò ogni tanto mi scoraggi nel proseguo dei miei studi, anche se la mia passione per la medicina fino ad ora mi ha portato ad andare avanti conseguendo ottimi risultanti.
attendo vostra risposta qualora riteniate la domanda attinente alle vostre prestazioni.
ringrazio anticipatamente e vi auguro buon lavoro.
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 233
Spett.le Utente,

per quanto concerne una futura iscrizione all'Albo dell'ordine dei Medici, l’articolo 6 del DPR 221/1950 esclude che possano essere iscritti all’albo professionale “coloro che si trovano in una delle condizioni che, ai sensi degli articoli 42 o 43, importino la radiazione dall’Albo o la sospensione dell’esercizio professionale, salvo che sussistano le condizioni previste dall’articolo 50 [=la riabilitazione] ai fini della riammissione nell’Albo”.
Fra le ipotesi che ai sensi del richiamato articolo 42 dello stesso DPR importano la “radiazione di diritto” dall’Albo, compaiono quella della "condanna per un delitto non colposo per il quale la legge commina la pena della reclusione non inferiore nel minimo a due anni o nel massimo a cinque anni" e quella della "interdizione dai pubblici uffici di durata superiore a tre anni".

Invece per quanto riguarda i concorsi pubblici, ritengo opportuno citare l'estratto di una sentenza (la N° 4812 del 26-08-2011 ) del Consiglio di Stato, sezione III, che riguarda l'esclusione di un candidato da un concorso nel Corpo dei Vigili del Fuoco:
< la condanna penale può certamente essere causa di esclusione dalla procedura concorsuale ove ad essa si accompagni una autonoma e specifica valutazione della Amministrazione sulla gravità dei reati commessi (cfr. in tal senso Cons. St. VI, 27 dicembre 2000, n.6883; 20 gennaio 2006, n.130). E proprio su questa linea si è mossa l’Amministrazione: la quale, oltre a considerare la omessa dichiarazione della condanna, ha tenuto conto del particolare disvalore dei reati per i quali il ricorrente era stato condannato (traffico di sostanze stupefacenti e partecipazione ad associazione finalizzata al traffico di stupefacenti), rilevando che gli addebiti a carico del ricorrente erano incompatibili con le funzioni che gli appartenenti al Corpo VV.FF. sono chiamati a svolgere “a tutela della incolumità delle persone e della preservazione dei beni che richiedono un comportamento nella vita professionale e sociale conforme a profondi e radicati principi di legalità, moralità, correttezza e solidarietà sociale>”.
Quindi esiste una discrezionalità dell'Amministrazione, che può variare a seconda del tipo di concorso, fermo restando che le eventuali condanne penali subìte vanno preventivamente dichiarate nella domanda di partecipazione.

Distinti Saluti.



Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]

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Utente
Utente
vorrei innanzitutto ringraziarLa per la prontezza e per la chiarezza della risposta. ha contribuito in maniera decisiva a risolvere dei dubbi che rendevano difficoltoso il proseguo della mia carriera universitaria.
Sarà ruolo delle amministrazioni future valutare le mie competenze in campo medico piuttosto che i miei errori, nella speranza che sia cosi.
cordiali saluti