Un lavoro molto pesante ke ha sicuramente anticipato il mio prossimo intervento
Egregio Dottore, faccio l'assistente domiciliare da oltre 20 anni, un lavoro molto pesante ke ha sicuramente anticipato il mio prossimo intervento di protesi d'anca dx (la sx la potrò fare dopo 6 mesi) sono molto preoccupata quando dovrò rientrare a lavoro..... dopo potrò alzare pesi senza ke le mie protesi ne risentano...e quale tutela ho? Io dovrò ritornare a fare quel lavoro senza fiatare se voglio lo stipendio x vivere. Tra pochi giorni ho la visita di invalidità civile x aggravamento (mi avevano riconosciuto il 25%)ma quale punteggio dovrei avere x essere tutelata e in cosa lo sarei???? Ho sentito altre persone con i miei stessi problemi che mi hanno anticipato che nn mi sarà riconosciuta una invalidità tale da aiutarmi, io ho 56 anni e voglio assolutamente lavorare ancora ma in sicurezza e mi sembra proprio una vera ingiustizia nn poterlo fare...sono in una cooperativa sociale e nn c'è possibilità di fare altro tipo di lavoro!!! grazie e cordiali saluti
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Gentile Signora,
l'invalidità civile è un settore di assistenza i cui benefici sono fruibili per lo più da cittadini che non sono in attualità lavorativa, oppure che intendono anticipare l'età pensionabile per motivi di salute.
Tra l'altro rilevo che una percentuale del 25% in invalidità civile non può esserLe stata riconosciuta, in quanto la percentuale minima è il 34%, ed anche se Le riconoscessero la condizione di "invalido civile", sull'attività lavorativa in concreto non avrebbe alcun tipo di beneficio.
Per gli aspetti che riguardano quindi la sua attività lavorativa, Le suggerisco, se è soggetta a sorveglianza sanitaria, di richiedere una visita al Medico Competente (D.Lgs.81/08) della Sua Azienda, ed in tale sede di far presente i disturbi da cui è affetta, richidendo eventuali limitazioni nella mansione specifica.
Distinti Saluti.
l'invalidità civile è un settore di assistenza i cui benefici sono fruibili per lo più da cittadini che non sono in attualità lavorativa, oppure che intendono anticipare l'età pensionabile per motivi di salute.
Tra l'altro rilevo che una percentuale del 25% in invalidità civile non può esserLe stata riconosciuta, in quanto la percentuale minima è il 34%, ed anche se Le riconoscessero la condizione di "invalido civile", sull'attività lavorativa in concreto non avrebbe alcun tipo di beneficio.
Per gli aspetti che riguardano quindi la sua attività lavorativa, Le suggerisco, se è soggetta a sorveglianza sanitaria, di richiedere una visita al Medico Competente (D.Lgs.81/08) della Sua Azienda, ed in tale sede di far presente i disturbi da cui è affetta, richidendo eventuali limitazioni nella mansione specifica.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
[#2]
Utente
Egregio Dottore, ma se il medico competente della mia coop dichiara ke sono parzialmente idonea come le ho già anticipato nella mia cooperativa nn c'è possibilità di lavoro diverso da quello ke svolgo e allora cosa accade????' Potrei ritrovarmi a casa......???? Quali garanzie avrei di poter lavorare??? Mi sono posta tutte queste domande e alla visita fatta nel 2010 ho solo detto ke avrei dovuto sottopormi a protesi ma nn ho aggiunto altro per paura.Allora è inutile ke vada a fare la visita x aggravamento...Lei ke è competente già mi anticipa ke i miei problemi di salute nn mi porterebbero ad un 46% ke se nn sbaglio è il punteggio x aver diritto alle liste protettte di collocamento, ma se uno lavora già ??? La ringrazio e le porgo cordiali saluti
[#3]
Gentile Signora,
probabilmente tra le domande che si è posta, non ha considerato che, se deve proseguire l'attuale attività lavorativa, in ogni caso dovrà essere sottoposta a sorveglianza sanitaria e visitata dal Medico Competente.
La percentuale del 46% di invalidità civile Le consentirebbe l'iscrizione alle liste di collocamento mirato, ma per fare ciò Lei dovrebbe abbandonare l'attività lavorativa, senza peraltro avere la certezza di essere ricollocata in tempi brevi.
Le suggerisco ancora, per definire meglio la sua condizione lavorativa e stabilire quello che meglio Le conviene, di rivolgersi ad un Ente di Patronato.
Distinti Saluti.
probabilmente tra le domande che si è posta, non ha considerato che, se deve proseguire l'attuale attività lavorativa, in ogni caso dovrà essere sottoposta a sorveglianza sanitaria e visitata dal Medico Competente.
La percentuale del 46% di invalidità civile Le consentirebbe l'iscrizione alle liste di collocamento mirato, ma per fare ciò Lei dovrebbe abbandonare l'attività lavorativa, senza peraltro avere la certezza di essere ricollocata in tempi brevi.
Le suggerisco ancora, per definire meglio la sua condizione lavorativa e stabilire quello che meglio Le conviene, di rivolgersi ad un Ente di Patronato.
Distinti Saluti.
[#4]
Utente
Egregio Dottore rieccomi a porle un'altra domanda mentre aspetto ke il mio medico rifaccia l'aggravamento, nel caso nn arrivi ad un punteggio ke mi possa essere d'aiuto lei pensa ke se richiedo una visita al medico competente della mia cooperativa e lui mi da la parziale abilità la cooperativa può farmi lavorare meno o mettermi a casa??? Grazie e cordiali saluti
[#5]
Gentile Signora,
purtroppo Lei si trova in una situazione che, se da un lato è fortunata perchè ha un rapporto di lavoro, dall'altro è sfortunata, perché per conservare il posto di lavoro deve effettuare un'attività che richiede spostamenti e movimentazione manuale di carichi, che si pone in contrasto con le infermità da cui è affetta.
Se nella Coopoerativa per cui lavora non fosse possibile un'altro tipo di attività, quale potrebbe essere una mansione sedentaria, in caso di permanente non idoneità rischia di essere licenziata.
Come Le ho già suggerito, prima di compiere passi che possono danneggiarLa, si rivolga ad un Ente di Patronato per valutare quale strategia Le conviene attuare in concreto.
Ancora Distinti Saluti.
purtroppo Lei si trova in una situazione che, se da un lato è fortunata perchè ha un rapporto di lavoro, dall'altro è sfortunata, perché per conservare il posto di lavoro deve effettuare un'attività che richiede spostamenti e movimentazione manuale di carichi, che si pone in contrasto con le infermità da cui è affetta.
Se nella Coopoerativa per cui lavora non fosse possibile un'altro tipo di attività, quale potrebbe essere una mansione sedentaria, in caso di permanente non idoneità rischia di essere licenziata.
Come Le ho già suggerito, prima di compiere passi che possono danneggiarLa, si rivolga ad un Ente di Patronato per valutare quale strategia Le conviene attuare in concreto.
Ancora Distinti Saluti.
[#7]
Utente
Egregio Dottore, stamattia il mio medico aveva un sostituto ke è un medico della commissione dell'invalidità civile., così ho chiesto informazioni e mi ha detto di fare sì la domanda di invalidità x un eventuale punteggio(non ho capito poi a cose servirebbe questo punteggio se lei lo ha capito può dirmelo?) ma ke poi alla fine nn avrò un valutazione ke mi risolve il problema come già Lei mi ha già detto. Mi ha consigliato però di fare anche richiesta di malattia professionale,per i problemi alla schiena e al tunnel carpale dx.... lei cosa ne pensa Dottore??? Questo a cosa mi porterebbe? Grazie di nuovo,cordiali saluti
[#8]
Utente
Egregio Dottore mi è sopraggiunto un problema io sono ancora in malattia dal 4/11(operata protesi d'anca dx) e dovrei rientrare il 2/4 come le ho già detto sono in lista per 'lanca sx ke da qualche giorno ha cominciato a fare male e nn riesco a camminare se nn con l'aiuto della stampella e come posso fare il mio lavoro in queste condizioni??? Cosa devo fare Dottore... e a cosa vado incontro??? Spero di ricevere la sua risposta. Grazie. Cordiali saluti P.S. Ultimamente nn ho avuto risposte anche per altre specializzazioni, spero che questo ottimo servizio che date non abbia problemi!!!Grazie di nuovo.
[#9]
Spett.le Utente,
se non è in condizioni fisiche per poter lavorare, può soltanto rivolgersi al Suo medico di medicina generale per una certificazione di malattia, che giustifichi la Sua assenza dal lavoro.
Verifichi tuttavia di non superare nell'anno il cosiddetto periodo di comporto (che è stabilito dal contratto di lavoro), perchè altrimenti il datore di lavoro la potrebbe licenziare.
Distinti Saluti.
se non è in condizioni fisiche per poter lavorare, può soltanto rivolgersi al Suo medico di medicina generale per una certificazione di malattia, che giustifichi la Sua assenza dal lavoro.
Verifichi tuttavia di non superare nell'anno il cosiddetto periodo di comporto (che è stabilito dal contratto di lavoro), perchè altrimenti il datore di lavoro la potrebbe licenziare.
Distinti Saluti.
[#10]
Utente
Egregio Dottore la ringrazio per la solerte risposta vorrei dirle che, sono andata al patronato dove mi hanno consigliata di fare oltre all'aggravamento la richiesta di malattia professionale e vorrei chiederle cosa ne pensa nel mio caso specifico e un suo consiglio. Grazie di nuovo cordiali saluti
[#11]
Spett.le Utente,
Per malattia professionale si intende una patologia le cui cause sono da ricondurre all’attività o all’ambiente di lavoro (sordità da rumori, tumori causati da vernici o coloranti o sostanze cancerogene ecc.) e perché sia riconosciuta come tale, occorre la certificazione medica.
Il Testo Unico n. 1124/65 dispone che, a fronte di una patologia di origine occupazionale, l’Inail ha il dovere di indennizzare, secondo regole precise, i danni provocati alla salute della lavoratrice o del lavoratore, prevedendo prestazioni di carattere economico,sanitario e riabilitativo.
In Italia le malattie professionali sono contenute in due tabelle distinte (settore industria e agricoltura) che sono state periodicamente aggiornate in relazione alle novità medico-scientifiche.
Tuttavia, ci sono patologie che, pur non essendo inserite nelle tabelle, possono essere riconosciute come professionali, purché se ne dimostri il nesso di causalità.
In Italia la tutela delle malattie professionali si basa su un sistema misto che prevede:
1. malattie professionali tabellate;
2. malattie professionali extratabellari.
MALATTIE PROFESSIONALI TABELLATE
Nel caso di malattie professionali tabellate, vale il principio della cosiddetta “presunzione del nesso tra patologia e attività”. Pertanto, al lavoratore esposto ad una delle lavorazioni a rischio previste negli elenchi, non è richiesta altra documentazione sanitaria, oltre alla certificazione rilasciata dal medico.
MALATTIE PROFESSIONALI EXTRATABELLARI
Per le patologie extratabellari, invece, poiché le indagini epidemiologiche non hanno prodotto risultati sufficienti tali da giustificare l’inserimento nelle tabelle, il lavoratore o la lavoratrice devono dimostrare con una documentazione appropriata il nesso tra la malattia contratta e le attività professionali svolte.
In ogni caso, una volta ottenuto il riconoscimento da parte dell’Inail della malattia da lavoro, le prestazioni sono identiche sia che si tratti di patologia tabellata o extratabellare.
Per quanto riguarda le patologie dell'anca, le Tabelle INAIL (NUOVA TABELLA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI NELL’INDUSTRIA DI CUI ALL’ART. 3
DEL D.P.R. 1124/1965 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI
(ALL. N. 4 al D.P.R. 1124/1965) non le prevedono, derivandone che il riconoscimento presuppone, con onere della prova a carico del lavoratore assicurato, la dimostrazione del nesso di causalità fra lavoro svolto e patologia manifestata.
In conclusione, il riconoscimento della malattia professionale nel Suo caso è abbastanza difficile, perché è Lei che deve provare all'INAIL che la patologia dell'anca da cui è affetta è stata causata dall'attività lavorativa che ha svolto.
Distinti Saluti.
Per malattia professionale si intende una patologia le cui cause sono da ricondurre all’attività o all’ambiente di lavoro (sordità da rumori, tumori causati da vernici o coloranti o sostanze cancerogene ecc.) e perché sia riconosciuta come tale, occorre la certificazione medica.
Il Testo Unico n. 1124/65 dispone che, a fronte di una patologia di origine occupazionale, l’Inail ha il dovere di indennizzare, secondo regole precise, i danni provocati alla salute della lavoratrice o del lavoratore, prevedendo prestazioni di carattere economico,sanitario e riabilitativo.
In Italia le malattie professionali sono contenute in due tabelle distinte (settore industria e agricoltura) che sono state periodicamente aggiornate in relazione alle novità medico-scientifiche.
Tuttavia, ci sono patologie che, pur non essendo inserite nelle tabelle, possono essere riconosciute come professionali, purché se ne dimostri il nesso di causalità.
In Italia la tutela delle malattie professionali si basa su un sistema misto che prevede:
1. malattie professionali tabellate;
2. malattie professionali extratabellari.
MALATTIE PROFESSIONALI TABELLATE
Nel caso di malattie professionali tabellate, vale il principio della cosiddetta “presunzione del nesso tra patologia e attività”. Pertanto, al lavoratore esposto ad una delle lavorazioni a rischio previste negli elenchi, non è richiesta altra documentazione sanitaria, oltre alla certificazione rilasciata dal medico.
MALATTIE PROFESSIONALI EXTRATABELLARI
Per le patologie extratabellari, invece, poiché le indagini epidemiologiche non hanno prodotto risultati sufficienti tali da giustificare l’inserimento nelle tabelle, il lavoratore o la lavoratrice devono dimostrare con una documentazione appropriata il nesso tra la malattia contratta e le attività professionali svolte.
In ogni caso, una volta ottenuto il riconoscimento da parte dell’Inail della malattia da lavoro, le prestazioni sono identiche sia che si tratti di patologia tabellata o extratabellare.
Per quanto riguarda le patologie dell'anca, le Tabelle INAIL (NUOVA TABELLA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI NELL’INDUSTRIA DI CUI ALL’ART. 3
DEL D.P.R. 1124/1965 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI
(ALL. N. 4 al D.P.R. 1124/1965) non le prevedono, derivandone che il riconoscimento presuppone, con onere della prova a carico del lavoratore assicurato, la dimostrazione del nesso di causalità fra lavoro svolto e patologia manifestata.
In conclusione, il riconoscimento della malattia professionale nel Suo caso è abbastanza difficile, perché è Lei che deve provare all'INAIL che la patologia dell'anca da cui è affetta è stata causata dall'attività lavorativa che ha svolto.
Distinti Saluti.
[#12]
Utente
Egregio Dottore infatti nn è per l'anca ma per poliradicolopatia cervicale-dorsale-lombare e ultima visita fatta dice lieve aumento della latenza distale e lieve riduzione della V de sensitiva al polso alla stimolazione del nervo mediano di destra...anke gonalgia bilaterale alle ginocchia....ecco pensa che ci siano i requisiti giusti dottore??? Grazie cordiali saluti
[#13]
Spett.le Utente,
mi spiace, ma nemmeno la "poliradicolopata cervicale, dorsale e lombare" è tabellata.
Quindi valgono le stesse considerazioni già riportate prima per la patologia dell'anca.
Ancora Distinti Saluti
mi spiace, ma nemmeno la "poliradicolopata cervicale, dorsale e lombare" è tabellata.
Quindi valgono le stesse considerazioni già riportate prima per la patologia dell'anca.
Ancora Distinti Saluti
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 8.2k visite dal 01/11/2011.
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