Consenso informato= licenza ad uccidere?
Intanto un sentito rigraziamento al sito e a tutti i validi medici che ci danno utilissime informazioni sulla nostra salute e le nostre problematiche. Un grazie di cuore.
Premetto che nutro profondo rispetto e ammirazione per la classe medica e per i notevoli sforzi che fa per alleviare le sofferenze dei malati.
La questione che pongo ai medici legali è la seguente:
Il Consenso informato è una sorta di "LICENZA AD UCCIDERE" nel senso che una volta che il paziente lo ha firmato il chirurgo può fare quello che vuole e scamparla sempre liscia anche qualora generasse dei danni che possono essere anche elencati fra le possibili complicanze?
Provo comunque a dare una risposta in merito giusto per aprire questa discussione:
Credo che il consenso informato sia un documento legale che difende il chirurgo dal punto di vista penale però non credo proprio dal punto di vista civile. Perchè altrimenti potrebbe fare l'intervento anche ad occhi chiusi o farlo con i piedi andrebbe bene lo stesso.
Credo anche che il paziente .... dopo un intervento soprattutto se di routine nel quale il medico avesse generato delle lesioni, anche se elencate nel consenso informato, ha tutto il diritto di chiedere il risarcimento in sede civile del danno subito soprattutto per pagarsi le spese e le terapie per cercare di ripristinare al danno.
Questo che ho scritto sopra è solo un ragionamento da profano che può anche essere totalmente errato.
Per questo chiedevo udienza ai medici legali in questo sito.
Un sentito grazie,
Andrea
Premetto che nutro profondo rispetto e ammirazione per la classe medica e per i notevoli sforzi che fa per alleviare le sofferenze dei malati.
La questione che pongo ai medici legali è la seguente:
Il Consenso informato è una sorta di "LICENZA AD UCCIDERE" nel senso che una volta che il paziente lo ha firmato il chirurgo può fare quello che vuole e scamparla sempre liscia anche qualora generasse dei danni che possono essere anche elencati fra le possibili complicanze?
Provo comunque a dare una risposta in merito giusto per aprire questa discussione:
Credo che il consenso informato sia un documento legale che difende il chirurgo dal punto di vista penale però non credo proprio dal punto di vista civile. Perchè altrimenti potrebbe fare l'intervento anche ad occhi chiusi o farlo con i piedi andrebbe bene lo stesso.
Credo anche che il paziente .... dopo un intervento soprattutto se di routine nel quale il medico avesse generato delle lesioni, anche se elencate nel consenso informato, ha tutto il diritto di chiedere il risarcimento in sede civile del danno subito soprattutto per pagarsi le spese e le terapie per cercare di ripristinare al danno.
Questo che ho scritto sopra è solo un ragionamento da profano che può anche essere totalmente errato.
Per questo chiedevo udienza ai medici legali in questo sito.
Un sentito grazie,
Andrea
[#1]
Gentile utente,
il consenso informato non è per nulla una "licenza di uccidere" e cerco di spiegarLe il perchè:
1) il consenso è un obbligo di Legge e un diritto del malato, ovvero il paziente ha il diritto di conoscere le problematiche inerenti il suo stato di malattia, le terapie possibili, quelle proposte, le alternative, le complicanze.
2) Tale consenso, una volta firmato, ha il significato dell'avvenuto scambio di informazioni tra medico e paziente.
3) Il consenso informato non esonera di alcuna responsabilità il medico, nè dalpunto di vista civile nè penale, sia perchè non potrebbe essere altrimenti sia perchè il medico è passibile di condanna, civile e penale, se dal suo operato dovessero emergere errori a causa di negligenza, imprudenza e imperizia.
In parole semplici se io perospettandoLe l'indicazione all'intervento di asportazione, per esempio, di un'ernia lombare, nel consenso La informo che vi possono essere determinate complicanze intra e post operatorie, se esse si verificano per mia negligenza( non ho per es. considerato che avrei dovuto approfondire le indagini diagnostiche), per mia imprudenza (operare, per es. con mezzi non del tutto idonei) o per mia imperizia ( scarsa esperienza per quanto riguarda le tecniche universalmente accettate), nessun consenso mi esonera da quelle responsabilità.
Ovviamente la responsabilità professionale va provata in sede civile e/o penale e seppur un danno è esitato a seguito di una terapia medica o chirurgica esso non è risarcibile se non c'è colpa.
E tutto ciò a prescindere dal consenso informato che,Le ripeto, è solo un diritto del paziente ad avere informazioni sul proprio stato di malattia e sui provvedimenti terapeutici che un medico intende prendere.
Spero di averLe dato una informazione chiarificatrice.
Cordialmente
Dr.Giovanni Migliaccio
Specialista Neurochirurgo
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli & Oftalmico
Milano
il consenso informato non è per nulla una "licenza di uccidere" e cerco di spiegarLe il perchè:
1) il consenso è un obbligo di Legge e un diritto del malato, ovvero il paziente ha il diritto di conoscere le problematiche inerenti il suo stato di malattia, le terapie possibili, quelle proposte, le alternative, le complicanze.
2) Tale consenso, una volta firmato, ha il significato dell'avvenuto scambio di informazioni tra medico e paziente.
3) Il consenso informato non esonera di alcuna responsabilità il medico, nè dalpunto di vista civile nè penale, sia perchè non potrebbe essere altrimenti sia perchè il medico è passibile di condanna, civile e penale, se dal suo operato dovessero emergere errori a causa di negligenza, imprudenza e imperizia.
In parole semplici se io perospettandoLe l'indicazione all'intervento di asportazione, per esempio, di un'ernia lombare, nel consenso La informo che vi possono essere determinate complicanze intra e post operatorie, se esse si verificano per mia negligenza( non ho per es. considerato che avrei dovuto approfondire le indagini diagnostiche), per mia imprudenza (operare, per es. con mezzi non del tutto idonei) o per mia imperizia ( scarsa esperienza per quanto riguarda le tecniche universalmente accettate), nessun consenso mi esonera da quelle responsabilità.
Ovviamente la responsabilità professionale va provata in sede civile e/o penale e seppur un danno è esitato a seguito di una terapia medica o chirurgica esso non è risarcibile se non c'è colpa.
E tutto ciò a prescindere dal consenso informato che,Le ripeto, è solo un diritto del paziente ad avere informazioni sul proprio stato di malattia e sui provvedimenti terapeutici che un medico intende prendere.
Spero di averLe dato una informazione chiarificatrice.
Cordialmente
Dr.Giovanni Migliaccio
Specialista Neurochirurgo
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli & Oftalmico
Milano
[#2]
Ex utente
Grazie dott. G.Migliaccio della sua pronta risposta.
Approfitto, vista la sua specializzazione, e anche dei Medici legali presenti in questa sezione del sito per raccontarle la mia esperienza che ha origine c.ca 3 mesi fa .
Mi sono sottoposto a un intervento al naso settoplastica funzionale con interessamento anche dei seni paranasali.
Ometterò nomi e riferimenti di luogo per privacy mia e del chirurgo.
Premetto che per me il post-operatorio è uno shock. Sono proprio 3 mesi che vivo in uno stato di ansia continua e sono costretto a prendere degli ansiolitici per alleviarlo.
4 mesi fa sotto consiglio del chirurgo mi misi in lista nella struttura sanitaria ove egli operava. La struttura mi disse che sarei stato chiamato per una visita preoperatoria che avrebbe compreso il colloquio con l'anestesista e con il chirurgo che mi avrebbe operato.
Venne il giorno della visita preoperatoria e il chirurgo non si presentò. La struttura disse che per interventi semplici i chirurghi spesso scelgono di non venire ai colloqui. Sinceramente la cosa mi preoccupò un po' ma pensai anche che non dovevo avere paura perchè l'itervento era semplice. Parlai con un altro medico della struttura che preparò la mia cartella clinica, mi chiese il tipo di intervento che mi avrebbe fatto il mio chirurgo (Settoplastica funzionale e FESS transnasale), mi disse di fargli domande in merito e mi diede da firmare piuttosto frettolosamente il consenso informato che fra l'altro non specificava minimamente il tipo di intervento a cui avrei dovuto sottopormi ma comprendeva tutte le possibili tipologie di interventi al naso e ai seni paranasali.
Venne il giorno dell'intervento, fui ricoverato verso le 11, e il chirurgo arrivò alle 12. Io ero già vestito con il camice operatorio ed ero sul mio letto ed ero in ansia per l'intervento. Il chirurgo mi fece chiamare circa 20 min. dopo nella stanzetta delle infermiere e appena allora visionò la mia TAC sul pc presente in quella stanza (3 ore prima dell'intervento), il colloquio durò 3 min e mi disse che mi avrebbe fatto un buchetto sopra la gengiva di 1mm che era come dal dentista per l’inserimento di una sonda senza spiegarmi le possibili conseguenze che quella variante poteva provocare e, per il setto, poichè la deviazione settale era dietro, disse che il profilo del naso sarebbe rimasto lo stesso.
Torno in stanza ad attendere il mio turno un po' preoccupato di questo cambiamento di programma dell'ultimo minuto. Chiesi alle infermiere quando sarebbe stato l'intervento e mi dissero che mi avrebbero operato per ultimo.
Il mio intervento nella giornata credo fosse il più complesso. L'intervento del penultimo ha durato all'incirca 15 min.
Ma l'ordine degli interventi non dovrebbe essere dal più complesso al più sempice?
L'intervento viene fatto ... ho sofferto di un po' di emoragia durante la sera .... ma poi si è tutto stabilizzato e la mattina dopo mi hanno mandato a casa con la carta in cui era scritto l’intervento “Settoplastica funzionale - FESS.
Il gg dopo chiesi al chirurgo se fosse normale avre 2 denti, la gengiva e il labbro un po' addormentati. Lui mi sisse che avrei avuto delle zone un po' anestetizzate ma poi sarebbe tornato tutto come prima.
Dopo 5 giorni andai nell’ospedale della città dove abito a fare le medicazioni post-operatorie e il medico scoprì un po’ sorpreso, visto che nel foglio di dimissioni era scritto FESS, del punto di sutura sotto il labbro. Il dottore mi disse che mi avevano effettuato anche un tipo di approccio Caldwell-Luc che ormai oggi non si utilizza ma si procede solo per via trans nasale (FESS) e che ha per complicanze proprio i disturbi della sensibilità che accusavo e accuso e ha aggiunto che c’è il rischio che tali disturbi possano restare permanenti.
Da allora ho cominciato a sentirmi molto preoccupato e nello stesso tempo tradito dal chirurgo che mi aveva operato e al quale avevo riposto molta fiducia perché se avessi saputo prima delle conseguenze che tale intervento avrebbe portato anche temporaneamente non mi sarei mai sottoposto vista anche la non urgenza della patologia presente nel seno mascellare (polipo). Mi sarei limitato unicamente al setto.
Un mese dopo andai dal chirurgo il quale mi disse che un nervo era stato reciso e che sarebbe ricresciuto 1 mm al mese. E che quindi ci vorranno dai 3 mesi per ciò che il disturbo passi. Mi ha anche aggiunto che ha avuto un caso che è durato 8 mesi.
Ora sono passati 3 mesi e accuso:
- Ipoestesia 2 premolari (uno dei due fra l’altro è diventato + anestetizzato dell’altro , sembra si stia addormentando) ho come il sospetto che abbia subito pulpite necrotica. Dovrò fare verifica con il mio dentista.
- Ipoestesia alla gengiva che si è leggermente ridotta.
- Disestesie sulla guancia ( dolore come punture di spillo e su parte della guancia e labbro superiore la sensazione di ragnatela come di corpo estraneo, non è facile spiegare a parole la disestesia, provi a mettersi tre cerotti sul labbro sinistro superiore e sulla guancia e provi a parlare….. e mi dice se è un fatidio sopportabile oppure no) . Mi sveglio alla mattina come se avessi un pezzo di marmo sulla guancia.
Ora quest’esperienza è per me un po’ traumatica. Ho notato molta frettolosità e superficialità e poca serietà del chirurgo non informandomi adeguatamente. Ho perso in parte quella fiducia che nutrivo in lui e tuttora sono preoccupato per questi miei disturbi.
Mi sento come se avessi subito un intervento che non volevo fare contro la mia volontà e questo mi fa rabbia anche se ho firmato quel consenso firmato assolutamente generalizzato che poteva comprendere qualsiasi tipo di intervento al naso e ai seni paranasali.
Approfitto, vista la sua specializzazione, e anche dei Medici legali presenti in questa sezione del sito per raccontarle la mia esperienza che ha origine c.ca 3 mesi fa .
Mi sono sottoposto a un intervento al naso settoplastica funzionale con interessamento anche dei seni paranasali.
Ometterò nomi e riferimenti di luogo per privacy mia e del chirurgo.
Premetto che per me il post-operatorio è uno shock. Sono proprio 3 mesi che vivo in uno stato di ansia continua e sono costretto a prendere degli ansiolitici per alleviarlo.
4 mesi fa sotto consiglio del chirurgo mi misi in lista nella struttura sanitaria ove egli operava. La struttura mi disse che sarei stato chiamato per una visita preoperatoria che avrebbe compreso il colloquio con l'anestesista e con il chirurgo che mi avrebbe operato.
Venne il giorno della visita preoperatoria e il chirurgo non si presentò. La struttura disse che per interventi semplici i chirurghi spesso scelgono di non venire ai colloqui. Sinceramente la cosa mi preoccupò un po' ma pensai anche che non dovevo avere paura perchè l'itervento era semplice. Parlai con un altro medico della struttura che preparò la mia cartella clinica, mi chiese il tipo di intervento che mi avrebbe fatto il mio chirurgo (Settoplastica funzionale e FESS transnasale), mi disse di fargli domande in merito e mi diede da firmare piuttosto frettolosamente il consenso informato che fra l'altro non specificava minimamente il tipo di intervento a cui avrei dovuto sottopormi ma comprendeva tutte le possibili tipologie di interventi al naso e ai seni paranasali.
Venne il giorno dell'intervento, fui ricoverato verso le 11, e il chirurgo arrivò alle 12. Io ero già vestito con il camice operatorio ed ero sul mio letto ed ero in ansia per l'intervento. Il chirurgo mi fece chiamare circa 20 min. dopo nella stanzetta delle infermiere e appena allora visionò la mia TAC sul pc presente in quella stanza (3 ore prima dell'intervento), il colloquio durò 3 min e mi disse che mi avrebbe fatto un buchetto sopra la gengiva di 1mm che era come dal dentista per l’inserimento di una sonda senza spiegarmi le possibili conseguenze che quella variante poteva provocare e, per il setto, poichè la deviazione settale era dietro, disse che il profilo del naso sarebbe rimasto lo stesso.
Torno in stanza ad attendere il mio turno un po' preoccupato di questo cambiamento di programma dell'ultimo minuto. Chiesi alle infermiere quando sarebbe stato l'intervento e mi dissero che mi avrebbero operato per ultimo.
Il mio intervento nella giornata credo fosse il più complesso. L'intervento del penultimo ha durato all'incirca 15 min.
Ma l'ordine degli interventi non dovrebbe essere dal più complesso al più sempice?
L'intervento viene fatto ... ho sofferto di un po' di emoragia durante la sera .... ma poi si è tutto stabilizzato e la mattina dopo mi hanno mandato a casa con la carta in cui era scritto l’intervento “Settoplastica funzionale - FESS.
Il gg dopo chiesi al chirurgo se fosse normale avre 2 denti, la gengiva e il labbro un po' addormentati. Lui mi sisse che avrei avuto delle zone un po' anestetizzate ma poi sarebbe tornato tutto come prima.
Dopo 5 giorni andai nell’ospedale della città dove abito a fare le medicazioni post-operatorie e il medico scoprì un po’ sorpreso, visto che nel foglio di dimissioni era scritto FESS, del punto di sutura sotto il labbro. Il dottore mi disse che mi avevano effettuato anche un tipo di approccio Caldwell-Luc che ormai oggi non si utilizza ma si procede solo per via trans nasale (FESS) e che ha per complicanze proprio i disturbi della sensibilità che accusavo e accuso e ha aggiunto che c’è il rischio che tali disturbi possano restare permanenti.
Da allora ho cominciato a sentirmi molto preoccupato e nello stesso tempo tradito dal chirurgo che mi aveva operato e al quale avevo riposto molta fiducia perché se avessi saputo prima delle conseguenze che tale intervento avrebbe portato anche temporaneamente non mi sarei mai sottoposto vista anche la non urgenza della patologia presente nel seno mascellare (polipo). Mi sarei limitato unicamente al setto.
Un mese dopo andai dal chirurgo il quale mi disse che un nervo era stato reciso e che sarebbe ricresciuto 1 mm al mese. E che quindi ci vorranno dai 3 mesi per ciò che il disturbo passi. Mi ha anche aggiunto che ha avuto un caso che è durato 8 mesi.
Ora sono passati 3 mesi e accuso:
- Ipoestesia 2 premolari (uno dei due fra l’altro è diventato + anestetizzato dell’altro , sembra si stia addormentando) ho come il sospetto che abbia subito pulpite necrotica. Dovrò fare verifica con il mio dentista.
- Ipoestesia alla gengiva che si è leggermente ridotta.
- Disestesie sulla guancia ( dolore come punture di spillo e su parte della guancia e labbro superiore la sensazione di ragnatela come di corpo estraneo, non è facile spiegare a parole la disestesia, provi a mettersi tre cerotti sul labbro sinistro superiore e sulla guancia e provi a parlare….. e mi dice se è un fatidio sopportabile oppure no) . Mi sveglio alla mattina come se avessi un pezzo di marmo sulla guancia.
Ora quest’esperienza è per me un po’ traumatica. Ho notato molta frettolosità e superficialità e poca serietà del chirurgo non informandomi adeguatamente. Ho perso in parte quella fiducia che nutrivo in lui e tuttora sono preoccupato per questi miei disturbi.
Mi sento come se avessi subito un intervento che non volevo fare contro la mia volontà e questo mi fa rabbia anche se ho firmato quel consenso firmato assolutamente generalizzato che poteva comprendere qualsiasi tipo di intervento al naso e ai seni paranasali.
[#3]
Egr. Signore,pur occupandomi di medicina legale, limitatamente a quanto mi compete in ambito neurochirurgico e traumatologico, non sono io in grado di giudicare se vi sia stata una condotta colpevole da parte del chirurgo che L'ha operata. Lo potrebbe stabile solo un Otorinolaringoiatra.
Come Le dicevo nella mia precedente comunicazione, la colpa deve essere provata perchè il danno eventuale venga risarcito.
Dalla Sua descrizione però non mi sembrano emergano elememti di colpa professionale. L'eventuale variazione di tecnica chirurgica può essere dettata da molti fattori e comunque anche per questa eventualità ovviamente il paziente deve essere informato.
Ora se Lei ha comunque firmato il consenso, questo è valido ai fini giuridici come prova dell'avvenuta informazione e della sua soddisfazione per le informazioni ricevute.
Diverso è se in tale consenso non compare o non viene descritta la complicanza, più o meno transitoria, che si sarebbe verificata.
In questo caso il medico risponde non già per colpa da negligenza, imprudenza, imperizia, ma per non aver ottemperato in modo adeguato alla norma che gli impone una informazione chiara e inequivocabile da parte del paziente.
Se così è è verosimile che possa richiedere un risarcimento, ma per questo deve consultare sia un avvocato che un medico legale.
Infine, l'ordine degli interventi si stabilisce in genere in base ad esigenze cliniche del paziente, di organizzazione della sala operatoria ecc., non seguendo regole precise e comunque non in base alla complessità dell'intervento, ma alla discrezione di chi organizza il programma operatorio, discrezione però relativa alle esigenze di cui sopra.
G.Migliaccio
Come Le dicevo nella mia precedente comunicazione, la colpa deve essere provata perchè il danno eventuale venga risarcito.
Dalla Sua descrizione però non mi sembrano emergano elememti di colpa professionale. L'eventuale variazione di tecnica chirurgica può essere dettata da molti fattori e comunque anche per questa eventualità ovviamente il paziente deve essere informato.
Ora se Lei ha comunque firmato il consenso, questo è valido ai fini giuridici come prova dell'avvenuta informazione e della sua soddisfazione per le informazioni ricevute.
Diverso è se in tale consenso non compare o non viene descritta la complicanza, più o meno transitoria, che si sarebbe verificata.
In questo caso il medico risponde non già per colpa da negligenza, imprudenza, imperizia, ma per non aver ottemperato in modo adeguato alla norma che gli impone una informazione chiara e inequivocabile da parte del paziente.
Se così è è verosimile che possa richiedere un risarcimento, ma per questo deve consultare sia un avvocato che un medico legale.
Infine, l'ordine degli interventi si stabilisce in genere in base ad esigenze cliniche del paziente, di organizzazione della sala operatoria ecc., non seguendo regole precise e comunque non in base alla complessità dell'intervento, ma alla discrezione di chi organizza il programma operatorio, discrezione però relativa alle esigenze di cui sopra.
G.Migliaccio
[#4]
Ex utente
Grazie dottore,
Comunque non era certo mia intenzione denunciare il dottore che mi ha operato...... anche secondo me non ha fatto errori di negligenza o altro..... il mio interesse era di pura curiosità per comprendere quanto quel documento che i pazienti firmano influisce sull'intervento.
Ora mi affido alla capacità del mio organismo di recuperare e guarirsi da solo.
Un salutone,
Andrea
Comunque non era certo mia intenzione denunciare il dottore che mi ha operato...... anche secondo me non ha fatto errori di negligenza o altro..... il mio interesse era di pura curiosità per comprendere quanto quel documento che i pazienti firmano influisce sull'intervento.
Ora mi affido alla capacità del mio organismo di recuperare e guarirsi da solo.
Un salutone,
Andrea
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.9k visite dal 05/01/2008.
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