Secondo referto citologia urinaria è documento interno riservato. perché? come ottenerne copia?
Egregi medici,
desidero sottoporvi un problema per il quale non so come procedere.
Da anni mia madre, che ha poco più di settant’anni, soffre di micro perdite ematiche urinarie. Il medico di base ha richiesto una citologia urinaria nel 2007, ma è risultata completamente negativa. Nel febbraio del 2010 il medico di base ha ritenuto di ripetere l’esame e il referto recita: «All’esame citologico si osservano alcune cellule uroteliali con atipia severa. Tali elementi presentano nuclei ingranditi, ipercromatici, dismetrici, con cromatina irregolarmente distribuita e scarso citoplasma». A quel punto ci siamo rivolte privatamente a specialista urologo che ha effettuato una prima citostoscopia, del tutto negativa.
Quindi ci rivolgiamo al ginecologo che ha compilato una bella cartellina scrivendo la termine «la paziente non necessita di ulteriori accertamenti».
Di seguito, ad aprile, la mamma si è sottoposta ad uroTC con liquido di contrasto e ci siamo rivolte al primario della locale Clinica Urologica, persona stimabilissima. Di seguito nuova cistostocopia, sempre con esito negativo, quindi ad agosto 2010 nuovamante citologie urinarie con il questo referto «si osservano cellule uroteliali, alcune delle quali con alterazioni nucleari, leucociti e numerose emazie». Quindi a settembre segue cistoscopia con mapping ove si riscontrano focus di displasia. Quindi al nuovo controllo previsto per gennaio ecco il referto delle citologie urinarie: «Si osservano cellule uroteliali con atipia sospetta per carcinoma. Tali elementi presentano nuclei ingranditi, ipercromatici, dimetrici con cromatina irregolarmente distribuita e scarso citoplasma».
Questo genera un grande allarme, ma il primario non sembra preoccupato. Tuttavia rivede il caso, chiede chiarimenti all’anatomia patologica e dopo poco mi ricontatta telefonicamente per spiegarmi che la situazione è diversa e che c’è un problema ginecologico urgente. Mi legge tutt’altro referto di cui io non dispongo, in cui si parla, non più di cellule uroteliali, ma cellule muco secernenti.
Sono venuta a sapere che questo secondo referto sui campioni di urina consegnati a gennaio è un documento interno riservato. È possibile averne copia? Quale iter burocratico bisogna seguire?
Mia madre avrebbe diritto a chiederlo, anche per farsi curare altrove o chiedere un parere ad altri specialisti ginecologi?
Come dobbiamo valutare la posizione del ginecologo che il 25 marzo 2010 ha eseguito un’ecografia trans vaginale, scrivendo poi che la mamma non necessitava di ulteriori accertamenti?
Il mio sospetto, in buona sostanza, è che mia madre avesse da sempre un problema di carcinoma ginecologico (per il quale ora dovrà sottopersi ad intervento chirurgico) e a causa dei referti che indicavano sempre cellule uroteliali, si sia perso addirittura un anno.
desidero sottoporvi un problema per il quale non so come procedere.
Da anni mia madre, che ha poco più di settant’anni, soffre di micro perdite ematiche urinarie. Il medico di base ha richiesto una citologia urinaria nel 2007, ma è risultata completamente negativa. Nel febbraio del 2010 il medico di base ha ritenuto di ripetere l’esame e il referto recita: «All’esame citologico si osservano alcune cellule uroteliali con atipia severa. Tali elementi presentano nuclei ingranditi, ipercromatici, dismetrici, con cromatina irregolarmente distribuita e scarso citoplasma». A quel punto ci siamo rivolte privatamente a specialista urologo che ha effettuato una prima citostoscopia, del tutto negativa.
Quindi ci rivolgiamo al ginecologo che ha compilato una bella cartellina scrivendo la termine «la paziente non necessita di ulteriori accertamenti».
Di seguito, ad aprile, la mamma si è sottoposta ad uroTC con liquido di contrasto e ci siamo rivolte al primario della locale Clinica Urologica, persona stimabilissima. Di seguito nuova cistostocopia, sempre con esito negativo, quindi ad agosto 2010 nuovamante citologie urinarie con il questo referto «si osservano cellule uroteliali, alcune delle quali con alterazioni nucleari, leucociti e numerose emazie». Quindi a settembre segue cistoscopia con mapping ove si riscontrano focus di displasia. Quindi al nuovo controllo previsto per gennaio ecco il referto delle citologie urinarie: «Si osservano cellule uroteliali con atipia sospetta per carcinoma. Tali elementi presentano nuclei ingranditi, ipercromatici, dimetrici con cromatina irregolarmente distribuita e scarso citoplasma».
Questo genera un grande allarme, ma il primario non sembra preoccupato. Tuttavia rivede il caso, chiede chiarimenti all’anatomia patologica e dopo poco mi ricontatta telefonicamente per spiegarmi che la situazione è diversa e che c’è un problema ginecologico urgente. Mi legge tutt’altro referto di cui io non dispongo, in cui si parla, non più di cellule uroteliali, ma cellule muco secernenti.
Sono venuta a sapere che questo secondo referto sui campioni di urina consegnati a gennaio è un documento interno riservato. È possibile averne copia? Quale iter burocratico bisogna seguire?
Mia madre avrebbe diritto a chiederlo, anche per farsi curare altrove o chiedere un parere ad altri specialisti ginecologi?
Come dobbiamo valutare la posizione del ginecologo che il 25 marzo 2010 ha eseguito un’ecografia trans vaginale, scrivendo poi che la mamma non necessitava di ulteriori accertamenti?
Il mio sospetto, in buona sostanza, è che mia madre avesse da sempre un problema di carcinoma ginecologico (per il quale ora dovrà sottopersi ad intervento chirurgico) e a causa dei referti che indicavano sempre cellule uroteliali, si sia perso addirittura un anno.
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Gentile Utente,
La Legge 241/1990 riconosce al cittadino il diritto di accedere ai dati che lo riguardano, e che sono in possesso della Pubblica Amministrazione.
Titolari del diritto di accesso ai sensi dell'art 22 della legge 241/1990 sono tutti i soggetti interessati, e cioè i privati, anche portatori di interessi diffusi che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale corrispondente ad una situazione giuridica tutelata e connessa al documento in relazione al quale si richiede l'accesso.
L'oggetto del diritto d'accesso è il documento amministrativo definito nell'art. 22 come "ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni, formati dalle pubbliche amministrazioni o, comunque utilizzati ai fini dell'attività amministrativa."
Quindi per ottenere dalla struttura sanitaria l'accesso a tutti i documenti che la riguardano (compresi gli atti interni, che lei citava) la Sua genitrice può inoltrare formale domanda di accesso agli atti in possesso di detta struttura sanitaria.
Per quanto concerne la valutazione dell'operato del ginecologo privato, Le consiglio di sottoporre il caso, con tutta la documentazione in Vostro possesso, ad uno specialista medico-legale di Vostra fiducia.
Distinti Ossequi.
La Legge 241/1990 riconosce al cittadino il diritto di accedere ai dati che lo riguardano, e che sono in possesso della Pubblica Amministrazione.
Titolari del diritto di accesso ai sensi dell'art 22 della legge 241/1990 sono tutti i soggetti interessati, e cioè i privati, anche portatori di interessi diffusi che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale corrispondente ad una situazione giuridica tutelata e connessa al documento in relazione al quale si richiede l'accesso.
L'oggetto del diritto d'accesso è il documento amministrativo definito nell'art. 22 come "ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni, formati dalle pubbliche amministrazioni o, comunque utilizzati ai fini dell'attività amministrativa."
Quindi per ottenere dalla struttura sanitaria l'accesso a tutti i documenti che la riguardano (compresi gli atti interni, che lei citava) la Sua genitrice può inoltrare formale domanda di accesso agli atti in possesso di detta struttura sanitaria.
Per quanto concerne la valutazione dell'operato del ginecologo privato, Le consiglio di sottoporre il caso, con tutta la documentazione in Vostro possesso, ad uno specialista medico-legale di Vostra fiducia.
Distinti Ossequi.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5k visite dal 03/04/2011.
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