Malattia professionale

Buonasera,
le scrivo da parte di mia madre.
Ad agosto 2010 ha subito un'operazione per rottura del tendine della spalla dx.
Premettendo che era già stata operata 3 anni prima ma senza buoni risultati, la riabilitazione è stata più luga e complessa.
L'Inail le ha riconosciuto la malattia professionale se non che lunedì 28/03/2011 le hanno chiuso la pratica perchè risultava guarita.
Mia madre ha presentato anche il certificato della visita del fisiatra che la operò che le aveva consigliato almeno un'altro mese di terapia.
A questo punto:
Come fà mia madre a fare la terapia se deve tornare a lavorare?
La dott.ssa dell'Inail le ha detto simpaticamente di chiedere i turni come se fosse facile.
Come può riprendere la stessa attività lavorativa se proprio quella le ha provocato la rottura del tendine?
Naturalmente le hanno detto che l'azienda dovrà trovargli una mansione idonea, ma dato che la mansione idonea non c'è, è giusto che mia madre venga licenziata?
Specifico che ha 48 anni, 14 ernie del disco lombari e cervicali, è già stata operata 3 volte al viso, ha epicondilite sempre al gomito dx ed una ciste al ginocchio, ma le hanno sempre rifiutato la pensione in quanto troppo giovane.
E' possibile fare un ricorso e in quale modo?
Grazie vivamente per la risposta.
Spero possiate aiutarmi in quanto mi distrugge vederla così demoralizzata.

Cordiali Saluti
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Dal mio punto di vista (psicologia del lavoro e psicopatologia forense) non rinuncerei a raccogliere una anamnesi lavorativa per valutare la eventuale correlazione tra gli episodi di malattia e le condizioni di lavoro. Valuterei anche la consistenza del rischio di licenziamento (è solo una preoccupazione o qualcosa di più? Quali possono essere le ragioni?). E' necessario considerare la problematica in modo più ampio, anche ricorrendo all'aiuto di un esperto giuslavorista affinchè si possa fare una valutazione complessiva da un punto di vista medico-legale ed eventualmente considerare la presenza o l'assenza di un nesso di causalità tra le condizioni di salute e le condizioni di lavoro.
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 743 29
Gent. Utente,
il compito dell'Inail non è trovare il lavoro alle persone ma valutare se la lesione che ha determinato inizialmente l'impossibilità a lavorare si sia stabilizzata quindi guarita anche se con dei postumi.
Data la situazione complessiva di sua mamma (presenta anche 14 - quattordici - ernie della colonna vertebrale) mi sembra preoccupante le consiglierei:
1) per il lavoro di farsi consigliare direttamente da un medico legale in quanto l'azienda potrebbe anche decidere di licenziarla (ha fatto la visita dal medico competente?)
2) presentare domanda di invalidità civile (previo colloquio con una struttura sindacale).
Buona serata

Andrea dott. Mancini
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni

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Utente
Utente
Buongiorno,
principalmente ringrazio per le risposte datemi.
Inoltre vorrei rispondere alle domande che mi avete posto:
Il rischio di licenziamento è reale in quanto già all'utima visita di idoneità del medico competente della società, le avevano detto che se avesse avuto problemi anche nel reparto in cui sarebbe andata a lavorare, non avrebbero avuto altre alternative in quanto tutti i reparti non vanno d'accordo con i problemi dimostrati da mia madre.
In ogni caso la visita dal medico competente è fissata per domani, e probabilmente saprò darvi più informazioni certe.
Per quanto riguarda il consiglio di presentare la domanda di invalidità civile, lei pensa che in quel modo possa trovare un lavoro più accettabile per il suo stato di salute? vorrei far presente che ha solo la scuola dell'obbligo perciò credo che sia davvero difficile.
Ringraziando nuovamente, porgo
Cordiali saluti
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 743 29
Gent. Utente,
le ribadisco il consiglio già datole, vedrà che parlando direttamente con una struttura sindacale molti problemi potrebbero essere risolti.
Buona giornata
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Il collega ha fatto delle osservazioni molto pertinendi e in qualche modo ha confermato anche il mio punto di vista.
Credo sia opportuno legittimare la varie posizioni in gioco: Inail tutela il campo di sua competenza ed esprime una legittima posizione; altrettanto è legittima la eventuale decisione dell'azienda rispetto alla tutela dei suoi interessi.

Il punto fondamentale che vorrei evidenziare e che riguarda i fattori psicologici chiave di questa vicenda relativa alla mamma di 48 anni, è questo: la signora ha il sacrosanto diritto di vedere tutelata la sua salute (anche quella psicologica) e la dignità di lavoratrice: Per far ciò è necessario che lei sappia come orientare la sua richiesta di aiuto e sappia anche cosa chiedere. Perché in prima battuta il percorso da intraprendere, a me sembrerebbe riguardare il campo del diritto del lavoro e della tutela del lavoratore.

Giusto quindi rivolgersi ad una rappresentanza sindacale motivata; altrettanto giusto sapere, da parte della signora che il suo lavoro è tutelato giuridicamente (ad es:: riguardo l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro).

Credo pertanto che, a partire da questa consapevolezza, la signora possa meglio far fronte alle preoccupazioni che potranno eventualmente delinearsi in dipendenza dell'esito della visita del mc; ma anche valutare la opportunità di mettere in relazione la sua storia professionale con i suoi problemi di salute.
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Utente
Utente
Grazie per le risposte.
Dopo la visita del mc probabilmente la situazione sarà più chiara.