Invalidità: Ipertesa dal 2007
Buon giorno. Riassumo. Ipertesa dal 2007; pressione tenuta sotto controllo assumendo mezza compressa di Congescor al mattino e mezza di Blopresid nel primo pomeriggio. Tiroidite cronica. Dopo un breve esordio di ipotiroidismo curato per qualche mese con Eutirox da 50, dall’inizio del 2009 sono ipertiroidea. Per vicende che qui sarebbe lungo e inutile raccontare (ci sono, comunque, dei miei post settore endocrinologia) ho cominciato la terapia con Tapazole solo a luglio di quest’anno. Allo stato assumo 2 compresse e mezzo al giorno di questo farmaco ma il mio TSH è ancora indosabile, mentre FT3 ed FT4 sono quasi nella norma.
Per completezza di informazione, faccio presente che da circa due anni dormo molto poco la notte con risvegli precoci e sensazione di continua stanchezza e come di trascinare le giornate.
A settembre 2010, al ritorno dalle ferie, all’improvviso vengo colta da forte senso di compressione al torace e da un altrettanto forte attacco di ansia; su consiglio del cardiologo corsa in ospedale, esami cardiologici di rito compresi gli enzimi cardiaci. Per fortuna, tutto negativo. Vengo mandata a casa con il consiglio di assumere otto gocce di EN prima di andare a letto. La cosa si ripete il giorno dopo. Il medico di base sostiene che dovrei consultare uno psichiatra, il cardiologo, invece, mi fa effettuare radiografie al torace, esofago, stomaco e duodeno, tutti negativi, e una lunga serie di analisi del sangue, altrettanto negative.
Nel frattempo di notte non dormo affatto, durante il giorno sono debolissima, praticamente non mi reggo in piedi, spesso accuso tachicardia, ho continuamente il fiato corto, una sensazione di ansia schiacciante e come di testa vuota, qualche capogiro e non riesco a concentrarmi neanche per leggere un libro. Per rendere l’idea il solo percorrere il corridoio di casa mia mi fa lo stesso effetto di scalare una ripida parete di montagna.
Finalmente riesco ad avere un appuntamento dallo psichiatra che mi diagnostica una “depressione maggiore” e mi consiglia di assumere una compressa di Valdoxan la sera e 10 gocce di EN subito dopo. Per una settimana sembra andare meglio, ma subito dopo i sintomi tornano più forti di prima; ricontatto lo psichiatra che mi consiglia di assumere dieci gocce di EN anche la mattina e, comunque, al bisogno anche in dosi maggiori fino a venti gocce e aggiunge il Cipralex dieci gocce di prima mattina.
Dopo circa un mese e mezzo di terapia riesco a controllare l’ansia, ma la sensazione di debolezza resiste così come i precoci risvegli notturni cui si è aggiunta una sensazione quasi continua di nausea e gli altri sintomi sopra descritti seppure un po’ attenuati. Le rare volte che esco di casa devo farlo accompagnata da qualcuno perché all’improvviso mi assale una fortissima debolezza e una forte di nausea e devo appoggiarmi o sedermi. Ho continui contatti con lo psichiatra che mi tranquillizza, mi dice che devo avere fiducia perché ci vuole tempo per stabilizzarmi. Sono in malattia fino a metà gennaio prossimo.
Considerati il quadro tiroideo e quello psichiatrico mi è stato consigliato di chiedere l’invalidità; sono rimasta molto sorpresa.
Ne ho titolo? Se sì, quale è la strada da seguire?
Mi scuso per la lunghezza del post e ringrazio sin d’ora moltissimo chiunque vorrà darmi una risposta.
Per completezza di informazione, faccio presente che da circa due anni dormo molto poco la notte con risvegli precoci e sensazione di continua stanchezza e come di trascinare le giornate.
A settembre 2010, al ritorno dalle ferie, all’improvviso vengo colta da forte senso di compressione al torace e da un altrettanto forte attacco di ansia; su consiglio del cardiologo corsa in ospedale, esami cardiologici di rito compresi gli enzimi cardiaci. Per fortuna, tutto negativo. Vengo mandata a casa con il consiglio di assumere otto gocce di EN prima di andare a letto. La cosa si ripete il giorno dopo. Il medico di base sostiene che dovrei consultare uno psichiatra, il cardiologo, invece, mi fa effettuare radiografie al torace, esofago, stomaco e duodeno, tutti negativi, e una lunga serie di analisi del sangue, altrettanto negative.
Nel frattempo di notte non dormo affatto, durante il giorno sono debolissima, praticamente non mi reggo in piedi, spesso accuso tachicardia, ho continuamente il fiato corto, una sensazione di ansia schiacciante e come di testa vuota, qualche capogiro e non riesco a concentrarmi neanche per leggere un libro. Per rendere l’idea il solo percorrere il corridoio di casa mia mi fa lo stesso effetto di scalare una ripida parete di montagna.
Finalmente riesco ad avere un appuntamento dallo psichiatra che mi diagnostica una “depressione maggiore” e mi consiglia di assumere una compressa di Valdoxan la sera e 10 gocce di EN subito dopo. Per una settimana sembra andare meglio, ma subito dopo i sintomi tornano più forti di prima; ricontatto lo psichiatra che mi consiglia di assumere dieci gocce di EN anche la mattina e, comunque, al bisogno anche in dosi maggiori fino a venti gocce e aggiunge il Cipralex dieci gocce di prima mattina.
Dopo circa un mese e mezzo di terapia riesco a controllare l’ansia, ma la sensazione di debolezza resiste così come i precoci risvegli notturni cui si è aggiunta una sensazione quasi continua di nausea e gli altri sintomi sopra descritti seppure un po’ attenuati. Le rare volte che esco di casa devo farlo accompagnata da qualcuno perché all’improvviso mi assale una fortissima debolezza e una forte di nausea e devo appoggiarmi o sedermi. Ho continui contatti con lo psichiatra che mi tranquillizza, mi dice che devo avere fiducia perché ci vuole tempo per stabilizzarmi. Sono in malattia fino a metà gennaio prossimo.
Considerati il quadro tiroideo e quello psichiatrico mi è stato consigliato di chiedere l’invalidità; sono rimasta molto sorpresa.
Ne ho titolo? Se sì, quale è la strada da seguire?
Mi scuso per la lunghezza del post e ringrazio sin d’ora moltissimo chiunque vorrà darmi una risposta.
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Gent. Utente,
dato il suo attuale stato di salute mi sembra importante che lei prenda in considerazione l'ipotesi di presentare domanda di invalidità civile ed anche di verificare la possibilità di presentare domanda di invalidità ordinaria all'inps nel caso lei sia dipendente.
L'iter da seguire, più semplice e con possibilità di informazioni dirette, è quello di rivolgersi innanzitutto al suo medico di medicina generale che deve conoscere le procedure ed eventualmente ad una struttura di patronato dove può anche essere assistita per la parte medico legale.
Di fatto si tratta di inviare per via telematica una domanda all'inps per l'invalidità civile (ma anche per l'assegno ordinario di invalidità).
Buona fortuna
dato il suo attuale stato di salute mi sembra importante che lei prenda in considerazione l'ipotesi di presentare domanda di invalidità civile ed anche di verificare la possibilità di presentare domanda di invalidità ordinaria all'inps nel caso lei sia dipendente.
L'iter da seguire, più semplice e con possibilità di informazioni dirette, è quello di rivolgersi innanzitutto al suo medico di medicina generale che deve conoscere le procedure ed eventualmente ad una struttura di patronato dove può anche essere assistita per la parte medico legale.
Di fatto si tratta di inviare per via telematica una domanda all'inps per l'invalidità civile (ma anche per l'assegno ordinario di invalidità).
Buona fortuna
Andrea dott. Mancini
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni
[#2]
Utente
Buongiorno.
Il quadro tiroideo sopra descritto è rimasto lo stesso; lo stesso dicasi per quello cardiologico. Dal punto di vista psichiatrico persistono la debolezza e la stanchezza al mattino (anche peggiorate nelle due ultime due settimane), mentre riesco di giorno a fare brevi passeggiate nei dintorni di casa, ma di sera mi sento confusa e ho sempre bisogno che qualcuno mi accompagni. IL riposo notturno va e viene. Al momento assumo una cmp da 20 mg di Cipralex al mattino e una cmp di Valdoxan e 10 gtc di EN alla sera prima di andare a letto.
Ho presentato richiesta di invalidità civile e di invalidità ordinaria Inps.
Alle patologie già segnalate il medico di base ha aggiunto, sulla base di certificazioni rilasciate da Asl o da Ospedali Pubblici, sindrome artrosica cervicale e lombalgia cronica in artrosica con contrattura muscolare paravertebrale; miopia grave (vnod = cld a 50 cm. - vcod rf -16 = 7/10; vnos = 4/50 vcos = rf -4 = 10/10) paziente anisometrope e, quindi, funzionalmente monocola); gastrire con ernia iatale da scivolamento.
Ho effettuato visita per quella ordinaria Inps con visita psichiatrica aggiuntiva.
Oggi ho ricevuto risposta di questo tenore: non è stato possibile accogliere la domanda di pensione ordinaria di inabilità perchè non sono risultate infermitaà tali da determinare una assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa; inoltre, la richiesta di assegno di invalidità, indicata in via subordinata, non è stata accolta in quanto non sono risultate infermità tali da determinare una permanente riduzione a meno di un terzo della capacità di lavoro in occupazioni confacenti alle attitudini personali".
Nessuna indicazione in merito alla percentuale di invalidità eventualmente riconosciutami.
Preciso che sono bancaria, addetta alle concessioni fidi alle imprese con continui contatti con la clientela e che sono in malattia sino al prossimo 12 maggio.
In attesa di poter contattare il patronato che ha seguito la pratica o, se del caso, un legale gradirei moltissimo avere una Vostra opinione in proposito.
Moltissime grazie per la Vostra consueta cortesia.
Il quadro tiroideo sopra descritto è rimasto lo stesso; lo stesso dicasi per quello cardiologico. Dal punto di vista psichiatrico persistono la debolezza e la stanchezza al mattino (anche peggiorate nelle due ultime due settimane), mentre riesco di giorno a fare brevi passeggiate nei dintorni di casa, ma di sera mi sento confusa e ho sempre bisogno che qualcuno mi accompagni. IL riposo notturno va e viene. Al momento assumo una cmp da 20 mg di Cipralex al mattino e una cmp di Valdoxan e 10 gtc di EN alla sera prima di andare a letto.
Ho presentato richiesta di invalidità civile e di invalidità ordinaria Inps.
Alle patologie già segnalate il medico di base ha aggiunto, sulla base di certificazioni rilasciate da Asl o da Ospedali Pubblici, sindrome artrosica cervicale e lombalgia cronica in artrosica con contrattura muscolare paravertebrale; miopia grave (vnod = cld a 50 cm. - vcod rf -16 = 7/10; vnos = 4/50 vcos = rf -4 = 10/10) paziente anisometrope e, quindi, funzionalmente monocola); gastrire con ernia iatale da scivolamento.
Ho effettuato visita per quella ordinaria Inps con visita psichiatrica aggiuntiva.
Oggi ho ricevuto risposta di questo tenore: non è stato possibile accogliere la domanda di pensione ordinaria di inabilità perchè non sono risultate infermitaà tali da determinare una assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa; inoltre, la richiesta di assegno di invalidità, indicata in via subordinata, non è stata accolta in quanto non sono risultate infermità tali da determinare una permanente riduzione a meno di un terzo della capacità di lavoro in occupazioni confacenti alle attitudini personali".
Nessuna indicazione in merito alla percentuale di invalidità eventualmente riconosciutami.
Preciso che sono bancaria, addetta alle concessioni fidi alle imprese con continui contatti con la clientela e che sono in malattia sino al prossimo 12 maggio.
In attesa di poter contattare il patronato che ha seguito la pratica o, se del caso, un legale gradirei moltissimo avere una Vostra opinione in proposito.
Moltissime grazie per la Vostra consueta cortesia.
[#4]
Utente
Dottor Mancini, buon giorno e grazie per la cortese e celere risposta.
Ieri ho dimenticato di inserire nel mio post una circostanza che è stata giudicata quantomeno "curiosa" dal rappresentante del patronato che mi assiste.
Infatti, circa due settimane prima della visita specialistica psichiatrica, il patronato ha ricevuto dall'Ufficio Liquidazioni dell'Inps della mia città i moduli cosiddetti "reddituali" tra cui un atto notorio che io ho firmato e che, secondo l'esperienza più che trentennale della persona che ha seguito la mia pratica, costituivano indicazione dell'accoglimento della mia domanda. Il successivo diniego della stessa è stato, pertanto, oggetto di autentica sorpresa per tutti noi.
Scusandomi sin da ora per l'insistenza, gradirei conoscere, in base alla sua esperienza, un suo parere in merito.
In definitiva, è stato un errore dell'impiegato statale che ha inviato i moduli troppo presto o anche Lei trova strano quanto mi è accaduto? Il tutto può essere inserito nel ricorso?
Grazie per l'attenzione comunque riservatami.
Ieri ho dimenticato di inserire nel mio post una circostanza che è stata giudicata quantomeno "curiosa" dal rappresentante del patronato che mi assiste.
Infatti, circa due settimane prima della visita specialistica psichiatrica, il patronato ha ricevuto dall'Ufficio Liquidazioni dell'Inps della mia città i moduli cosiddetti "reddituali" tra cui un atto notorio che io ho firmato e che, secondo l'esperienza più che trentennale della persona che ha seguito la mia pratica, costituivano indicazione dell'accoglimento della mia domanda. Il successivo diniego della stessa è stato, pertanto, oggetto di autentica sorpresa per tutti noi.
Scusandomi sin da ora per l'insistenza, gradirei conoscere, in base alla sua esperienza, un suo parere in merito.
In definitiva, è stato un errore dell'impiegato statale che ha inviato i moduli troppo presto o anche Lei trova strano quanto mi è accaduto? Il tutto può essere inserito nel ricorso?
Grazie per l'attenzione comunque riservatami.
[#5]
Utente
Pregherei il dottor Mancini, o un altro medico che voglia farlo, di rispondere per favore al quesito sopra esposto.
Per me è importante per capire, in quanto il patronato che ha seguito la mia pratica ed il medico legale contattato nella mia città hanno in merito opinioni diverse.
A me piacerebbe sapere che cosa prevede la normativa Inps e, se possibile, dove poterla reperire in maniera completa.
Grazie ancora.
Per me è importante per capire, in quanto il patronato che ha seguito la mia pratica ed il medico legale contattato nella mia città hanno in merito opinioni diverse.
A me piacerebbe sapere che cosa prevede la normativa Inps e, se possibile, dove poterla reperire in maniera completa.
Grazie ancora.
[#6]
Gent. Utente,
si tratta di un quesito tipicamente amministrativo. Il perché l'Inps le abbia richiesto i redditi è domanda che va posta direttamente all'Inps ma comunque è possibile per l'inps richiedere tale documentazione.
In cosa consiste la difformità dei pareri tra il patronato e lo specialista in medicina legale?
Buona giornata
si tratta di un quesito tipicamente amministrativo. Il perché l'Inps le abbia richiesto i redditi è domanda che va posta direttamente all'Inps ma comunque è possibile per l'inps richiedere tale documentazione.
In cosa consiste la difformità dei pareri tra il patronato e lo specialista in medicina legale?
Buona giornata
[#7]
Utente
Grazie per la risposta. Riassumendo: l'ufficio medico legale e quello liquidazione pensioni dell'Inps della mia città sostengono che non sono tenuti a dare alcuna risposta in merito all'iter amministrativo della mia pratica e che per me è possibile solo fare ricorso sulla base della comunicazione (evidentemente un fac-simile) di risposta che mi hanno mandato e che non dice niente tranne che la mia richiesta è stata respinta; il patronato sostiene che la prassi da sempre ha previsto l'invio della richiesta della documentazione reddituale e familiare ad approvazione "medica" avvenuta e che è la prima volta che vedono un caso simile; il medico legale da me contattato, invece, ritiene che tale richiesta di documenti non abbia nulla di straordinario.
La mia opinione di profana assoluta è che questo tipo di provvidenze è sempre stato e sempre sarà circondato da un alone di mistero che serve solo a confondere il cittadino in barba alla tanto strombazzata trasparenza; infatti, nessuno, sinora, ha risposto alla domanda: "va bene, ma dove trovo le basi normative dell'esperienza che ciascuno sostiene di avere?". O, forse, ciascuno è una repubblica a se' stante e si regola a seconda delle circostanze?
Grazie della pazienza. saluti.
La mia opinione di profana assoluta è che questo tipo di provvidenze è sempre stato e sempre sarà circondato da un alone di mistero che serve solo a confondere il cittadino in barba alla tanto strombazzata trasparenza; infatti, nessuno, sinora, ha risposto alla domanda: "va bene, ma dove trovo le basi normative dell'esperienza che ciascuno sostiene di avere?". O, forse, ciascuno è una repubblica a se' stante e si regola a seconda delle circostanze?
Grazie della pazienza. saluti.
[#8]
Gent. Utente,
francamente sulle modalità amministrative preferisco non rispondere in quanto anch'io chiederei consiglio ad un patronato pur consapevole che la richiesta di documentazione attestante il reddito sia plausibile e neanche assolutamente fuori luogo.
Credo sia più importante rispondere al criterio medico legale della sussistenza o meno dei requisiti sanitari per godere degli eventuali benefici di legge.
A tal proposito, se il collega da lei contattato lo ritiene opportuno, può presentare ricorso in tribunale.
Buona giornata
francamente sulle modalità amministrative preferisco non rispondere in quanto anch'io chiederei consiglio ad un patronato pur consapevole che la richiesta di documentazione attestante il reddito sia plausibile e neanche assolutamente fuori luogo.
Credo sia più importante rispondere al criterio medico legale della sussistenza o meno dei requisiti sanitari per godere degli eventuali benefici di legge.
A tal proposito, se il collega da lei contattato lo ritiene opportuno, può presentare ricorso in tribunale.
Buona giornata
[#10]
Utente
Ho presentato ricorso in collegiale tramite un medico legale di mia fiducia abbandonando il patronato che, purtroppo, l'ho capito dopo, ha gestito la mia pratica con una certa superficialità.
Nel frattempo continuo ad essere in malattia dato che il quadro psichiatrico dall'inizio dell'estate è molto peggiorato e sono ricomparsi tutti i sintomi descritti all'inizio del post.
Il caldo acuisce molto la sensazione di debolezza che mi segue per tutta la giornata, per cui praticamente non riesco più ad uscire nonostante il consiglio dello psichiatra di non restare chiusa in casa, cosa che peggiora lo stato del mio umore.
Ne ho parlato con il medico di base che mi ha consigliato di far produrre allo specialista un certificato in cui venga riportata la necessità di poter uscire di casa senza rispettare gli orari di reperibilità in modo da poter uscire quando mi sento mi farlo e di farmi autorizzare dall'Inps.
Mi sono recata presso l'Inps munita di tale certificazione in compagnia, per fortuna, di una amica che mi accompagna sempre in casi come questo. L'impiegato allo sportello, dopo aver ascoltato la mia richiesta, mi ha letteralmente sibilato che neanche morta avrei avuto questa deroga e mi ha sollecitato con molta rudezza ad andarmene perchè ne aveva piene le tasche di gente come me che finge di avere malattie psichiatriche per non andare a lavorare e vuole pure andare al mare.
Sono rimasta senza parole. Insieme ad un legale stiamo pensando di fare una lettera ufficiale di reclamo all'Ente per il comportamento dell'impiegato di cui avevo preso il nome.
Quello che mi interessa davvero, però, è sapere se sia vero che la normativa non preveda alcun tipo di deroga rispetto alle fasce di reperibilità.
Lo chiedo a Voi dato che il medico legale che mi assiste è al momento in ferie.
Grazie per lo splendido lavoro che fate.
Nel frattempo continuo ad essere in malattia dato che il quadro psichiatrico dall'inizio dell'estate è molto peggiorato e sono ricomparsi tutti i sintomi descritti all'inizio del post.
Il caldo acuisce molto la sensazione di debolezza che mi segue per tutta la giornata, per cui praticamente non riesco più ad uscire nonostante il consiglio dello psichiatra di non restare chiusa in casa, cosa che peggiora lo stato del mio umore.
Ne ho parlato con il medico di base che mi ha consigliato di far produrre allo specialista un certificato in cui venga riportata la necessità di poter uscire di casa senza rispettare gli orari di reperibilità in modo da poter uscire quando mi sento mi farlo e di farmi autorizzare dall'Inps.
Mi sono recata presso l'Inps munita di tale certificazione in compagnia, per fortuna, di una amica che mi accompagna sempre in casi come questo. L'impiegato allo sportello, dopo aver ascoltato la mia richiesta, mi ha letteralmente sibilato che neanche morta avrei avuto questa deroga e mi ha sollecitato con molta rudezza ad andarmene perchè ne aveva piene le tasche di gente come me che finge di avere malattie psichiatriche per non andare a lavorare e vuole pure andare al mare.
Sono rimasta senza parole. Insieme ad un legale stiamo pensando di fare una lettera ufficiale di reclamo all'Ente per il comportamento dell'impiegato di cui avevo preso il nome.
Quello che mi interessa davvero, però, è sapere se sia vero che la normativa non preveda alcun tipo di deroga rispetto alle fasce di reperibilità.
Lo chiedo a Voi dato che il medico legale che mi assiste è al momento in ferie.
Grazie per lo splendido lavoro che fate.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3.2k visite dal 29/11/2010.
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