Morte di infante

circa cinque mesi fa, in una città ,capoluogo di provincia, è avvenuto un grave episodio di sospetta mal organizzazione della sanità, descrivo esattamente il caso.
Un bambino rom di circa quattro anni è stato investito da un' auto, il guidatore ha raccolto il bambino dalla strada è si'è diretto verso l'ospedale più vicino-circa un chilometro di distanza,in pieno centro cittadino-.Giunto in pronto soccorso, i sanitari hanno constatato le condizioni cliniche con cui si presentava il bambino( coma profondo-gcs 1+1+1-cosi era trascritto sul giornale locale).Pertanto, il rianimatore eseguiva intubazione orotracheale ed effettua tc cranio che evidenziava una frattura del basicranio-otorragia-emorragia subaracnoidea destra-emoventricolo destro-rigonfiamento parenchimale).conttatavano la neurochirurgia piu' vicina a tre km e non quella della loro azienda distante circa 20 km nella zona nord della città. i medici solamente sentito telefonicamente le gravi condizioni cliniche dell'infante consigliavano il ricovero in rianimazione( visto che era intubato) con neurochirurgia annessa.cosi il bambino è finito a 100 km di distanza poichè non c'era posto in questa città.dopo circa un'ora che era arrivato , morì.
Il caso è finito sul giornale a causa delle affermazioni di un medico del 118 della città in cui è morto.questo sanitario accusava i suoi colleghi di aver intubato un morto e successivamente averlo inviato in un altra città per levarsi una patata bollente, con la scusa che tutte le rianimazioni di quella città erano piene.da qui è scattata una denuncia verso quei medici che avevano curato il piccolo rom.
le accuse erano di aver inviato una persona che sarebbe morta lo stesso in un' altra città,che anzi il paziente non doveva muoversi dall'ospedale visto le sue gravi condizioni cliniche e che dovevano portarlo in una sala operatoria per operarlo o se non c'era possibilità attacarlo a un respiratore ed aspettare l'inevitabiele IL mio quesito è il seguente: se un paziente è intubato deve andare andare in una rianimazione anche sapendo che a distanza di ore morirà, o basta collegarlo a un qualsiasi respiratore di sala operatoria senza cercare un posto letto appropriato per la patologia di cui è affetto.? (i medici hanno replicato che il loro ospedale era privo di neurochirurgia e pertanto non potevano intervenire e quindi si sono attivati a cercare l'ospedale appropriato per operarlo o anche curarlo in modo appropriato-visto che tutti i soggetti intubati devono essere ricoverati in terapia intensiva ,e quindi non era vero l'accusa che doveva essere portato in sala operatoria).
Ma dottori , ma una volta non c'era collaborazione fra i medici, ora sembra che la prima cosa che ogni medico faccia è accusare i colleghi di ogni cosa vera o falsa e difendersi da possibili accuse da parte di chiunque.infatti nei ospedali, i medici non guardano i pazienti come malati, ma come nemici e prescrivono numerosi esami anche inutili solo per non ricevere denunce.
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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99
Gentile Signore,

non so dove lei abbia attinto delle informazioni così particolareggiate su questo episodio.
Non capisco, ammesso che sia vera l'affermazione di quel medico del 118, perché i medici del proprio ospedale avrebbero "intubato un morto", se, come lei stesso racconta, il bambino è morto dopo un'ora dall'arrivo nell'altro ospedale.
L'accusa, ammesso che anche questa sia vera (e da parte di chi? dei giornali, del magistrato, dei parenti del bimbo?), di avere inviato in un altro ospedale una persona che sarebbe morta lo stesso e che si sarebbe dovuto trattenere il piccolo paziente "in attesa dell'inevitabile", mi pare senza alcun fondamento.
Se mai, è vero il contrario; se i medici del primo ospedale non si fossero attivati per trovare un posto di neurochirurgia in un altro ospedale, l'accusa poteva essere quella di negligenza; altro che "liberarsi di una patata bollente"!

Lei conclude dicendo che "i medici non guardano i pazienti come malati ma come nemici" e prescrivono numerosi esami anche inutili solo per non ricevere denunce.
Nella realtà è vero proprio il contrario; è il medico a essere considerato come un nemico, a causa di una insensata campagna di stampa sulla cosiddetta "malasanità"; di conseguenza il medico è costretto a chiedere molti esami, a volte anche inutili, perché imbrigliato, appunto, in una logica di "medicina difensiva".
Tale atteggiamento difensivo è alimentato anche dalla falsa percezione che le nuove conquiste scientifiche abbiano trasformato la pratica medica da una scienza limitata e non scevra di errori involontari ad una medicina perfetta.

Il caso da lei descritto, ammesso che sia andata come lei descrive, è una delle tante dimostrazioni della ricerca di una colpa medica anche nei casi impossibili.

Mario Corcelli, MD
Milano - specialista Medicina Legale e Igiene-Tecnica Ospedaliera
http://www.medico-legale.it

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Utente
Utente
questo caso è successo nella mia regione ( se vuole le dò tutte gli estremi del caso-nomi-date-ospedali-infatti su internet vi sono diversi articoli sul caso e anche di ispezioni di personale sanitario di nomina regionale per individuare eventuali responsabili). Alcuni medici coinvolti verrano ascoltati a giorni pure da una commissione ministeriale sul caso di cui abbiamo discusso.sempre sui giornali si è trascritto che l'autorità giudiziaria ha richiesto ai piloti dell'elicottero, che hanno effettuato il volo di trasporto, una dichiarazione in cui si spiegava il motivo per cui era stato espletato il volo partendo dalla loro base distante 15 km dall'ospedale in cui era stato ricoverato il bambino anzicchè partire dalla pista più vicina distante tre km.
i piloti hanno, poi, dimostrato che la durata del volo non cambiava a secondo della pista.
inoltre chiedo scusa sull'ultima mia affermazione, intendevo che spesso i medici, specialmente al pronto soccorso, vengono assaliti dai pazienti ma peggio dai parenti che spesso minacciano il personale con le solite frasi" se la prende lei la responsabilità se succede qualcosa a mio padre-figlio-marito"o"perchè non state facendo nemmeno un esame, se poi succede qualcosa vi denuncio.per questo ho scritto che li vedono come dei nemici.
grazie
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Medico legale, Chirurgo d'urgenza, Ginecologo attivo dal 2007 al 2010
Medico legale, Chirurgo d'urgenza, Ginecologo
Concordo sul fatto che sono i pazienti che hanno in odio i medici e non il contrario.
Il comportamento dei colleghi che hanno trasferito è ineccepibile.
Le dirò che assistiamo a cose assurde anche tra i medici, ma per uno vero ci sono 150 carognate perpetrate contro di noi.
Vero esistono anche giudici che potrebbero accettare la tesi dei CTU (recentissimo in centro Italia), che nella speranza di vita per un paziente debbano essere messe in conto anche la ore in attesa al P.S., salvo poi criticare e mettere sotto processo il medico di P S. se tardando dovesse causare danni.
Insomma la coperta la si tira come conviene
Smettano gli utenti di dare addosso ai medici e vedrete che quei pochi casi di colpa saranno meglio individuati e colpiti.
Troppo facile leggere nel comportamento del medico un qualche virgola errata dalla quale poter sperare di tranne profitto economico.
Non parlo di questo caso in particolare,ma di una mentalità della quale questo caso è figlio


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Gentile utente,
senza voler assolutamente entrare in merito ai contenuti, come staff che modera il sito non possiamo non chiederle le motivazioni che la spingono ad utilizzare i servizi di medicitalia.it: il servizio dei consulti online è dedicato ai quesiti che gli utenti sottopongono ai medici iscritti, e solitamente sono quesiti che riguardano l'utente stesso.

Nel suo caso, a quanto appare dai tre consulti che ha richiesto, lei sembra inserire richieste che non la riguardano direttamente, quindi ci chiediamo qual è la motivazione e lo scopo delle stesse: se lei è un medico, un giornalista, un avvocato o un addetto ai lavori (ossia in un certo senso fa un uso "professionale" di questo servizio), potrebbe almeno farne cenno nelle richieste, in modo da permettere ai medici di decidere se risponderle o se invece preferire a dedicarsi ad utenti che hanno un problema personale.

Non è vietato in senso assoluto fare domande su casi attuali, anche se le linee guida non consentono richieste tese solamente a soddisfare curiosità, ma converrà che data la garanzia di anonimato è corretto almeno inquadrare la situazione per quello che è dando ai medici la consapevolezza di sapere con che tipologia di utente stanno parlando.

Grazie per la collaborazione,
staff@medicitalia.it

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Medico legale, Chirurgo d'urgenza, Ginecologo attivo dal 2007 al 2010
Medico legale, Chirurgo d'urgenza, Ginecologo
Plaudo l'intervento dello staff
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Utente
Utente
le motivazioni delle richieste non sono utilizzate per scopi professionali ( come apparentemente appaiano) ma con lo scopo di comprendere alcune situazioni accadute a conoscenti e l'ultimo caso esposto è accaduto a un parente ( medico) eanche se ne discusso apertamente sui giornali ed altri mezzi di divulgazione della regione interessata.
in ragione delle vostre rimostranze, i prossimi consulti saranno formulati in maniera più chiara senza creare possibili fraintendimenti.
grazie per la vostra disponibiltà.