Esiti di artrodesi vertebrale e handicap
Femmina, 53 anni, a 14 ho subito artrodesi vert. per scoliosi con distrattori di Harrington ancora in sede da D1 a L1.
Da circa 30 anni cervico-brachialgia e sindrome vertiginosa (disco-spondilo-artrosi cervicale ingravescente con bilaterale stenosi dei neuroforami da C2 a C6) e lombalgia cronica.
Dal 2007 lombosciatalgia bilaterale con parestesie agli arti inferiori, senso di instabilità alla stazione eretta e claudicatio neurogena prevalente all'arto inferiore destro, sostenuta da stenosi su base artrosico-degeneratica del canale lombare particolarmente rilevante da L3 a L5. Concomitano grave osteoporosi del rachide dorsale, artrosi sacro-iliaca, coxartrosi.
Dopo terapia conservativa (farmaci, piscina, brevi passeggiate ripetute, corsetto lombare) ho recuperato maggior autonomia di marcia (attualmente 20 minuti circa al mattino, gradualmente ridotti alla sera)e ho ripreso seppur con necessità di tempi più lunghi parte delle normali attività quotidiane circa la cura della mia persona e della casa. Ho ripreso anche la mia attività di medico radiologo ospedaliero, pur dovendo rinunciare per motivi posturali alla mia amata ecografia e dedicandomi prevalentemente alla TC; questa, pur appassionandomi, mi costringe a trascorrere pressochè interamente le mie 7,40 ore di servizio giornaliero seduta davanti a computer. Dopo il lavoro guido con fatica fino a casa dove ho necessità di riposare, per potere l'indomani affrontare una nuova giornata. Ho dovuto ovviamente limitare la mia vita di relazione e fatico a continuare la terapia fisica, rimandandola per lo più al fine settimana. Rendendomi conto di non farcela, anche nel rispetto della mia professionalità e dei pazienti, ho però chiesto al Medico Competente del mio ospedale l'esonero dalla pronta disponibilità notturna e festiva. A tal fine su suo consiglio mi sono sottoposta a visita medico-collegiale presso la mia ASL, ottenendo parere medico-legale: "Idonea alla qualifica rivestita con esclusione da attività comportanti stazione eretta e deambulazione prolungate e protratte posture obbligate". Non risultando tale parere secondo il Med. Comp. sufficiente all'esonero dalle reperibilità, mi sono sotoposta ad accertamento della condizione di Handicap (L.104/92), con esito del marzo 2008:"portatore di Handicap NON in situazione di gravità". Contestualmente mi è stata riconosciuta invalidità civile al 75%.
Da un mese circa è sovraggiunta una TVP femoro poplitea sinistra, estesa alla iliaca esterna, in terapia con anticoagulanti.Volendo riprendere il mio lavoro,mi preoccupano ancor di più la pronta disponibilità notturna e festiva e la postura prolungata davanti al computer. Secondo lei il parere medico-legale già in mio possesso e lo stato di invalidità al 75% sono sufficienti perchè il Med. Comp. mi esoneri dalle reperibilità, o dovrò richiedere un nuovo parere M-L?. Ho i requisiti perchè mi sia riconosciuta la connotazione di gravità sec. L104/92? Grazie infinite per l'attenzione.
Da circa 30 anni cervico-brachialgia e sindrome vertiginosa (disco-spondilo-artrosi cervicale ingravescente con bilaterale stenosi dei neuroforami da C2 a C6) e lombalgia cronica.
Dal 2007 lombosciatalgia bilaterale con parestesie agli arti inferiori, senso di instabilità alla stazione eretta e claudicatio neurogena prevalente all'arto inferiore destro, sostenuta da stenosi su base artrosico-degeneratica del canale lombare particolarmente rilevante da L3 a L5. Concomitano grave osteoporosi del rachide dorsale, artrosi sacro-iliaca, coxartrosi.
Dopo terapia conservativa (farmaci, piscina, brevi passeggiate ripetute, corsetto lombare) ho recuperato maggior autonomia di marcia (attualmente 20 minuti circa al mattino, gradualmente ridotti alla sera)e ho ripreso seppur con necessità di tempi più lunghi parte delle normali attività quotidiane circa la cura della mia persona e della casa. Ho ripreso anche la mia attività di medico radiologo ospedaliero, pur dovendo rinunciare per motivi posturali alla mia amata ecografia e dedicandomi prevalentemente alla TC; questa, pur appassionandomi, mi costringe a trascorrere pressochè interamente le mie 7,40 ore di servizio giornaliero seduta davanti a computer. Dopo il lavoro guido con fatica fino a casa dove ho necessità di riposare, per potere l'indomani affrontare una nuova giornata. Ho dovuto ovviamente limitare la mia vita di relazione e fatico a continuare la terapia fisica, rimandandola per lo più al fine settimana. Rendendomi conto di non farcela, anche nel rispetto della mia professionalità e dei pazienti, ho però chiesto al Medico Competente del mio ospedale l'esonero dalla pronta disponibilità notturna e festiva. A tal fine su suo consiglio mi sono sottoposta a visita medico-collegiale presso la mia ASL, ottenendo parere medico-legale: "Idonea alla qualifica rivestita con esclusione da attività comportanti stazione eretta e deambulazione prolungate e protratte posture obbligate". Non risultando tale parere secondo il Med. Comp. sufficiente all'esonero dalle reperibilità, mi sono sotoposta ad accertamento della condizione di Handicap (L.104/92), con esito del marzo 2008:"portatore di Handicap NON in situazione di gravità". Contestualmente mi è stata riconosciuta invalidità civile al 75%.
Da un mese circa è sovraggiunta una TVP femoro poplitea sinistra, estesa alla iliaca esterna, in terapia con anticoagulanti.Volendo riprendere il mio lavoro,mi preoccupano ancor di più la pronta disponibilità notturna e festiva e la postura prolungata davanti al computer. Secondo lei il parere medico-legale già in mio possesso e lo stato di invalidità al 75% sono sufficienti perchè il Med. Comp. mi esoneri dalle reperibilità, o dovrò richiedere un nuovo parere M-L?. Ho i requisiti perchè mi sia riconosciuta la connotazione di gravità sec. L104/92? Grazie infinite per l'attenzione.
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Gentile Utente,
da come descrive la sua patologia e le sue condizioni cliniche, secondo me non vi è una disabilità motoria e una esigenza medico-sociale tale da poter giustificare i benefici della legge 104/92, con particolare riferimento ai commi 1 e 3 dell'articolo 3.
Tuttavia, una valutazione più puntuale può essere fatta solo verificando direttamente la sua situazione clinica; perciò, le suggerisco di farsi vedere da uno specialista in medicina legale o in medicina del lavoro.
Cordiali saluti.
da come descrive la sua patologia e le sue condizioni cliniche, secondo me non vi è una disabilità motoria e una esigenza medico-sociale tale da poter giustificare i benefici della legge 104/92, con particolare riferimento ai commi 1 e 3 dell'articolo 3.
Tuttavia, una valutazione più puntuale può essere fatta solo verificando direttamente la sua situazione clinica; perciò, le suggerisco di farsi vedere da uno specialista in medicina legale o in medicina del lavoro.
Cordiali saluti.
Mario Corcelli, MD
Milano - specialista Medicina Legale e Igiene-Tecnica Ospedaliera
http://www.medico-legale.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 22.3k visite dal 20/10/2009.
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