Diagnosi psichiatrica errata e domanda inps
Salve, sono un nuovo utente, spero possiate aiutarmi. La mia storia personale è molto complessa dunque andrò al sodo senza dilungarmi troppo.
Anni fa feci domanda di invalidità all'INPS nella speranza di ottenere una percentuale sufficiente di invalidità per poter continuare gli studi, dato che altrimenti avrei dovuto abbandonarli per motivi economici. Io avevo ed ho piccoli problemi di salute (ernie, trombofilia, tiroide) che non erano sufficienti a farmi raggiungere tale percentuale, dunque dietro consiglio del mio medico di allora, andai al CSM della mia città per farmi fare un certificato che attestasse il mio stato ansioso, presente da sempre. Feci qualche colloquio con una specialista del CSM e alla fine la diagnosi fu psicosi depressiva, prescrivendomi anche farmaci molto forti (che io per mia fortuna non presi mai). Io lì per lì non capii nemmeno cosa volesse davvero dire, solo quando feci delle ricerche capii che c'era stato sicuramente un errore perché io non avevo nessuno dei sintomi e delle problematiche che ha chi soffre di tale disturbo. Andai dalla mia dottoressa di allora che però invece di mandarmi da un altro specialista come le avevo chiesto, mi spinse a presentare comunque la domanda, perché secondo lei pur non essendoci questa patologia (lei mi conosceva da anni, sapeva che non c'era) qualcosa avevo che non mi faceva progredire negli studi e nella vita. Io, convinto che magari qualcosa c'era davvero e che solo così avrei potuto continuare a studiare, ho presentato domanda all'INPS.
Risultato: percentuale di invalidità che non mi è servita a nulla (e che non ho mai usato per avere benefici), patente da rinnovare ogni due anni, diagnosi sbagliata che mi provoca imbarazzo e ansia. Quando dovetti fare la revisione per la patente, tornai finalmente dalla psichiatra che mi aveva visitato anni prima e che mi aveva diagnosticato il disturbo d'ansia. Quando vide quella diagnosi restò senza parole, mi sottopose domande, test, eccetera e confermò che non c'era nessuna psicosi ma solo un disturbo d'ansia generalizzato. Cercò di fare un certificato che mi facesse mantenere la patente e mi rimproverò per come avevo gestito la cosa (non ebbi il coraggio di dire che era stata anche la mia dott di allora a spingermi). Da allora sono passati alcuni anni, col tempo ho finalmente scoperto cos'è che mi reso sempre la vita difficile, cioè il Disturbo dello spettro autistico (la vecchia Sindrome di Asperger.) Ma ormai il danno è fatto, ho questa macchia della psicosi depressiva registrata all'INPS (senza revisione, per giunta) e mi hanno detto che non è possibile toglierla, nemmeno con una nuova domanda di invalidità.
E' davvero così? Non posso fare nulla per togliere questa diagnosi dall'INPS? Nemmeno con la nuova e questa volta corretta diagnosi di disturbo dello spettro autistico? E' una cosa che mi provoca molta ansia e timore.
Spero possiate darmi delucidazioni e soprattutto spero di essermi spiegato bene.
Cordiali saluti e grazie.
Francesco.
Anni fa feci domanda di invalidità all'INPS nella speranza di ottenere una percentuale sufficiente di invalidità per poter continuare gli studi, dato che altrimenti avrei dovuto abbandonarli per motivi economici. Io avevo ed ho piccoli problemi di salute (ernie, trombofilia, tiroide) che non erano sufficienti a farmi raggiungere tale percentuale, dunque dietro consiglio del mio medico di allora, andai al CSM della mia città per farmi fare un certificato che attestasse il mio stato ansioso, presente da sempre. Feci qualche colloquio con una specialista del CSM e alla fine la diagnosi fu psicosi depressiva, prescrivendomi anche farmaci molto forti (che io per mia fortuna non presi mai). Io lì per lì non capii nemmeno cosa volesse davvero dire, solo quando feci delle ricerche capii che c'era stato sicuramente un errore perché io non avevo nessuno dei sintomi e delle problematiche che ha chi soffre di tale disturbo. Andai dalla mia dottoressa di allora che però invece di mandarmi da un altro specialista come le avevo chiesto, mi spinse a presentare comunque la domanda, perché secondo lei pur non essendoci questa patologia (lei mi conosceva da anni, sapeva che non c'era) qualcosa avevo che non mi faceva progredire negli studi e nella vita. Io, convinto che magari qualcosa c'era davvero e che solo così avrei potuto continuare a studiare, ho presentato domanda all'INPS.
Risultato: percentuale di invalidità che non mi è servita a nulla (e che non ho mai usato per avere benefici), patente da rinnovare ogni due anni, diagnosi sbagliata che mi provoca imbarazzo e ansia. Quando dovetti fare la revisione per la patente, tornai finalmente dalla psichiatra che mi aveva visitato anni prima e che mi aveva diagnosticato il disturbo d'ansia. Quando vide quella diagnosi restò senza parole, mi sottopose domande, test, eccetera e confermò che non c'era nessuna psicosi ma solo un disturbo d'ansia generalizzato. Cercò di fare un certificato che mi facesse mantenere la patente e mi rimproverò per come avevo gestito la cosa (non ebbi il coraggio di dire che era stata anche la mia dott di allora a spingermi). Da allora sono passati alcuni anni, col tempo ho finalmente scoperto cos'è che mi reso sempre la vita difficile, cioè il Disturbo dello spettro autistico (la vecchia Sindrome di Asperger.) Ma ormai il danno è fatto, ho questa macchia della psicosi depressiva registrata all'INPS (senza revisione, per giunta) e mi hanno detto che non è possibile toglierla, nemmeno con una nuova domanda di invalidità.
E' davvero così? Non posso fare nulla per togliere questa diagnosi dall'INPS? Nemmeno con la nuova e questa volta corretta diagnosi di disturbo dello spettro autistico? E' una cosa che mi provoca molta ansia e timore.
Spero possiate darmi delucidazioni e soprattutto spero di essermi spiegato bene.
Cordiali saluti e grazie.
Francesco.
[#1]
Spett.le Utente,
il Suo caso è un chiaro esempio di come NON deve essere effettuato l'inserimento nell'invalidità civile.
Presentare certificazioni approssimative, con diagnosi errate o gonfiate, nel tentativo di ottenere benefici che non spettano, e cercare poi di riparare il danno quando ormai è fatto, non è certo una procedura semplice, nè consueta.
Per evitare ulteriori complicazioni, sottoponga il caso ad un avvocato di Sua fiducia e valuti quali possono essere i pro ed i contro.
Distinti Saluti.
il Suo caso è un chiaro esempio di come NON deve essere effettuato l'inserimento nell'invalidità civile.
Presentare certificazioni approssimative, con diagnosi errate o gonfiate, nel tentativo di ottenere benefici che non spettano, e cercare poi di riparare il danno quando ormai è fatto, non è certo una procedura semplice, nè consueta.
Per evitare ulteriori complicazioni, sottoponga il caso ad un avvocato di Sua fiducia e valuti quali possono essere i pro ed i contro.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4 visite dal 02/12/2024.
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