Chiedo un'opinione per provare a capire la causa del decesso di mio padre avvenuto a maggio
Buonasera,
ho dovuto inserire i miei dati ma purtroppo chiedo un'opinione professionale in merito al decesso di mio padre avvenuto a Maggio di quest'anno.
Età 69 anni, stato di salute non eccelso ma senza patologie note, peso perso nell'ultimo anno: da circa 90kg iniziali a 70kg (circa 20 kg o più), altezza 195 cm.
Le nostre ultime visite in ospedale risalgono a circa due giorni prima del decesso, all'avvento del quale non abbiamo ricevuto chiamate.
Siamo stati contattati dalle pompe funebri presso la camera mortuaria, e nessun medico ci ha mai più spiegato nulla in seguito.
Non vivevo con lui da anni, ma la moglie di mio padre mi dice che ha iniziato a mostrare sintomi strani (perdita di equilibrio e cadute) circa due anni fa.
In seguito, un controllo dal medico di base per un presunto problema alla prostata (minzione dolorosa e frequente) ha portato a diverse analisi e visite, fra cui: glicemia, diabete e visita ematologica (con nessun particolare riscontro dell'ematologo), insieme ad un'eliminazione drastica di carboidrati e zuccheri nella dieta.
Tutto questo ha molto scosso mio padre, che ha cominciato a perdere peso in modo allarmante, avere estrema debolezza e leggero disorientamento.
Questa situazione è molto peggiorata nel corso del tempo a partire da circa un anno e mezzo fa, con l'arrivo di svenimenti e relativi ricoveri presso ospedali/cliniche, ognuno con durata media di una settimana circa, e con polmonite/infezioni identificate come cause principali.
Fra i diversi esami eseguiti, ecg, eeg, sangue ed urine, con i seguenti risultati: encefalopatia cronica ed insufficienza mitralica.
Dopo qualche mese di terapia farmacologica iniziata e mai più aggiornata dal medico di base, è avvenuto l'ultimo ricovero presso una clinica in seguito a peggioramenti gravi (continui svenimenti con rilascio di feci e urine, debolezza e affanno perenne, difficoltà di movimento che lo costringeva al letto).
A causa dell'insostenibilità della situazione presso l'abitazione, alla dimissione è stata richiesta una lungodegenza (durata circa 40 gg).
Da quel momento è cominciato il tracollo: durante le ultime visite ho visto totale disorientamento e distacco dalla realtà, magrezza estrema e assenza di voce, fino alla scomparsa di quest'ultima e la difficoltà ad alzare persino una mano.
Le ultime due volte non era in grado di parlare o girare la testa verso l'interlocutore, e non apriva gli occhi.
Mi dissero che aveva contratto un batterio ospedaliero che lo aveva stressato molto, incredibilmente resistente agli antibiotici.
Nell'ultimo periodo riceveva terapia per: diabete, cardiopatia, antibiotici, leggera sedazione.
Causa del decesso dichiarata: addensamento polmonare.
Ad oggi non siamo sicure di cosa sia successo.
E' possibile per un medico avere una vaga idea degli avvenimenti che possano aver portato alla morte, assolutamente inaspettata, di mio padre?
Mi scuso per il post molto lungo e ringrazio sentitamente in anticipo.
ho dovuto inserire i miei dati ma purtroppo chiedo un'opinione professionale in merito al decesso di mio padre avvenuto a Maggio di quest'anno.
Età 69 anni, stato di salute non eccelso ma senza patologie note, peso perso nell'ultimo anno: da circa 90kg iniziali a 70kg (circa 20 kg o più), altezza 195 cm.
Le nostre ultime visite in ospedale risalgono a circa due giorni prima del decesso, all'avvento del quale non abbiamo ricevuto chiamate.
Siamo stati contattati dalle pompe funebri presso la camera mortuaria, e nessun medico ci ha mai più spiegato nulla in seguito.
Non vivevo con lui da anni, ma la moglie di mio padre mi dice che ha iniziato a mostrare sintomi strani (perdita di equilibrio e cadute) circa due anni fa.
In seguito, un controllo dal medico di base per un presunto problema alla prostata (minzione dolorosa e frequente) ha portato a diverse analisi e visite, fra cui: glicemia, diabete e visita ematologica (con nessun particolare riscontro dell'ematologo), insieme ad un'eliminazione drastica di carboidrati e zuccheri nella dieta.
Tutto questo ha molto scosso mio padre, che ha cominciato a perdere peso in modo allarmante, avere estrema debolezza e leggero disorientamento.
Questa situazione è molto peggiorata nel corso del tempo a partire da circa un anno e mezzo fa, con l'arrivo di svenimenti e relativi ricoveri presso ospedali/cliniche, ognuno con durata media di una settimana circa, e con polmonite/infezioni identificate come cause principali.
Fra i diversi esami eseguiti, ecg, eeg, sangue ed urine, con i seguenti risultati: encefalopatia cronica ed insufficienza mitralica.
Dopo qualche mese di terapia farmacologica iniziata e mai più aggiornata dal medico di base, è avvenuto l'ultimo ricovero presso una clinica in seguito a peggioramenti gravi (continui svenimenti con rilascio di feci e urine, debolezza e affanno perenne, difficoltà di movimento che lo costringeva al letto).
A causa dell'insostenibilità della situazione presso l'abitazione, alla dimissione è stata richiesta una lungodegenza (durata circa 40 gg).
Da quel momento è cominciato il tracollo: durante le ultime visite ho visto totale disorientamento e distacco dalla realtà, magrezza estrema e assenza di voce, fino alla scomparsa di quest'ultima e la difficoltà ad alzare persino una mano.
Le ultime due volte non era in grado di parlare o girare la testa verso l'interlocutore, e non apriva gli occhi.
Mi dissero che aveva contratto un batterio ospedaliero che lo aveva stressato molto, incredibilmente resistente agli antibiotici.
Nell'ultimo periodo riceveva terapia per: diabete, cardiopatia, antibiotici, leggera sedazione.
Causa del decesso dichiarata: addensamento polmonare.
Ad oggi non siamo sicure di cosa sia successo.
E' possibile per un medico avere una vaga idea degli avvenimenti che possano aver portato alla morte, assolutamente inaspettata, di mio padre?
Mi scuso per il post molto lungo e ringrazio sentitamente in anticipo.
[#1]
Perdoni la franchezza, ma che senso hanno le sue domande? Servirebbero a migliorare l'assistenza a suo padre, sennonché è ormai deceduto. Le sue domande sembrano riflettere un senso di colpa per non essergli stata accanto, ma se così fosse sarebbe inutile "piangere sul latte versato", perché da quanto riferisce risulta che una buona assistenza sia stata comunque prestata. Meglio trarre spunto da questa vicenda per fare i conti con sé stessa e, se è il caso, adeguare i suoi comportamenti alla legge universale della conivenza che, prescindendo dai convincimenti religosi o laici, ci impone di amare e rispettare gli altri come noi stessi.
Le segnalo che sull'argomento uscirà a breve su MedicitaliA un mio articolo a carattere medico.
Buona giornata.
Le segnalo che sull'argomento uscirà a breve su MedicitaliA un mio articolo a carattere medico.
Buona giornata.
Medico, Prof. On. Farmacologia, Univ. Sapienza, Roma
Pres. RIPRO, Impresa del Farmaco Naturale
www.irimedidelprofessore.com/prodotto/riprosnello/
[#2]
Utente
Buonasera dottore,
non si preoccupi, posso capire il punto di vista di chi legga una richiesta di questo tipo senza un contesto.
La mia domanda è letteralmente quella ho posto, a me non sembra chiaro quello che è successo. Il punto è che quando mi chiedono di cosa è morto mio padre mi rendo conto che non so cosa dire.
Il resto di cui parla (sensi di colpa, affrontare il dolore, principio di connivenza, come trattare gli altri - premesso che di sicuro leggerò il suo articolo), lo sto affrontando in separata sede con un professionista.
Il mio quesito è di natura più pratica, mi chiedevo se il mio non avere una formazione medica possa rendermi "cieca" di fronte alla situazione che è stata, e magari un dottore o un professionista in questo campo potrebbe avere un quadro più completo e che giustifichi o spieghi l'improvviso decesso, che per me rimane abbastanza insensato.
Saluti
non si preoccupi, posso capire il punto di vista di chi legga una richiesta di questo tipo senza un contesto.
La mia domanda è letteralmente quella ho posto, a me non sembra chiaro quello che è successo. Il punto è che quando mi chiedono di cosa è morto mio padre mi rendo conto che non so cosa dire.
Il resto di cui parla (sensi di colpa, affrontare il dolore, principio di connivenza, come trattare gli altri - premesso che di sicuro leggerò il suo articolo), lo sto affrontando in separata sede con un professionista.
Il mio quesito è di natura più pratica, mi chiedevo se il mio non avere una formazione medica possa rendermi "cieca" di fronte alla situazione che è stata, e magari un dottore o un professionista in questo campo potrebbe avere un quadro più completo e che giustifichi o spieghi l'improvviso decesso, che per me rimane abbastanza insensato.
Saluti
[#3]
Ripeto la domanda: "Ha un senso domandarsi il perchè di un evento ormai trascorso? Oppure chiedersi se, in condizioni purtroppo non riproducibili, l'esito sarebbe stato diverso? Ripeto anche la risposta: "Un senso lo aquistano se aiutano a guardare dentro se stessi e a cavarne il meglio che c'è". Da medico lontano altro non so dirle né posso fare, salvo esserle spiritualmente vicino.
Medico, Prof. On. Farmacologia, Univ. Sapienza, Roma
Pres. RIPRO, Impresa del Farmaco Naturale
www.irimedidelprofessore.com/prodotto/riprosnello/
[#5]
Grazie a lei!
Sono queste le risposta, ringraziando il Cielo tutt'altro che rare, che danno un senso al mio lavoro.
Sono queste le risposta, ringraziando il Cielo tutt'altro che rare, che danno un senso al mio lavoro.
Medico, Prof. On. Farmacologia, Univ. Sapienza, Roma
Pres. RIPRO, Impresa del Farmaco Naturale
www.irimedidelprofessore.com/prodotto/riprosnello/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 551 visite dal 13/08/2024.
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