Un forte dolore alla vagina mentre urino
Gentili Dottori,
Mi rivolgo di nuovo a Voi, perchè siete sempre disposti a risolvere i miei dubbi.
da oltre un anno soffro di cistite, o meglio ho un forte dolore alla vagina mentre urino.
Ho fatto visita ginecologica la quale ha rilevato solo cistite con tracce emorragiche.
Dal medico curante mi sono fatta prescrivere un'urinocultura, dalla quale è rislutato Staphylococcus epidermidis (1.000.000 UFC/ml)
Vi riporto anke l'antibiogramma:
Conc. Critic.
Penicellina 0.120
Oxacillina 2
Gentamicina 4 8
Tetraciclina 4 8
Minociclina 4 8
eritromicina 0.500 4
Clindamicina 0.500 2
Norfloxacina 4 8
Nitrofurantoina 32 64
Ac. fusidico 2 16
Cotrimoxazolo 2
Rifampicina 1 2
Vancomicina 4 16
Teicoplanina 8 16
Levofloxacina 2 4
Quinpristina-dalfo 1 2
Oxacillina coag- 0.250
A seguito di tale risposta, il medico mi ha prescritto il neo furodantin 100 mg che ho preso per due settimane con scarsi risultati e grandi lamentale da parte del mio stomaco.
Ho ripetuto gli esami ma nulla di invariato. Il medico dice di continuare ad assumere tale antibiotico, ma il dolore persiste e a tratti è molto forte, dolore associato ad un bruciore esteso, nonostante prenda questo antibiotico, che ora ho sospeso e lo stomaco ringrazia.
Cosa mi consigliate di fare?
Oltrettutto sono single, non ho rapporti, come faccio ad avere una simile infezione cosi alta? Inutile dire che l'igiene non è assolutamente trascurata.
Vi ringrazio dell'attenzione con la quale tratterete il mio caso.
Cordialmente
Mi rivolgo di nuovo a Voi, perchè siete sempre disposti a risolvere i miei dubbi.
da oltre un anno soffro di cistite, o meglio ho un forte dolore alla vagina mentre urino.
Ho fatto visita ginecologica la quale ha rilevato solo cistite con tracce emorragiche.
Dal medico curante mi sono fatta prescrivere un'urinocultura, dalla quale è rislutato Staphylococcus epidermidis (1.000.000 UFC/ml)
Vi riporto anke l'antibiogramma:
Conc. Critic.
Penicellina 0.120
Oxacillina 2
Gentamicina 4 8
Tetraciclina 4 8
Minociclina 4 8
eritromicina 0.500 4
Clindamicina 0.500 2
Norfloxacina 4 8
Nitrofurantoina 32 64
Ac. fusidico 2 16
Cotrimoxazolo 2
Rifampicina 1 2
Vancomicina 4 16
Teicoplanina 8 16
Levofloxacina 2 4
Quinpristina-dalfo 1 2
Oxacillina coag- 0.250
A seguito di tale risposta, il medico mi ha prescritto il neo furodantin 100 mg che ho preso per due settimane con scarsi risultati e grandi lamentale da parte del mio stomaco.
Ho ripetuto gli esami ma nulla di invariato. Il medico dice di continuare ad assumere tale antibiotico, ma il dolore persiste e a tratti è molto forte, dolore associato ad un bruciore esteso, nonostante prenda questo antibiotico, che ora ho sospeso e lo stomaco ringrazia.
Cosa mi consigliate di fare?
Oltrettutto sono single, non ho rapporti, come faccio ad avere una simile infezione cosi alta? Inutile dire che l'igiene non è assolutamente trascurata.
Vi ringrazio dell'attenzione con la quale tratterete il mio caso.
Cordialmente
[#4]
Egregia utente
innanzitutto mi scuso per il ritardo, ma è dipeso da cattivo funzionamento del sito.
La cistite è, purtroppo, un problema molto comune tra le donne, soprattutto tra quelle sessualmente attive; infatti è stata dimostrata una stretta associazione tra i rapporti sessuali, l’uso del diaframma con spermicida e queste infezioni. L’origine è quasi sempre ascendente (origine dalla flora fecale) e comprendono: Escherichia Coli (prevalente) e Staphylococcus Saprophyticus (presente nel 20% delle infezioni di donne sessualmente attive). Poi vi sono Klebsiella, Proteus, Enterobacter e Pseudomonas in quelle complicate. Le infezioni del tratto urinario, infatti, possono essere suddivise in complicate e non; fattori associati con le infezioni complicate sono: ostruzioni (es. del tratto di uscita della vescica, prolasso uterino, calcoli, anormalità congenite), residuo post-minzionale maggiore di 100mL (vescica neurogena, farmaci), reflusso vescica-ureterale, insufficienza renale, diabete mellito, gravidanza. I sintomi riferiti dalle pazienti sono: disuria (difficoltà nell’urinare), urgenza, frequenza, spesso con dolore soprapubico o addominale basso; può essere presente sangue nelle urine, che, però, non indica una prognosi peggiore o suggerisce un’infezione complicata. La presenza di febbre maggiore di 38° C dovrebbe far sospettare una pielonefrite (infezione renale); fattori di rischio per un’infezione occulta delle alte vie urinarie includono la presenza di sintomi per più di sette giorni oltre che i fattori citati in precedenza. L’urinocoltura dovrebbe essere richiesta nelle pazienti che non rispondono al trattamento antibiotico, in quelle in cui i sintomi ricorrono a breve distanza di tempo dal completamento della terapia o nelle donne con infezioni del tratto urinario (UTI nella anglosassone) complicate; la diagnosi differenziale è con la vaginite e l’uretrite. Il trattamento prevede nelle donne non gravide con UTI non complicata e non gravide l’uso di Trimethoprin-sulfametossazolo per tre giorni; in alternativa, soprattutto nelle zone in cui vi è resistenza, i fluorochinolonici. Un’iniziale risposta, seguita da una rapida ricorrenza dei sintomi, è indice di una pielonefrite occulta; in questo caso, è indicata un’urinocoltura con antibiogramma, a cui dovrebbe far seguito una terapia antibiotica di due settimane. Il fallimento della terapia dovrebbe, invece, far pensare, soprattutto nelle giovani donne sessualmente attive, alla possibilità di un’uretrite da Clamidia. Si intende per UTI ricorrente la presenza di più di due episodi per anno; si tratta, generalmente, di reinfezioni, piuttosto di ricadute; le strategie usate in questo caso sono: profilassi post-coitale (singola dose di antibiotico entro due ore dal rapporto sessuale), terapia assunta autonomamente dalla paziente all’esordio dei sintomi o profilassi continua con basse dosi di antibiotico (non molto praticata).
Naturalmente queste sono, solo, indicazioni di carattere generale; toccherà sempre al suo medico di fiducia individualizzare il trattamento.
Cordiali saluti
innanzitutto mi scuso per il ritardo, ma è dipeso da cattivo funzionamento del sito.
La cistite è, purtroppo, un problema molto comune tra le donne, soprattutto tra quelle sessualmente attive; infatti è stata dimostrata una stretta associazione tra i rapporti sessuali, l’uso del diaframma con spermicida e queste infezioni. L’origine è quasi sempre ascendente (origine dalla flora fecale) e comprendono: Escherichia Coli (prevalente) e Staphylococcus Saprophyticus (presente nel 20% delle infezioni di donne sessualmente attive). Poi vi sono Klebsiella, Proteus, Enterobacter e Pseudomonas in quelle complicate. Le infezioni del tratto urinario, infatti, possono essere suddivise in complicate e non; fattori associati con le infezioni complicate sono: ostruzioni (es. del tratto di uscita della vescica, prolasso uterino, calcoli, anormalità congenite), residuo post-minzionale maggiore di 100mL (vescica neurogena, farmaci), reflusso vescica-ureterale, insufficienza renale, diabete mellito, gravidanza. I sintomi riferiti dalle pazienti sono: disuria (difficoltà nell’urinare), urgenza, frequenza, spesso con dolore soprapubico o addominale basso; può essere presente sangue nelle urine, che, però, non indica una prognosi peggiore o suggerisce un’infezione complicata. La presenza di febbre maggiore di 38° C dovrebbe far sospettare una pielonefrite (infezione renale); fattori di rischio per un’infezione occulta delle alte vie urinarie includono la presenza di sintomi per più di sette giorni oltre che i fattori citati in precedenza. L’urinocoltura dovrebbe essere richiesta nelle pazienti che non rispondono al trattamento antibiotico, in quelle in cui i sintomi ricorrono a breve distanza di tempo dal completamento della terapia o nelle donne con infezioni del tratto urinario (UTI nella anglosassone) complicate; la diagnosi differenziale è con la vaginite e l’uretrite. Il trattamento prevede nelle donne non gravide con UTI non complicata e non gravide l’uso di Trimethoprin-sulfametossazolo per tre giorni; in alternativa, soprattutto nelle zone in cui vi è resistenza, i fluorochinolonici. Un’iniziale risposta, seguita da una rapida ricorrenza dei sintomi, è indice di una pielonefrite occulta; in questo caso, è indicata un’urinocoltura con antibiogramma, a cui dovrebbe far seguito una terapia antibiotica di due settimane. Il fallimento della terapia dovrebbe, invece, far pensare, soprattutto nelle giovani donne sessualmente attive, alla possibilità di un’uretrite da Clamidia. Si intende per UTI ricorrente la presenza di più di due episodi per anno; si tratta, generalmente, di reinfezioni, piuttosto di ricadute; le strategie usate in questo caso sono: profilassi post-coitale (singola dose di antibiotico entro due ore dal rapporto sessuale), terapia assunta autonomamente dalla paziente all’esordio dei sintomi o profilassi continua con basse dosi di antibiotico (non molto praticata).
Naturalmente queste sono, solo, indicazioni di carattere generale; toccherà sempre al suo medico di fiducia individualizzare il trattamento.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 13.7k visite dal 27/07/2006.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.