Febbre e mal di schiena da una settimana

Egregi dottori,
ho necessità di un parere per mio padre: da circa una settimana avverte dolore intermittente alla schiena e febbre che la mattina spesso è assente mentre in pomeriggio/sera raggiunge i 38° (ieri quasi 39). Due giorni prima di tali sintomi ha trasportato ben 2 valigie per 5 piani a piedi in assenza di ascensore e il giorno dopo ha corso per mezz'ora, da quel pomeriggio o dal giorno seguente sono comparsi dolore e febbre. La guardia medica non lo ha neanche visitato, si è limitata a prescrivere analisi, ecografia al torace e urinocoltura. Non ha nessun altro sintomo, niente mal di gola o raffreddore, niente bruciore nell'urinare (così come chiesto dalla guardia medica), solo una leggera spossatezza dovuta alla febbre che non passa. La pressione risulta normale. Attualmente sta solo assumendo tachipirina da 1000mg in caso di febbre e voltadvance da 25 mg nel caso in cui il dolore al fianco risulti forte.
Sapete dirci di più in attesa di fare le analisi?
Distinti Saluti
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
se provassimo a dirle di più con un consulto telematico, e senza valutare obiettivamente suo padre, ricadremmo nella condotta fortemente negligente della Medico di Continuità Assistenziale a cui vi siete rivolti.
Un dolore alla spalla accompagnato da febbre all'età di suo padre, che presumo non più giovanissimo, deve sempre essere considerato con la dovuta attenzione, per scludere patologie infettive (per esempio un focolaio broncopneumonico) o di tipo vascolare (per esempio una embolia polmonare).
Il tutto sempre dopo una accurata visita con i mezzi della semeiotica clinica.
Gli esami di sangue devono poi essere personalizzati sul sospetto diagnostico, sebbene l'Emocromo completo possa, se attentamente letto, già fornire elementi suggestivi alla conferma del sospetto diagnostico.
La RX del torace è giustificata anche perchè il collega non ha voluto nemmeno fare finta di auscultarlo.
Infine dal racconto non si capisce se suo padre abbia dolore alla dorso (intesa come spalla) o al fianco, termine con il quale il profano in genere indica gli ipocondri.
Potete continuare con il trattamento sintomatico prescritto oppure, nel caso le condizioni del papà non vi convincano, adire un P.S. nella speranza che qualcuno anche nei giorni di festa lavori come deve fare. E' il motivo per cui si fanno i turni.
Se vorranno potranno farmi sapere.
Cari saluti,
Dott Caldarola.
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Utente
Utente
Dott. Caldarola,
innanzi tutto la ringrazio per la celere risposta. Mio padre ha 62 anni. Avverte un dolore intercostale al lato destro del corpo, effettivamente nella zona dell'ipocondrio destro. Toccandolo, ho la sensazione che risulti più caldo rispetto alla zona corrispondente dell'ipocondrio sinistro ma ovviamente, non sono un'esperta e potrei anche sbagliarmi. Domani cercheremo al più presto di contattare un laboratorio di analisi sperando che possano mandare un infermiere a casa ed effettuare già un prelievo.
Distinti Saluti
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Saggia idea.
Mi facciano sapere se vorranno.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
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Utente
Utente
Egregio Dott. Caldarola,
la situazione di mio padre sembra essere un po' peggiorata. Ieri ha avuto la febbre fino a 39,3 che è scesa con del paracetamolo da 1000mg. Mia madre voleva ricoverarlo ma lui non ha assolutamente accettato. La tosse secca si è fatta più frequente e ho notato un respiro leggermente più accelerato del solito. Quando mio padre tossisce avverte fastidio al polmone destro. Fortunatamente non è più fumatore da 20 anni ma come le ho scritto, temo il cancro. Da quando è iniziata questa febbre (domenica scorsa) ha sempre mangiato normalmente ma negli ultimi 2 giorni avverte inappetenza (riportata tra gli effetti collaterali della tachipirina). I primi 3 giorni la febbre calava anche senza paracetamolo, invece adesso deve necessariamente prenderla ogni 4 ore circa. Le analisi non abbiamo più potuto farle perchè di sabato non c'era nessuno che potesse venire a effettuare un prelievo. L'idea sarebbe quella di effettuarlo domani: l'assunzione di tachipirina per questa passata settimana può incidere sugli esami del sangue?Se sì, come dovremmo procedere? Inoltre, so che è errato ma l'ansia mi ha portata a cercare mille cose su internet: potrebbe trattarsi di pleurite?
Distinti Saluti
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Gentile Signora,
non è dato di escludere nulla fino alla certezza che ciò che si teme non ci sia.
Come le ho suggerito nella replica #1 è verosimile che suo padre stia facendo una broncopolmonite a focolaio, che può accompagnarsi ad un versamento pleurico, una polmonite lobare franca o altre patologie infettive dell'apparato respiratorio.
Tanto più che è comparsa la tosse stizzosa.
C'è bisogno di un medico che inizi almeno a valutarlo semeioticamente e una RX del torace non sarebbe sprecata in questo caso.
L'ipotesi del ricoveso al P.S. è molto condivisibile: credo che un'opera di persuasione del papà vada tentata.
In ogni caso per rispondere alla sua domanda, non vi sono interferenze degne di nota tra gli esami che vorreste fargli fare domani e la tachipirina che ha assunto.
Mi tengano informati, se ne avranno piacere.
Saluti cari,
Dott. Caldarola.
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Utente
Utente
Egregio Dott. Caldarola,
Il medico ha visitato mio padre valutandone i sintomi e auscultandogli il torace. Mediante ciò, ha notato che la base del polmone destro emetteva un rantolo e che era ostruita. Ha concluso si trattasse di broncopolmonite oppure bronchite acuta. Gli ha prescritto Levofloxacina 500mg (Allgram) 1 compressa al giorno per 10 giorni. Oggi mio padre ha preso la terza compressa: ieri ha avuto febbre - in serata fino a 39 - ma dopo aver preso la tachipirina verso le 21, gli ha oscillato intorno ai 36-37,5 senza toccare i 38, comparsi dalle 14 di oggi pomeriggio. Mio padre risulta essere ancora preoccupato in quanto si aspettava già di riprendersi; pertanto vorrebbe sapere, se possibile, indicativamente quanti giorni servono all'antibiotico per sortire il suo effetto. L'altro giorno il medico gli ha detto di ridurre l'uso di paracetamolo anche perché l'antibiotico avrebbe impedito alla temperatura di rialzarsi.
Distinti Saluti
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Gentile Signora,
in un soggetto anziano non ci si può permettere il lusso di sentire una base polmonare che "rantola" e concludere che si tratta di broncopolmonite o di bronchite, che sono due cose assai diverse.
O si riesce a fare diagnosi clinica e terapia idonea, se si hanno
le competenze, o è bene che suo padre esegua una Rx del torace per valutare la situazione e soprattutto che la terapia con sola levoflaxacina per os sia sufficiente in un soggetto anziano e con una, a suo dire, infezione polmonare in sede basale, che è tra le più rognose da curare.
In tal senso una consulenza pneumologica o un acesso al P.S. potrebbero essere giustificati.
Saluti e buona giornata anche al papà.
Dott. Caldarola.