Colon irritabile- All'attenzione del Dr. Vincenzo Caldarola

Salve Dr. Caldarola,
in primis le porgo il mio apprezzamento per il suo modo di essere medico, per la sua disponibilità, per la sua sana ironia e per la sua cultura extra medicina (studi classici?) che emerge dalle sue risposte.
Le scrivo riguardo a mia nonna, 84 anni, affetta da almeno dieci anni da Sindrome del Colon Irritabile con associata diverticolosi, diagnosticata da visita gastroenterologica con colonscopia. Gli episodi di fastidi intestinali, con scariche diarroiche, nausea e conseguente debilitazione hanno ormai una frequenza quindicinale, talvolta mensile. La maggior parte delle volte il medico curante le prescrive cicli di Rifaximina per una settimana associata a Florilac. Aggiungo che mia nonna non assume latticini da anni, se non formaggi molto stagionati e comunque raramente.
E' corretto il modus terapeutico seguito dal medico curante? O il protocolli terapeutici di tale patologia funzionale dell'intestino prevedono altre prescrizioni che possano avere uno scopo anche preventivo? Mi pongo questa domanda soprattutto per due motivi: essendo una patologia cronica non richiede, oltre ad opportuni accorgimenti alimentari, una terapia continuativa a scopo, appunto, preventivo? E cicli così frequenti di antibiotici non contribuiscono ad alterare la flora batterica intestinale peggiorando a lungo termine la situazione?
Ringraziandola anticipatamente per la sua disponibilità le porgo cari saluti.
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Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
la sindrome dell'intestino irritabile è una patologia degna di tale nome e sovente difficile da curare.
Sono anche state sperimentate delle terapie con mesalazina perchè tale patologia si accompagna non di rado a flogosi aspecifica dell'intestino e del colon.
Non mi pare il caso di fare diventare sua nonna una cavia, tuttavia.
La terapia migliore, paradossalmente, per un "colon irritabile" con diverticolosi, è un graduale apporto di fibre che gonfiandosi con abbondante introduzione di acqua, regolano la peristalsi e possono indurre un effettivo miglioramento clinico.
In tal senso lo Psyllium, una mucillagine, iniziato a dosi di 1 bustina al giorno e SEMPRE accompagnato da acqua ha un'azione delicata e aiuta lo sviluppo del microbiota.
Parimenti sono utili i probiotici: ma se il suo medico li somministra assieme alla Rifaximina fa un ossimoro terapeutico: quei probiotici vengono uccisi dall'antibiotico e ciò va a detrimento del microbiota di sua nonna.
Tull'al più se proprio si vuole associare un antibiotico "locale" con un probiotico se ne sceglie uno intrinsecamente insensibile agli antibiotici come un lievito: il Saccaromyces Boulardii è un ottimo probiotico e può essere somministrato anche per lunghi periodi, compresi quelli in cui sua nonna assume il Rifacol.
Questi sono i consigli che mi sento di fornirle per via telematica, ovviamente con tutti i limiti di questo tipo di consulto.
Mi faccia sapere se vorrà e ne parli con il suo medico curante.
Cari saluti anche alla nonna,
Dott. Caldarola.
[#2]
Utente
Utente
Grazie per la risposta ed i preziosi suggerimenti. Dirò alla nonna di parlarne col suo medico.
Quindi la prescrizione di questi cicli di Rifaximina ha un razionale clinico?

Le auguro un buon fine settimana.
Cari saluti.
[#3]
Medico Chirurgo attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Secondo una vecchia teoria la Rifaximina dovrebbe ridurre, assunta mensilmente, la flora batterica patogena riducendo il rischio di diverticolite.
In realtà la migliore terapia per ridurre il rischio di diverticolite è un alvo regolare e un valido microbiota intestinale, anche con l'ausilio di probiotici.
Se la diverticolite si deve manifestare non c'è terapia con Rifaximina che tenga: dunque il ruolo profilattico è più una consuetudine per tranquillizzare paziente e medico che la conseguenza di una evidenza scientifica.
Cari saluti.
Dott. Caldarola.
[#4]
Utente
Utente
Ancora molte grazie.
Cari saluti a lei.
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