Debolezza prima dei pasti e sotto sforzo
Gentili medici specialisti, ecco il mio caso: fino a maggio 2017 non ho mai avuto problemi di salute, sono astemio e non uso droghe ma fumo (circa 10 sigarette al giorno) da 20 anni. Da maggio in poi (all'epoca pesavo 65kg: facevo il portapizze e spesso non cenavo perché nauseato dal mangiare sempre pizza, ora 75kg) ho i seguenti problemi: esposizione delle grandi safene (dentro le quali a volte sento prudere o solleticare); molta meno resistenza alle passeggiate (prima 10 km di buon passo non erano un problema, ora dopo 500 metri in pianura e 100 metri in salita devo riposarmi, non per assenza di fiato a livello polmonare ma per una sensazione di "cuore in gola" e stordimento) e nel fare le scale (prima durante le consegne come pizzaexpress 5 piani di corsa mi causavano solo 10 secondi di fiatone, poi 2 piani senza correre causavano gambe molli e giramento di testa); sensazione di debolezza allo stomaco e fame d'aria prima dei pasti (devo mangiare a piccoli bocconi); molta minore resistenza agli sforzi (accatastando ceppi da camino per 10 minuti ho provato senso di cuore in gola e debolezza allo stomaco); minor resistenza agli sbalzi di temperatura (patisco di più il freddo quando esco di casa e provo un leggero stordimento quando rientro); piedi e mani fredde, erezioni più blande. Da sraiato sto bene, meglio se sul fianco destro. La debolezza allo stomaco passa all'attimo esponendo l'addome ad una fonte di calore (stufetta elettrica). Al prontosoccorso ogni esame (sangue,cardio,lastre ai polmoni) ha dato esito negativo. Anche l'ecografia toracica ha mostrato tutto nella norma. Minziono ed evaquo nella norma. Ritengo che la causa di questi disagi sia la seguente: a maggio per la prova costume feci alcuni cicli di flessione, molto scioccamente ne feci alcune al contrario pensando di tonificare più rapidamente gli addominali, mi issai non di scatto ma con forza e sentii distintamente qualcosa entrare in trazione all' altezza del colon ascendente. Potrebbe essere stata una vena (forse la vena porta) che ha perso pressione e quindi ha causato un deficit diretto e-o indiretto nell'irraggiamento dei vari organi viacerali? Se si che fare? Potrò mai tornare come prima? Grazie per il mettere a disposizione la Vostra conoscenza ed esperienza.
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Medico Chirurgo
Salve,
Lei ha una visione bizzarra dell'anatomia vascolare.
Mi chiedo a questo punto, scusi la franchezza, se lei sappia che cosa sia la vena porta, il suo decorso anatomico e la sua funzione.
Se dice di aver fatto TUTTI gli esami, presumo anche quelli di sangue, che si chiamano ematochimici, se non è anemico, se il suo ecocardiogramma color doppler è privo di anomalie, se la sua P.A è normale, stia pure tranquillo che la vena porta che ha perso di pressione è una sua pura fantasia che non trova riscontro nella realtà.
A me pare, con il limite telematico, che lei sia un soggetto molto ipocondriaco ma questo si può stabilire escludendo ogni eventuale patologia organica.
Perciò le sarei grato se volesse specificare quali esami ha eseguito ed il risultato di essi.
Diversamente, prima si affidi ad un ottimo Internista e poi, sentito il suo parere, prenda in considerazione la figura dello psichiatra che potrebbe aiutarla moltissimo.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
Lei ha una visione bizzarra dell'anatomia vascolare.
Mi chiedo a questo punto, scusi la franchezza, se lei sappia che cosa sia la vena porta, il suo decorso anatomico e la sua funzione.
Se dice di aver fatto TUTTI gli esami, presumo anche quelli di sangue, che si chiamano ematochimici, se non è anemico, se il suo ecocardiogramma color doppler è privo di anomalie, se la sua P.A è normale, stia pure tranquillo che la vena porta che ha perso di pressione è una sua pura fantasia che non trova riscontro nella realtà.
A me pare, con il limite telematico, che lei sia un soggetto molto ipocondriaco ma questo si può stabilire escludendo ogni eventuale patologia organica.
Perciò le sarei grato se volesse specificare quali esami ha eseguito ed il risultato di essi.
Diversamente, prima si affidi ad un ottimo Internista e poi, sentito il suo parere, prenda in considerazione la figura dello psichiatra che potrebbe aiutarla moltissimo.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.2k visite dal 22/02/2017.
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