Ho letto in maniera preoccupante che c'è chi dice che l'abuso di antibiotici aumenta la

salve
ho prostatite batterica da circa 10 anni e a fasi alterne ho fatto in un decennio, diverse terapie antibiotiche sia per iniezione che per capsule.
L'antibiotico risolve il mio problema temporaneamente, ma quali controindicazioni ha in tutto lìorganismo?
Spesso si sente parlare delle conseguenze a lungo termine di questi medicinali e dell'abuso e dell'eccessiva somministrazione degli stessi.
Io ho dovuto prenderli per via dei batteri nella prostata, non ne ho presi quando non erano necessari.
Come incidono sull'organismo e cosa provocano?
Reni, fegato, stomaco e intestino in che maniera ne risentono nel tempo?
E le difese immunitarie?
Dopo aver fatto tutti questi anni di (a fasi alterne) di antibiotici, cosa mi devo aspettare?
Ho letto in maniera preoccupante che c'è chi dice che l'abuso di antibiotici aumenta la probabilità di contrarre i tumori.
http://www.eurosalus.com/notizie/ultime/luso-di-qualsiasi-tipo-di-antibiotico-aumenta-la-possibilit-di-sviluppare-il-cancro-del-seno.-nec.html
Andiamo bene!!
E' vero?
grazie
[#1]
Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio
Il sito citato pende dalla parte delle medicine alternative e coglie il destro del lavoro di Jama (che io peraltro ho letto solo nella loro citazione) per "parlar male degli antibiotici".

A me viene in mente che se un paziente fa maggior uso di antibiotici di un altro, e poi dopo 20 anni si ritrova anche il cancro, non e' perche' c'e' un rapporto diretto di causa effetto, ma perche' sono verosimilmente persone dalla salute gia' piu' precaria della media, spesso malate e bisognose di cure, e il cancro e' il punto di approdo di una loro non brillante situazione.

L'antibiotico non e' la causa in se', ma piuttosto e' un indicatore sentinella, un possibile elemento di accompagnamento della causa.

Nel suo caso io non mi preoccuperei dell'antibiotico, ma della prostatite sottostante. Dove c'e' infiammazione e citolisi c'e' sempre uno stimolo itrritativo, uno stimolo alla rigenerazione del tessuto circostante, e dove c'e' stimolazione alla crescita c'e' sempre il pericolo teorico di una crescita che a un certo punto perde la capacita' di controllo. E' lo stesso meccanismo con cui gli estrogeni favoriscono il cancro al seno, o gli antiandrogeni frenano quello alla prostata, o la epatite evolve in un cancro-cirrosi.

Per cui non mi faccia la sciocchezza di ridurre gli antibiotici nel timore che siano loro a dare il cancro.

Se nesso causale proprio deve esserci, il nesso sara' con la patologia infiammatoria sottostante. Tenendo a bada bene l'infezione/infiammazione si tiene a bada anche una possibile evoluzione neoplastica.

[#2]
Utente
Utente
diciamo che l'infiammazione prostatica è sempre stata tenuta a bada, nel senso che mi son sempre controllato periodicamente e alla prima analisi positiva ho provveduto............però la prostatite ha degli effetti infiammatori che vanno al di la della presenza o meno dei batteri.
Cmq, anche a seguito di visite urologiche e/o andrologiche la mia prostata non è mai risultata ne troppo grande ne troppo infiammata.
La mia preoccupazione sugli antibiotici verteva sul fatto che più che vada avanti, più accuso gli antibiotici dal punto di vista stomaco, fegato, intestino, e questo mi preoccupa.
Li sento sempre più pesanti e li reggo sempre meno.........
Mi devo preoccupare da questo punto di vista?
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