Disturbi vari... può trattarsi di ernia iatale?
Buongiorno,
sono un uomo di 35 anni e vorrei esporre il mio problema: nello scorso mese di ottobre, dopo aver fatto otturare un dente cariato (con anestesia locale) ed una successiva igiene orale, ho iniziato ad avvertire prima un eccesso di salivazione, poi, in aggiunta, la sensazione di presenza di muco in gola con stimolo ad espellere il catarro mediante conati di vomito.
Inizialmente non ho dato molta importanza alla cosa poiché ritenevo fosse dovuta all’igiene orale che non avevo mai fatto prima di allora.
L’eccesso di salivazione in seguito è sparito ma il catarro continuava a persistere ma non mi dava un fastidio insopportabile e non ho fatto nulla.
A dicembre però, improvvisamente, mentre dormivo, ho avvertito una specie di “scossa elettrica” dietro la nuca che mi ha risvegliato di colpo; il pomeriggio successivo a questo fatto mi sono sentito come avvolto da una “folata” calda e il cuore ha iniziato a battermi molto velocemente.
In seguito si sono ripetute altre situazioni simili a quest’ultima ma con sintomi iniziali diversi: scosse elettriche, dolori addominali, dolori al torace ma sempre accompagnati da tachicardia.
Ho fatto numerosi esami: sangue (compreso tiroide), urine, visita cardiologia specialistica ma non è risultata nessuna patologia.
Il mio medico ha pensato a dei problemi digestivi e mi ha prescritto una compressa di Peridon ai pasti e nel frattempo un’ecografia addominale; anche da quest’ultima non risulta nulla da segnalare ed io non sono stato meglio:
Allo stato attuale avverto tuttora, in modo continuo, i seguenti sintomi:
 Frequenti mancanze del respiro o nodi alla gola;
 Persistente catarro (visivamente appare come normale saliva o al limite con un po’ di muco biancastro);
 Frequenti dolori addominali;
 Frequenti dolori al torace e dietro le spalle;
 Sensazioni saltuarie come di “tuffi al cuore”;
 Improvvisi aumenti della frequenza del battito cardiaco.
Il periodo più critico di solito avviene dopo i pasti.
A questo punto non so più cosa fare e vi chiederei pertanto se potete darmi un’indicazione sulla natura della malattia che mi affligge.
Mi sono un po' documentato su internet e su dizionari medici: potrebbe trattarsi di ernia iatale?
Vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione
Saluti
sono un uomo di 35 anni e vorrei esporre il mio problema: nello scorso mese di ottobre, dopo aver fatto otturare un dente cariato (con anestesia locale) ed una successiva igiene orale, ho iniziato ad avvertire prima un eccesso di salivazione, poi, in aggiunta, la sensazione di presenza di muco in gola con stimolo ad espellere il catarro mediante conati di vomito.
Inizialmente non ho dato molta importanza alla cosa poiché ritenevo fosse dovuta all’igiene orale che non avevo mai fatto prima di allora.
L’eccesso di salivazione in seguito è sparito ma il catarro continuava a persistere ma non mi dava un fastidio insopportabile e non ho fatto nulla.
A dicembre però, improvvisamente, mentre dormivo, ho avvertito una specie di “scossa elettrica” dietro la nuca che mi ha risvegliato di colpo; il pomeriggio successivo a questo fatto mi sono sentito come avvolto da una “folata” calda e il cuore ha iniziato a battermi molto velocemente.
In seguito si sono ripetute altre situazioni simili a quest’ultima ma con sintomi iniziali diversi: scosse elettriche, dolori addominali, dolori al torace ma sempre accompagnati da tachicardia.
Ho fatto numerosi esami: sangue (compreso tiroide), urine, visita cardiologia specialistica ma non è risultata nessuna patologia.
Il mio medico ha pensato a dei problemi digestivi e mi ha prescritto una compressa di Peridon ai pasti e nel frattempo un’ecografia addominale; anche da quest’ultima non risulta nulla da segnalare ed io non sono stato meglio:
Allo stato attuale avverto tuttora, in modo continuo, i seguenti sintomi:
 Frequenti mancanze del respiro o nodi alla gola;
 Persistente catarro (visivamente appare come normale saliva o al limite con un po’ di muco biancastro);
 Frequenti dolori addominali;
 Frequenti dolori al torace e dietro le spalle;
 Sensazioni saltuarie come di “tuffi al cuore”;
 Improvvisi aumenti della frequenza del battito cardiaco.
Il periodo più critico di solito avviene dopo i pasti.
A questo punto non so più cosa fare e vi chiederei pertanto se potete darmi un’indicazione sulla natura della malattia che mi affligge.
Mi sono un po' documentato su internet e su dizionari medici: potrebbe trattarsi di ernia iatale?
Vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione
Saluti
[#1]
Gentile Signore,
in effetti i suoi sintomi potrebbero essere riferibili a reflussi acidi che dallo stomaco risalgono lungo l'esofago specialmente durante la posizione sdraiata. Per accertare tale fatto, sarà opportuno effettuare una gastroscopia, eventualmente con la tecnica transnasale (preferibile per studiare anche il tratto esofageo superiore). In caso di normalità dell'esame e persistendo i sintomi, potrà effettuare una pHmetria esofagea delle 24 ore. Se sarà necessario, Le indicherò dove effettuare tali indagini.
Cordiali saluti
in effetti i suoi sintomi potrebbero essere riferibili a reflussi acidi che dallo stomaco risalgono lungo l'esofago specialmente durante la posizione sdraiata. Per accertare tale fatto, sarà opportuno effettuare una gastroscopia, eventualmente con la tecnica transnasale (preferibile per studiare anche il tratto esofageo superiore). In caso di normalità dell'esame e persistendo i sintomi, potrà effettuare una pHmetria esofagea delle 24 ore. Se sarà necessario, Le indicherò dove effettuare tali indagini.
Cordiali saluti
Dott. Roberto Mangiarotti
[#2]
Egregio utente
L’ernia iatale (ossia il passaggio di una parte dello stomaco nella cavità toracica) è una delle cause, neanche la più frequente, della malattia da reflusso gastro-esofageo; infatti, fisiologicamente una minima quantità di succo gastrico passa nell’esofago durante la giornata, ma efficaci meccanismi di difesa impediscono il realizzarsi di danni alla mucosa esofagea. Nel momento in cui, però, il reflusso diventa frequente e supera i meccanismi di difesa, si determina la malattia da reflusso.
I sintomi tipici sono il bruciore retro-sternale e il rigurgito acido in bocca, anche se pazienti con esofago di Barrett (trasformazione dell’epitelio esofageo in gastrico) o anche adeno-carcinoma possono non riferire bruciore. Soltanto il due, tre per cento degli eventi di reflusso raggiunge il livello di coscienza determinando l’insorgenza del bruciore, perciò molti pazienti riferiscono sintomi atipici: asma, dolore toracico, tosse cronica, perdita dello smalto dentale, sensazione di nodo nella faringe, laringite e mal di gola ricorrente.
La diagnosi, spesso, è basata sulla storia clinica; infatti, non esiste un’indagine che dia la certezza assoluta; il monitoraggio del pH esofageo delle 24 ore presenta un discreto grado d’attendibilità, anche se sono possibili falsi positivi e negativi. L’endoscopia non ha alcun valore nell’identificazione della patologia, ma rappresenta l’indagine di scelta per la valutazione delle complicanze del reflusso (epitelio di Barret e adenocarcinoma), particolarmente in presenza di segni e sintomi d’allarme: disfagia (difficoltà nella deglutizione), sazietà precoce, sanguinamento gastrointestinale, anemia sideropenica, deglutizione dolorosa, vomito e perdita di peso, coloro che non hanno risposto alla terapia o che presentano la patologia. La radiografia con bario è raramente utile nella diagnosi malattia.
La terapia si basa su cambiamenti dello stile di vita:
§ evitare pasti abbondanti e cibi acidi come prodotti a base d’agrumi e pomodoro, alcool, bevande a base di caffeina, cioccolato, aglio cipolla e menta;
§ riduzione dell’introito di grassi
§ evitare di stare sdraiati per due/tre ore dopo un pasto
§ evitare farmaci che possano potenziare i sintomi da reflusso (calcio antagonisti, beta bloccanti, alfa uno agonisti, teofillina, nitrati, alcuni sedativi
§ elevare la testata del letto di 10-20 centimetri
§ evitare di indossare vestiti stretti attorno alla vita
§ perdere peso e smettere di fumare.
Antiacidi: si sono dimostrati più efficaci del placebo nell’attenuare i sintomi del reflusso
Antagonisti dei recettori H2 dell’istamina (per es. ranitidina): anch’essi più efficaci del placebo ma, spesso, sono necessari dosaggi elevati per controllare la sintomatologia e, soprattutto per la guarigione dell’esofagite.
Inibitori della pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo): più efficaci degli antagonisti dell’istamina.
Agenti procinetici (cisapride, ritirata dal mercato per i suoi effetti proaritmici, metoclopramide e domperidone): hanno un’efficacia pari agli antagonisti dell’istamina.
Chirurgia antireflusso: le indicazioni includono fallimento del trattamento medico, preferenza del paziente per la chirurgia piuttosto che per i farmaci, presenza di complicanze, sintomi atipici in presenza di reflusso accertato con monitoraggio di 24 ore del pH, complicanze mediche attribuibili ad una larga ernia iatale. Possibili complicanze del trattamento: disfagia per i cibi solidi, gonfiore, diarrea, nausea e sazietà precoce.
Nuovi trattamenti endoscopici: lo scopo del riscaldamento in radiofrequenza della giunzione gastro-esofagea e della gastroplastica è di ridurre l’uso dei farmaci, ridurre i sintomi e, di conseguenza, migliorare la qualità della vita senza i costi e i rischi associati alla chirurgia antireflusso tradizionale. I risultati sono incoraggianti, ma ulteriori studi sono necessari.
Queste sono informazioni generali sulla Malattia da reflusso esofageo; purtroppo la Sua sintomatologia, molto aspecifica, in assenza di una storia clinica ed un attento esame obiettivo, non permette la formulazione d’ipotesi diagnostiche.
Cordiali saluti
L’ernia iatale (ossia il passaggio di una parte dello stomaco nella cavità toracica) è una delle cause, neanche la più frequente, della malattia da reflusso gastro-esofageo; infatti, fisiologicamente una minima quantità di succo gastrico passa nell’esofago durante la giornata, ma efficaci meccanismi di difesa impediscono il realizzarsi di danni alla mucosa esofagea. Nel momento in cui, però, il reflusso diventa frequente e supera i meccanismi di difesa, si determina la malattia da reflusso.
I sintomi tipici sono il bruciore retro-sternale e il rigurgito acido in bocca, anche se pazienti con esofago di Barrett (trasformazione dell’epitelio esofageo in gastrico) o anche adeno-carcinoma possono non riferire bruciore. Soltanto il due, tre per cento degli eventi di reflusso raggiunge il livello di coscienza determinando l’insorgenza del bruciore, perciò molti pazienti riferiscono sintomi atipici: asma, dolore toracico, tosse cronica, perdita dello smalto dentale, sensazione di nodo nella faringe, laringite e mal di gola ricorrente.
La diagnosi, spesso, è basata sulla storia clinica; infatti, non esiste un’indagine che dia la certezza assoluta; il monitoraggio del pH esofageo delle 24 ore presenta un discreto grado d’attendibilità, anche se sono possibili falsi positivi e negativi. L’endoscopia non ha alcun valore nell’identificazione della patologia, ma rappresenta l’indagine di scelta per la valutazione delle complicanze del reflusso (epitelio di Barret e adenocarcinoma), particolarmente in presenza di segni e sintomi d’allarme: disfagia (difficoltà nella deglutizione), sazietà precoce, sanguinamento gastrointestinale, anemia sideropenica, deglutizione dolorosa, vomito e perdita di peso, coloro che non hanno risposto alla terapia o che presentano la patologia. La radiografia con bario è raramente utile nella diagnosi malattia.
La terapia si basa su cambiamenti dello stile di vita:
§ evitare pasti abbondanti e cibi acidi come prodotti a base d’agrumi e pomodoro, alcool, bevande a base di caffeina, cioccolato, aglio cipolla e menta;
§ riduzione dell’introito di grassi
§ evitare di stare sdraiati per due/tre ore dopo un pasto
§ evitare farmaci che possano potenziare i sintomi da reflusso (calcio antagonisti, beta bloccanti, alfa uno agonisti, teofillina, nitrati, alcuni sedativi
§ elevare la testata del letto di 10-20 centimetri
§ evitare di indossare vestiti stretti attorno alla vita
§ perdere peso e smettere di fumare.
Antiacidi: si sono dimostrati più efficaci del placebo nell’attenuare i sintomi del reflusso
Antagonisti dei recettori H2 dell’istamina (per es. ranitidina): anch’essi più efficaci del placebo ma, spesso, sono necessari dosaggi elevati per controllare la sintomatologia e, soprattutto per la guarigione dell’esofagite.
Inibitori della pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo): più efficaci degli antagonisti dell’istamina.
Agenti procinetici (cisapride, ritirata dal mercato per i suoi effetti proaritmici, metoclopramide e domperidone): hanno un’efficacia pari agli antagonisti dell’istamina.
Chirurgia antireflusso: le indicazioni includono fallimento del trattamento medico, preferenza del paziente per la chirurgia piuttosto che per i farmaci, presenza di complicanze, sintomi atipici in presenza di reflusso accertato con monitoraggio di 24 ore del pH, complicanze mediche attribuibili ad una larga ernia iatale. Possibili complicanze del trattamento: disfagia per i cibi solidi, gonfiore, diarrea, nausea e sazietà precoce.
Nuovi trattamenti endoscopici: lo scopo del riscaldamento in radiofrequenza della giunzione gastro-esofagea e della gastroplastica è di ridurre l’uso dei farmaci, ridurre i sintomi e, di conseguenza, migliorare la qualità della vita senza i costi e i rischi associati alla chirurgia antireflusso tradizionale. I risultati sono incoraggianti, ma ulteriori studi sono necessari.
Queste sono informazioni generali sulla Malattia da reflusso esofageo; purtroppo la Sua sintomatologia, molto aspecifica, in assenza di una storia clinica ed un attento esame obiettivo, non permette la formulazione d’ipotesi diagnostiche.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 28.2k visite dal 11/03/2005.
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Approfondimento su Reflusso gastroesofageo
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