Quali possono essere i rimedi
Vorrei sapere qual'è la causa dei crampi muscolari? Spesso mi succede di subire dei crampi in diverse parti delle gambe (dal piede, polpaccio alle cosce) a seguito di uno sforzo leggero/una mediocre tensione muscolare, es. durante lo "sforzo" nell'infilare gli stivali oppure dopo uno sporadico esercizio fisico. Potrebbe essere connesso con il fatto che non pratico nessuna attività sportiva? Quali possono essere i rimedi? (Sarà forse sciocco ma mi sembra che la gamba six sia più soggetta). Grazie mille in anticipo!
[#1]
Gentile Utente,
non esiste un unico tipo di crampo muscolare, ed allo stesso modo non esiste un'unica causa.
I tipi di crampo muscolare che intercorrono in assenza di alterazioni patologiche del muscolo possono essere grossolamente suddivisi in "contratture fisiologiche" e "crampi muscolari idiopatici". La causa dei primi (i cosiddetti "crampi da sforzo") è relativamente ben conosciuta e consiste in una deplezione dell'ATP muscolare che non consente il distacco dei filamenti di actina e miosina. Tale condizione si verifica quando la richiesta metabolica supera le capacità del sistema di irrorazione, che garantisce lo svolgimento dei processi metabolici che conducono alla sintesi di ATP; quindi essa si verifica per sforzi muscolari strenui, o quando, come nel soggetto arteriopatico, il flusso ematico sia ridotto per ragioni patologiche. Il c.d. "rigor mortis" riconosce la medesima causa.
La causa dei crampi muscolari idiopatici è, come il termine stesso esprime, praticamente sconosciuta. E' tuttavia quasi certo che essi rappresentino un fenomeno neurologico, non muscolare. Per cause ignote, un ramo nervoso che innerva il muscolo comincia autonomamente a scaricare impulsi. In questo gruppo rientrerebbe il fenomeno da Lei sperimentato, così come i crampi notturni. La pretesa secondo la quale questi ultimi sarebbero provocati (o favoriti) dalla presenza di vene varicose è una credenza senza alcun supporto teorico o osservazionale.
Negli Stati Uniti dagli anni Trenta è invalso l'uso di trattare, con ottimi risultati, i crampi idiopatici con chinino, venduto senza bisogno di prescrizione medica; tale pratica è stata praticamente abbandonata nel 1995 anno in cui la FDA ha vietato la libera vendita di prodotti a base di chinino, in ragione degli effetti collaterali. Dal 1999 è stato reintrodotto (Cox Pharmaceuticals), ma il suo utilizzo non è stato più così frequente. Probabilmente, per cause analoghe, tale prodotto non è mai stato usato (a questo scopo) in Italia.
A prescindere dalle cause, tutte le condizioni che determinino un incremento dell'eccitabilità della membrana cellulare dei neuroni possono favorire l'insorgenza del crampo; pertanto i crampi, a parità di (sconosciuta) condizione di base, possono avere un'aumentata o diminuita probabilità di insorgenza, nello stesso individuo, dipendentemente dalla presenza delle succitate condizioni.
Tra di esse, i livelli di elettroliti (in particolare calcio, potassio, magnesio) hanno sicuramente un ruolo. Ad esempio, l'uso di Calcio-antagonisti riduce l'insorgenza dei crampi (viene ridotta l'eccitabilità di membrana); mentre un aumento (e non una diminuzione, come spesso si sente) del potassio favorirebbe l'insorgenza del fenomeno.
Anche i fenomeni locali, che possono agire come "spina irritativa" (ad es., compressione) sono in grado di favorire l'insorgenza dei crampi; la particolare frequenza con la quale Lei li sperimenta sulla gamba sn evocherebbe proprio una simile situazione.
Credo che nulla possa dirsi riguardo all'attività sportiva, se non che forse è in grado di agire sulle già citate condizioni; ma personalmente non credo che sia attinente.
Riguardo ai rimedi,essendo ignote le cause, non possono esisterne di radicali. Nella mia esperienza comunque un supplemento di sodio e magnesio e l'uso di sostanze con attività di tipo calcio-antagonista (ad es. flunarizina) si sono spesso rivelati validi. Niente effetti miracolosi, ovviamente, ma molti pazienti hanno risolto il problema. Spero che ciò possa essere di aiuto.
Cordiali saluti
non esiste un unico tipo di crampo muscolare, ed allo stesso modo non esiste un'unica causa.
I tipi di crampo muscolare che intercorrono in assenza di alterazioni patologiche del muscolo possono essere grossolamente suddivisi in "contratture fisiologiche" e "crampi muscolari idiopatici". La causa dei primi (i cosiddetti "crampi da sforzo") è relativamente ben conosciuta e consiste in una deplezione dell'ATP muscolare che non consente il distacco dei filamenti di actina e miosina. Tale condizione si verifica quando la richiesta metabolica supera le capacità del sistema di irrorazione, che garantisce lo svolgimento dei processi metabolici che conducono alla sintesi di ATP; quindi essa si verifica per sforzi muscolari strenui, o quando, come nel soggetto arteriopatico, il flusso ematico sia ridotto per ragioni patologiche. Il c.d. "rigor mortis" riconosce la medesima causa.
La causa dei crampi muscolari idiopatici è, come il termine stesso esprime, praticamente sconosciuta. E' tuttavia quasi certo che essi rappresentino un fenomeno neurologico, non muscolare. Per cause ignote, un ramo nervoso che innerva il muscolo comincia autonomamente a scaricare impulsi. In questo gruppo rientrerebbe il fenomeno da Lei sperimentato, così come i crampi notturni. La pretesa secondo la quale questi ultimi sarebbero provocati (o favoriti) dalla presenza di vene varicose è una credenza senza alcun supporto teorico o osservazionale.
Negli Stati Uniti dagli anni Trenta è invalso l'uso di trattare, con ottimi risultati, i crampi idiopatici con chinino, venduto senza bisogno di prescrizione medica; tale pratica è stata praticamente abbandonata nel 1995 anno in cui la FDA ha vietato la libera vendita di prodotti a base di chinino, in ragione degli effetti collaterali. Dal 1999 è stato reintrodotto (Cox Pharmaceuticals), ma il suo utilizzo non è stato più così frequente. Probabilmente, per cause analoghe, tale prodotto non è mai stato usato (a questo scopo) in Italia.
A prescindere dalle cause, tutte le condizioni che determinino un incremento dell'eccitabilità della membrana cellulare dei neuroni possono favorire l'insorgenza del crampo; pertanto i crampi, a parità di (sconosciuta) condizione di base, possono avere un'aumentata o diminuita probabilità di insorgenza, nello stesso individuo, dipendentemente dalla presenza delle succitate condizioni.
Tra di esse, i livelli di elettroliti (in particolare calcio, potassio, magnesio) hanno sicuramente un ruolo. Ad esempio, l'uso di Calcio-antagonisti riduce l'insorgenza dei crampi (viene ridotta l'eccitabilità di membrana); mentre un aumento (e non una diminuzione, come spesso si sente) del potassio favorirebbe l'insorgenza del fenomeno.
Anche i fenomeni locali, che possono agire come "spina irritativa" (ad es., compressione) sono in grado di favorire l'insorgenza dei crampi; la particolare frequenza con la quale Lei li sperimenta sulla gamba sn evocherebbe proprio una simile situazione.
Credo che nulla possa dirsi riguardo all'attività sportiva, se non che forse è in grado di agire sulle già citate condizioni; ma personalmente non credo che sia attinente.
Riguardo ai rimedi,essendo ignote le cause, non possono esisterne di radicali. Nella mia esperienza comunque un supplemento di sodio e magnesio e l'uso di sostanze con attività di tipo calcio-antagonista (ad es. flunarizina) si sono spesso rivelati validi. Niente effetti miracolosi, ovviamente, ma molti pazienti hanno risolto il problema. Spero che ciò possa essere di aiuto.
Cordiali saluti
dr Vincenzo Scrivano
ANGIOLOGO
[#2]
Gentile Utente
da come Lei descrive i sintomi si tratta probabilmente di crampi da sforzo; il crampo è una contrazione involontaria, spastica e dolorosa di un muscolo che non si rilassa. I crampi possono interessare ogni parte della muscolatura scheletrica (volontaria), tutto il muscolo, una porzione o più muscoli; in ogni modo i più colpiti sono:
• Il polpaccio (muscolo gastrocnemio)
• I muscoli della parte anteriore della coscia (m. quadricipite femorale).
• I muscoli della parte post. della coscia (m. bicipite femorale)
L’intensità dei crampi varia da un lieve tic ad un dolore molto intenso e possono durare da pochi secondi fino a 15 minuti o anche più.
Cause secondarie dei crampi sono la sclerosi laterale amiotrofica, in cui si associano a perdite della forza muscolare, inspiegabile perdita di peso, difficoltà nell’eloquio, nella deambulazione e deglutizione, accentuazione dei riflessi osteotendinei, il restringimento del canale vertebrale (stenosi spinale), l’aterosclerosi (claudicatio), alcune malattie congenite del metabolismo dei muscoli, farmaci (diuretici, alcuni antipsicotici, come la clorpromazina e l’aloperidolo). Qualora i crampi dovessero essere severi, avvenire frequentemente, rispondere scarsamente a semplici trattamenti sotto elencati, non esiti a rivolgersi al suo medico.
Nella gran maggioranza dei casi, i crampi sono idiopatici, vale a dire la causa non è nota; alcune misure possono essere adottate per prevenirli:
• Stretching: un regolare programma di stretching allunga le fibre muscolari che possono contrarsi con più vigore durante l’esercizio; quando il corpo è scarsamente allenato, l’afflusso di sangue ai muscoli non è proporzionale alle esigenze metaboliche, perciò si ha accumulo di sostanze di scarto con origine del crampo. Una recente ricerca pubblicata sul British Medical Journal ha, però, messo in dubbio l’efficacia dello stretching nel prevenire i danni alle articolazioni e ai muscoli.
• I crampi sono più frequenti quando l’esercizio avviene in ambienti caldi e umidi, dato che col sudore si perdono fluidi e sali minerali(in particolare la carenza di sodio è responsabile dell’insorgenza dei crampi); quindi è opportuno bere molta acqua durante la giornata, senza aspettare di avere sete, e recuperare i sali con la frutta.
• Fermare l’attività appena si scatena il crampo.
• Stirare con delicatezza il muscolo interessato e massaggiarlo, mantenendolo in posizione allungata finchè il dolore cessa. Per il muscolo del polpaccio, un esercizio utile è il seguente: stando in piedi a circa un metro dal muro, inclinarsi verso lo stesso sorreggendosi con le mani; mantenersi in questa posizione per 60 secondi e, quindi, ritornare alla posizione di partenza. Ripetere l’esercizio tre volte.
• Provare a massaggiare l’area con ghiaccio, non a diretto contatto con la cute, per qualche minuto; se il freddo accentua la sintomatologia, provare con una borsa d’acqua calda. E' consigliabile fare, sempre, un massaggio dopo aver applicato il freddo o il calore.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 237.5k visite dal 26/12/2003.
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