Esiti ( dolorosi) da lussazione cromion-claveare di 3° grado e di frattura di pilone tibiale.

Ho 40 anni, nel settembre del 2007, ho subito un grave politrauma stradale a seguito del quale ho riportato un lussazione acromion-claveare di 3° grado spalla sx ed una frattura pluriframmentaria del terzo distale diafisario e della superficie articolare epifisiaria distale della tibia sx (csd frattura pilone tibiale).
Contemporaneamente, ho subito un operazione alla spalla sx con sindesmopessi e artrodesi temporanea con filo metallico, ed alla gamba, dove sotto controllo scopico, subivo una riduzione della frattura, apposizione filo di trazione trans calcaneare e gesso in posizione antifisiologica.
Dopo circa due mesi di gesso, a causa della mancata consolidazione della frattura, ho avuto il divieto assoluto di carico, che sommandosi alla situazione della spalla mi ha fatto restare a letto per circa tre mesi, per poi passare alla sedia a rotelle. Quindi a due bastoni, poi ad uno e alla fine a pieno carico in seguito alla completa consolidazione avvenuta dopo un bel po’ di mesi.
Nel frattempo, insorgeva osteoporosi alla zona del collo piede/piede csd di sudeck, (o algodistrofia di sudeck).
Ho effettuato FKT A/P domiciliare, e magnetoterapia. Quando possibile, ho incominciato tali terapie in un centro combinandoci alle predette della TENS.
La situazione nel tempo, sia per dolori che per funzionalità è notevolmente migliorata, ma certamente non come avrei aspirato.
Da alcuni mesi, sempre su prescrizione ortopedica, effettuo FKT A/P, magnetoterapia e laserterapia ad entrambi le articolazioni.
L’ultima RX effettuata ai primi di aprile c.a, ha evidenziato una diastasi dell’articolazione acromion-claveare (scalino del pianista) mentre al piede/collo piede permangono ancora segni di osteoporosi.
Pochi giorni fa, ho effettuato una RMN della quale vi riporto integralmente il referto. Esame eseguito su magnete aperto a basso campo, con tecnica; Sequenze SE T1 e TSE STIR su piani coronali; sequenze GE T2 su piani assiali; sequenze TSE DP su piani sagittali.
SPALLA SX .
Esiti da lussazione acromion-claveare, trattata chirurgicamente, con evidenza di fenomeni fibrocicatriziali in corrispondenza del versante anteriore; modica scleroipertrofia artrosica dei capi articolari.
Conservata ampiezza dello spazio sottocoracoacromiale.
Aspetto tumefatto ed iperintenso del tendine del sovraspinoso nel segmento peri-inserzionale, per fenomeni degenerativi a suo carico. Minimo versamento intraarticolare.
Normale rappresentazione del cercine glenoideo e della cinghia funzionale anteriore.
Regolare morfologia e segnale del decorso intraarticolare del capo lungo del bicipite brachiale, con minima distensione fluida della sua guaina sinoviale.
ARTICOLAZIONE TIBIOTARSICA SX
Esiti di frattura del terzo distale della tibia, trattata chirurgicamente; i frammenti appaiono in buona posizione, ma si rileva un modico edema residuo della spongiosa ossea; riduzione dello spessore del rivestimento condrale tibio-astragalico, associata a sclerosi sub condrale da fenomeni di secondaria condropatia; riduzione d’ampiezza della rima articolare.
Focali artefatti da distorsione ferromagnetica sul comparto laterale, nelle sedi di accesso chirurgico.
Assente versamento intraarticolare; disomogeneità reattiva del seno del tarso.
Ispessiti i legamenti peroneo-astragalico anteriore e posteriore, per esiti fibrotici.
Non evidenti alterazioni della morfologia e del segnale del legamento deltoideo nella sua componente superficiale e profonda, e del legamento interosseo astragalo-calcaneare.
Regolare morfologia e segnale delle strutture muscolo-tendinee periarticolari.
Attualmente, alla spalla permangono costanti dolori diffusi, che diventano a volte acuti, nella zona scapolare paravertebrale e/o cervicale. Anche nella gamba permane dolore diffuso che in base ai movimenti articolari della caviglia possono anche diventare acuti. Il movimento articolare della caviglia dorsale è limitato, quello in estensione lo è per un buon terzo è limitato. Durante il movimento, sento chiaramente nell’articolazione, in particolare nella zona del malleolo interno del collo piede che l’articolazione è bloccata con “i legamenti che mi tirano”.
Alla luce di quest’ultima RM, chiedo cortesemente di poter capire se la terapia che stò effettuando è efficace per un miglioramento algico e funzionale, e se altre son migliori?
Quando potrò dire che ormai la situazione si è stabilizzata e che quindi, da lì NON POTRO’PIU’migliorare funzionalmente? Se vi è qualche necessità per un intervento migliorativo?
Se la situazione della caviglia è già, o andrà inevitabilmente, in artrosi?
Quant’altro di utile, chiunque voglia rispondere, riterrà opportuno.
Ringrazio tanto anticipatamente.
[#1]
Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 808 28
Gentile utente,
penso possa comprendere la difficoltà di rispondere in modo completo ed esaustivo ai suoi quesiti senza avere la possibilità di avere un esame clinico obiettivo diretto del suo stato attuale oltre a quello strumentale che lei con tanta dovizia ha riportato.

Ciò premesso cercherò, tenendo presente tali limiti, di darle delle indicazioni accettabili:

1)"Alla luce di quest’ultima RM, chiedo cortesemente di poter capire se la terapia che stò effettuando è efficace per un miglioramento algico e funzionale, e se altre son migliori?"
L'efficacia e/o il risultato terapeutico di un dato trattamento terapeutico farmacologico o fisioterapico vanno valutati ed adattati nel tempo con la verifica dei risultati e degli obiettivi prefissati.

2)"Quando potrò dire che ormai la situazione si è stabilizzata e che quindi, da lì NON POTRO’PIU’migliorare funzionalmente? Se vi è qualche necessità per un intervento migliorativo?"
Il miglioramento "funzionale" può avere un decorso più o meno lungo dipendente da caratteristiche individuali e dal decorso di guarigione della patologia. Nel suo caso ci sono state diverse problematiche, soprattutto a carico dell'arto inferiore, che inevitabilmente allungano anche i tempi di recupero funzionale.

3)"Se la situazione della caviglia è già, o andrà inevitabilmente, in artrosi?"
Al momento attuale NON mi risulta ci siano segni di "artrosi", dalla rilettura della RMN, si parla di condropatia, riduzione della rima articolare...

Per concludere il consiglio migliore che posso darle, in modo da avere un riferimento sicuro che possa soddisfare anche eventuali altri dubbi, è quello di reperire nella sua zona, un medico Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione in modo da effettuare un esame clinico approfondito della situazione clinica attuale e stilare un programma terapeutico individuale e personalizzato, sia per l'arto inferiore che inferiore e monitorare nel tempo anche i risultati dei trattamenti proposti.

Spero di essere riuscito almeno in parte a rispondere ai suoi quesiti.

Buon lavoro!

Cordialità.

Urbano Giulio Pio MD
Specialista Medicina Fisica Riabilitazione
e Psicoterapia
3398917774(h16-20)
NB: il consulto NON sostituisce la visita reale

[#2]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentile Dr. Urbano,
mi rendo conto, che così, senza un esame "de visu", ho chiesto forse troppo.
Almeno, una bella notizia, circa i segni di artrosi, me l'ha data.
L'altro ieri, ho fatto leggere il referto della RM e quello della precedente ecografia alla fisiatra del centro ove vado.
Dopo aver letto ed avermi visitato, mi ha dato invece la brutta notizia che per mantere l'articolarità così come è alla caviglia sx dovrò effettuare della fisioterapia a vita.
Mi ha dato praticamente una "legnata sui denti". Non mi arrendo certamente qua.
Grazie ancora.

P.S. Per completezza riporto il referto ecografico sopra citato effettuato il 11.09.2009.

Spalla SX
Diastasi dell'articolazione acromion-claveare con grossolana calcificazione sul versante clavicolare come da esiti di pregresso intervento chirurgico.
Normale ecogenicità del tendine del capo lungo del bicipite.
Cuffia dei rotatori di spessore ridotto per assottigliamento del tendine sovraspinoso.
Normale morfologia della borsa sottodeltoidea.

Caviglia Sx
Lo studio del comparto interno della caviglia sinistra mette in evidenza un diffuso edema del piano sottocutaneo con ispessimento del peroneo astragalico anteriore come da esito fibroso riparativo. Posteriormente al malleolo esterno appaiono ispessiti i tendini del peroneo lungo e breve con tenovaginalite ed algia alla pressione con la sonda. L'estensore lungo delle dita ed il peroneo terzo non mostrano alterazione delle fibrilli in prossimità della guaina sinoviale con tenovaginalite lieve in prossimità del retinacolo inferiore. Falda fluida profonda in sede medio-tarsica.
Diffuso ispessimento edematoso del peroneo-calcaneare ed, in misura minore, del peroneo astragalico posteriore come da postumi di lesione traumatica in via di riparazione.
[#3]
Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 808 28

"Non mi arrendo certamente qua."

Mi sembra l'approccio migliore da ATTUARE!

In bocca al lupo e buon lavoro.
[#4]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Crepi!!!!!!

Contraccambio il buon lavoro.
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