Mielopatia cervicale
Su indicazione del neurologo dott. Poli passo il mio quesito dalla sezione neurologia a questa.
In conseguenza di una sindrome fascicolazioni e crampi i cui esordi risalgono al settembre 2016, dopo essere stato preso in carico nel 2017 dal reparto di neurologia di Chieti, sono stato posto in osservazione nel maggio 2018 presso il Centro Regionale Esperto SLA (CRESLA) delle Molinette di Torino con la seguente diagnosi: "Paziente con mielopatia cervicale associata a diffuse alterazioni spondiloartrosiche lombosacrali in diagnosi differenziale con malattia del motoneurone".
Il 29/10/2018 mi è stata praticata nel reparto NCH delle Molinette una artrodesi C5-C7 di decompressione del midollo con apposizione di corpi di sintesi.
Recentemente il CRESLA, terminate le proprie indagini, ha escluso, pur continuando a tenermi in osservazione, la malattia del motoneurone, attribuendo i miei sintomi alla persistenza del danno midollare quale esito della prolungata stenosi del canale riconducile alle due ernie C5-C7, oggetto dell'artrodesi.
A distanza di ca. 3 mesi dall'intervento chirurgico di cui sopra, non ho avuto alcun miglioramento dei sintomi che continuano ad essere ormai da molto tempo i seguenti: fascicolazioni incessanti a distretti di quattro arti e alle quali fascicolazioni l'EMG (ne ho effettuate 5) associa denervazione, crampi secondari a sforzo muscolare agli arti inferiori, soprattutto al quadricipite sx, e sensazione di leggera ipostenia al quadricipite sx, non saprei dire, tuttavia, se effettiva o come impressione sensoriale derivante dalle incessanti fascicolazioni.
Il fatto che la sintomatologia sia particolarmente accentuata a livello dell'arto inferiore sx è, a detta del CRESLA, probabilmente dovuto alla interazione della lesione midollare cervicale con le diffuse alterazioni lombosacrali (protrusioni con focalità erniarie ad ogni metamero e presenza di un black disk lombare). Aggiungo che nel 2015 avevo già subito un episodio di cruralgia acuta sx, con allettamento per alcune settimane.
Tutto ciò premesso, e dal momento che non mi sono state date indicazioni terapeutiche dal CRESLA (che è l'unico ad avermi ancora in carico) se non quella di effettuare una nuova RM rachide in toto e la somministrazione di chinino che non sta sortendo effetti dopo ca. 10 gg, vorrei chiedere se esistono metodiche, farmaci o strumentazioni risolutivi o tesi al recupero di un danno midollare e, in ogni caso, in grado di alleviare i miei sintomi che allo stato attuale sono molto limitanti per il mio stile di vita. Attualmente, di mia iniziativa, sto concludendo un ciclo di sedute osteopatiche ma senza molto successo.
Grazie
In conseguenza di una sindrome fascicolazioni e crampi i cui esordi risalgono al settembre 2016, dopo essere stato preso in carico nel 2017 dal reparto di neurologia di Chieti, sono stato posto in osservazione nel maggio 2018 presso il Centro Regionale Esperto SLA (CRESLA) delle Molinette di Torino con la seguente diagnosi: "Paziente con mielopatia cervicale associata a diffuse alterazioni spondiloartrosiche lombosacrali in diagnosi differenziale con malattia del motoneurone".
Il 29/10/2018 mi è stata praticata nel reparto NCH delle Molinette una artrodesi C5-C7 di decompressione del midollo con apposizione di corpi di sintesi.
Recentemente il CRESLA, terminate le proprie indagini, ha escluso, pur continuando a tenermi in osservazione, la malattia del motoneurone, attribuendo i miei sintomi alla persistenza del danno midollare quale esito della prolungata stenosi del canale riconducile alle due ernie C5-C7, oggetto dell'artrodesi.
A distanza di ca. 3 mesi dall'intervento chirurgico di cui sopra, non ho avuto alcun miglioramento dei sintomi che continuano ad essere ormai da molto tempo i seguenti: fascicolazioni incessanti a distretti di quattro arti e alle quali fascicolazioni l'EMG (ne ho effettuate 5) associa denervazione, crampi secondari a sforzo muscolare agli arti inferiori, soprattutto al quadricipite sx, e sensazione di leggera ipostenia al quadricipite sx, non saprei dire, tuttavia, se effettiva o come impressione sensoriale derivante dalle incessanti fascicolazioni.
Il fatto che la sintomatologia sia particolarmente accentuata a livello dell'arto inferiore sx è, a detta del CRESLA, probabilmente dovuto alla interazione della lesione midollare cervicale con le diffuse alterazioni lombosacrali (protrusioni con focalità erniarie ad ogni metamero e presenza di un black disk lombare). Aggiungo che nel 2015 avevo già subito un episodio di cruralgia acuta sx, con allettamento per alcune settimane.
Tutto ciò premesso, e dal momento che non mi sono state date indicazioni terapeutiche dal CRESLA (che è l'unico ad avermi ancora in carico) se non quella di effettuare una nuova RM rachide in toto e la somministrazione di chinino che non sta sortendo effetti dopo ca. 10 gg, vorrei chiedere se esistono metodiche, farmaci o strumentazioni risolutivi o tesi al recupero di un danno midollare e, in ogni caso, in grado di alleviare i miei sintomi che allo stato attuale sono molto limitanti per il mio stile di vita. Attualmente, di mia iniziativa, sto concludendo un ciclo di sedute osteopatiche ma senza molto successo.
Grazie
[#1]
Buongiorno,
purtroppo, stante le attuali conoscenze scientifiche, non esistono metodiche, farmaci o strumentazioni risolutivi nel recuperare un danno midollare.
Processi riparativi con cellule staminali sono tentati da anni in tutto il mondo, ma al momento non ci sono risultati apprezzabili. Altri tentativi sono stati recentemente effettuati mediante "impianti elettrici" computerizzati.
Esistono però metodiche e farmaci "sintomatici" per alleviare le disfunzioni ed sintomi, migliorando così la qualità di vita.
Devo però sottolineare che studi neurofisiologici accertanti quadri di denervazione ed un quadro clinico di fascicolazioni incessanti mal si addicono ad un quadro di mielopatia cervicale.
Inoltre l'intervento chirurgico sulle vertebre (artrodesi) non può portare miglioramenti sul danno intramidollare. La decompressione chirurgica però può ridurre l'edema causata dalla compressione stessa e può comportare un lieve miglioramento del quadro neurologico nel giro di qualche mese; poi il quadro si stabilizza con la scomparsa dell'edema perilesionale.
Cordiali saluti
purtroppo, stante le attuali conoscenze scientifiche, non esistono metodiche, farmaci o strumentazioni risolutivi nel recuperare un danno midollare.
Processi riparativi con cellule staminali sono tentati da anni in tutto il mondo, ma al momento non ci sono risultati apprezzabili. Altri tentativi sono stati recentemente effettuati mediante "impianti elettrici" computerizzati.
Esistono però metodiche e farmaci "sintomatici" per alleviare le disfunzioni ed sintomi, migliorando così la qualità di vita.
Devo però sottolineare che studi neurofisiologici accertanti quadri di denervazione ed un quadro clinico di fascicolazioni incessanti mal si addicono ad un quadro di mielopatia cervicale.
Inoltre l'intervento chirurgico sulle vertebre (artrodesi) non può portare miglioramenti sul danno intramidollare. La decompressione chirurgica però può ridurre l'edema causata dalla compressione stessa e può comportare un lieve miglioramento del quadro neurologico nel giro di qualche mese; poi il quadro si stabilizza con la scomparsa dell'edema perilesionale.
Cordiali saluti
dott. Roberto Sergi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 8.2k visite dal 22/01/2019.
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