Riabilitazione frattura femore
Buongiorno dottori,
scrivo per mia mamma, 70 anni, corporatura media, nessuna patologia di rilievo (non è cardiopatica, non è diabetica). Lunedì scorso purtroppo è caduta e si è rotta il femore. È stata operata il giorno dopo (quindi entro le 48 ore, diciamo circa 28 ore dopo la caduta) in anestesia spinale e le è stato impiantato un "chiodo endomidollare", la ferita ha una ventina di punti. Mercoledì (quindi un giorno dopo l'intervento) è stata fatta scendere dal letto per fare qualche passo e ieri ha già camminato con il girello e ha pranzato/cenato seduta.
Al momento non ha dolore, non ha febbre e sta bene.
Tuttavia leggo su internet informazioni allarmanti circa il decorso post operatorio, con elevato rischio di mortalità entro 12 mesi dall'evento e improbabilità di tornare a essere autonoma.
Cito solo due dei numerosi esempi:
http://www.clicmedicina.it/pagine-n-45/frattura-femore.htm
http://www.ortopediaborgotaro.it/otb-news-per-il-paziente-ortopedia-borgotaro/134-le-fratture-dell-anca-nell-anziano-una-gravissima-malattia
Mi sono dunque molto spaventata e non so come muovermi per garantire una ripresa funzionale e in salute di mia mamma.
Sono confusa.
In ospedale hanno detto che faranno lì una riabilitazione di 10/15 giorni e dopo consigliano di continuare la fisioterapia solo a domicilio. Io avrei preferito una fase di fisioterapia intensiva anche dopo l'ospedale, ad esempio in un istituto riabilitativo, pagando privatamente, per almeno una settimana, e poi dopo proseguire a casa.
Alcuni conoscenti che hanno vissuto situazioni simili mi hanno consigliato di misurare la temperatura di mia mamma per il rischio di infezioni all'osso. In ospedale non mi è stato parlato di questo rischio ma cercando su internet ho letto che in effetti il decorso della frattura del femore è pieno di rischi: infezioni (ostiomelite), emorragie interne, embolie, sindrome compartimentale. Nessuno mi ha detto nulla e io mi sento spaesata!
Vi chiedo pertanto alcuni consigli generici per affrontare questa situazione preparata e senza sottovalutare nulla:
- perché esiste questo alto rischio di mortalità entro un anno?
- quali domande specifiche mi conviene fare ai medici, per essere certa di non trascurare nessun aspetto relativo al decorso e alla riabilitazione?
- è sufficiente misurare la temperatura ogni sera per un mese?
- quali saranno i segnali d'allarme da tenere sotto controllo una volta dimessa?
- far riabilitare mia mamma in un istituto per un'ulteriore settimana dopo l'ospedale può avere dei pro e/o dei contro?
Qualunque altro vostro spunto o riflessione in merito per me è fondamentale!
Vi ringrazio
scrivo per mia mamma, 70 anni, corporatura media, nessuna patologia di rilievo (non è cardiopatica, non è diabetica). Lunedì scorso purtroppo è caduta e si è rotta il femore. È stata operata il giorno dopo (quindi entro le 48 ore, diciamo circa 28 ore dopo la caduta) in anestesia spinale e le è stato impiantato un "chiodo endomidollare", la ferita ha una ventina di punti. Mercoledì (quindi un giorno dopo l'intervento) è stata fatta scendere dal letto per fare qualche passo e ieri ha già camminato con il girello e ha pranzato/cenato seduta.
Al momento non ha dolore, non ha febbre e sta bene.
Tuttavia leggo su internet informazioni allarmanti circa il decorso post operatorio, con elevato rischio di mortalità entro 12 mesi dall'evento e improbabilità di tornare a essere autonoma.
Cito solo due dei numerosi esempi:
http://www.clicmedicina.it/pagine-n-45/frattura-femore.htm
http://www.ortopediaborgotaro.it/otb-news-per-il-paziente-ortopedia-borgotaro/134-le-fratture-dell-anca-nell-anziano-una-gravissima-malattia
Mi sono dunque molto spaventata e non so come muovermi per garantire una ripresa funzionale e in salute di mia mamma.
Sono confusa.
In ospedale hanno detto che faranno lì una riabilitazione di 10/15 giorni e dopo consigliano di continuare la fisioterapia solo a domicilio. Io avrei preferito una fase di fisioterapia intensiva anche dopo l'ospedale, ad esempio in un istituto riabilitativo, pagando privatamente, per almeno una settimana, e poi dopo proseguire a casa.
Alcuni conoscenti che hanno vissuto situazioni simili mi hanno consigliato di misurare la temperatura di mia mamma per il rischio di infezioni all'osso. In ospedale non mi è stato parlato di questo rischio ma cercando su internet ho letto che in effetti il decorso della frattura del femore è pieno di rischi: infezioni (ostiomelite), emorragie interne, embolie, sindrome compartimentale. Nessuno mi ha detto nulla e io mi sento spaesata!
Vi chiedo pertanto alcuni consigli generici per affrontare questa situazione preparata e senza sottovalutare nulla:
- perché esiste questo alto rischio di mortalità entro un anno?
- quali domande specifiche mi conviene fare ai medici, per essere certa di non trascurare nessun aspetto relativo al decorso e alla riabilitazione?
- è sufficiente misurare la temperatura ogni sera per un mese?
- quali saranno i segnali d'allarme da tenere sotto controllo una volta dimessa?
- far riabilitare mia mamma in un istituto per un'ulteriore settimana dopo l'ospedale può avere dei pro e/o dei contro?
Qualunque altro vostro spunto o riflessione in merito per me è fondamentale!
Vi ringrazio
[#1]
L'iter riabilitativo dopo intervento per frattura di femore prevede la messa in carico precoce , come e' stato fatto in Ospedale , una verifica radiografica in uscita per controllare il corretto posizionamento dell'endoprotesi e un periodo di trattamento di almeno 30 giorni in struttura riabilitativa in regime di ricovero ,cio' al fine di intensificare la riattivazione funzionale globale e specifica della ripresa funzionale della deambulazione autonoma.
Le condizioni cliniche di Sua madre sembrano buone per cui non deve avere timori acquisendo informazioni dalla rete spesso fuorvianti o legate a specifiche condizioni cliniche dell'anziano che rendono piu' complessa la prognosi di recupero.
Il ricovero in una struttura riabilitativa convenzionata con il Dervizio Sanitario Nazionale serve per velocizzare il recupero in ambiente protetto.
Saluti
Le condizioni cliniche di Sua madre sembrano buone per cui non deve avere timori acquisendo informazioni dalla rete spesso fuorvianti o legate a specifiche condizioni cliniche dell'anziano che rendono piu' complessa la prognosi di recupero.
Il ricovero in una struttura riabilitativa convenzionata con il Dervizio Sanitario Nazionale serve per velocizzare il recupero in ambiente protetto.
Saluti
Prof.Alberto Grasso
[#2]
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per la Sua risposta. Mia mamma sarà dimessa alla fine della prossima settimana, quindi dopo 25 giorni dall'intervento; in tutto questo periodo ha fatto la riabilitazione in ospedale una volta al giorno, da ieri utilizza le stampelle e non più il girello. Alla dimissione non ci daranno la possibilità di ricovero in regime convenzionato pertanto abbiamo dovuto cercare una struttura riabilitativa privata a pagamento che la terrà per una settimana (o una decina di giorni), in cui farà fisioterapia ogni mattina. Visti i costi elevatissimi del ricovero privato (penso possa immaginare) non possiamo permetterci di tenerla di più nella struttura. Dopo questa decina di giorni, mia mamma tornerà a casa e un fisioterapista verrà a domicilio 2 o 3 volte alla settimana per seguirla nella sua ripresa. Ritiene tutto questo adeguato nonostante non si rispettino i 30 giorni di ricovero come da Lei suggerito? La ringrazio ancora infinitamente!
La ringrazio per la Sua risposta. Mia mamma sarà dimessa alla fine della prossima settimana, quindi dopo 25 giorni dall'intervento; in tutto questo periodo ha fatto la riabilitazione in ospedale una volta al giorno, da ieri utilizza le stampelle e non più il girello. Alla dimissione non ci daranno la possibilità di ricovero in regime convenzionato pertanto abbiamo dovuto cercare una struttura riabilitativa privata a pagamento che la terrà per una settimana (o una decina di giorni), in cui farà fisioterapia ogni mattina. Visti i costi elevatissimi del ricovero privato (penso possa immaginare) non possiamo permetterci di tenerla di più nella struttura. Dopo questa decina di giorni, mia mamma tornerà a casa e un fisioterapista verrà a domicilio 2 o 3 volte alla settimana per seguirla nella sua ripresa. Ritiene tutto questo adeguato nonostante non si rispettino i 30 giorni di ricovero come da Lei suggerito? La ringrazio ancora infinitamente!
[#3]
Da quello che mi descrive l'iter riabilitativo e'gia' in fase avanzata ( carico con appoggio gia' in atto ed acquisito ) pertanto puo' , secondo me , evitare il ricovero in struttura privata e proseguire la riabilitazione a casa ( sicuramente con una positiva ricaduta sul tono dell'umore ) , non capisco perche' a casa debba pagare il Terapista essendo una terapia domiciliare che puo' essere erogata in convenzione !
Penso che per ottenerla in dimissione debbano indicarlo specificamente il Medico che la dimette o la Equipe Riabilitativa che la ha attualmente in carico.
Penso che per ottenerla in dimissione debbano indicarlo specificamente il Medico che la dimette o la Equipe Riabilitativa che la ha attualmente in carico.
[#4]
Utente
Gentile Dottore, grazie nuovamente per la Sua risposta, che mi ha rassicurata. Purtroppo ci hanno già preannunciato che il fisioterapista tramite convenzione verrà a casa per un brevissimo periodo, poi dovremo continuare autonomamente. Forse riusciremo ad attivare una convenzione per sedute fisioterapistiche tramite SSN ma non domiciliari, bensì in ambulatorio; al momento stiamo cercando tutte le possibili soluzioni.
Nel frattempo tengo molto a ringraziarla per la Sua consulenza!
Nel frattempo tengo molto a ringraziarla per la Sua consulenza!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 14.9k visite dal 07/07/2017.
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