Tendinopatia inserzionale dei muscoli medio e picolo gluteo
Salve sono un ragazzo di 32 anni faccio triathlon da circa un anno e dopo un'allemamento di bici e di corsa ho riscontrato dolore alla schiena e alla gamba dx, la schiena ora tutto ok ma la gamba sottoposta a ecografia ha evidenziato tendinopatia inserzionale e pre inserzionale dei muscoli medio e piccolo gluteo al grande trocantere del femore dx con presenza di piccola calcificazione lamellare associata in tale corrispondenza del iniziale entesopatia calcifica.non si vedono borsiti.
Allora io mi chiedo è una cosa per cui mi devo preoccupare o visto che in bici non mi fà male posso continuare ad allenarmi????
Il male lo sento molto forte solo nella corsa.
Allora io mi chiedo è una cosa per cui mi devo preoccupare o visto che in bici non mi fà male posso continuare ad allenarmi????
Il male lo sento molto forte solo nella corsa.
[#1]
Sarebbe una " periatrite dell'anca ", ma certamente va curata!
Ne parli con il suo ortopedico di fiducia e la curi anche con fisiochinesiterapia.
Cautamente, ma certo in assenza di dolore, può fare bici.
Saluti
Ne parli con il suo ortopedico di fiducia e la curi anche con fisiochinesiterapia.
Cautamente, ma certo in assenza di dolore, può fare bici.
Saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -
[#2]
farei una valutazione posturale delle catene muscolari, la tendinopatia inserzionale riferita potrebbe essere la conseguenza di una contrattura cronica da sforzo che ha quindi accorciato la muscolatura riferita (che poi ha dato esiti calcifici conseguenti all'infiammazione) e può essere sostenuta da analoga condizione di contrattura/accorciamento della muscolatura lombare; tipicamente con la bicicletta non evidenzia il dolore sia per il tipo di gesto che limita molto la extra e intra-rotazione dell'anca e che agisce prevalentemente lungo un solo asse con adattamento della catena cinetica interessata e blocco delle limitrofe, evenienza che non si manifesta con le altre discipline.
In definitiva nell'approccio alla fisioterapia farei una valutazione posturale del bacino in primis e di conseguenza della colonna, una valutazione degli arti inferiori (lunghezza uguale? vera? falsa?)valgismo? varismo? appoggio podalico; una valutazione completa delle tensioni-lunghezze muscolari sulle quali non mi dilungo in quanto compito del fisiatra che le farà, porterà alla formulazione di un piano terapeutico per un ripristino degli equilibri muscolari interessati (compresi gli addominali e adduttori) stabilendo come e dove applicare esercizi di stretching e dove esercizi isometrici per il tono prima di passare al potenziamento equilibrato di tutto il comparto; eventuale ausilio di tecniche manipolative e supporto di TENS, diadinamiche, ultrasuoni da valutare nel contesto.
Valutare cure specifiche per le calcificazioni riferite (osservare evoluzione ed eventuale ricorso a onde d'urto), escluderei infiltrazioni.
L'allenamento deve considerare ed integrare la capacità di sforzo e recupero nell'ambito della fisioterapia di cui sopra, sicuramente non massimale, se, come penso, non è un professionista meglio rimanere a livelli bassi di sforzo, sicuramente per quanto riguarda la forza esplosiva, per quanto riguarda l'aspetto cardiovascolare può mantenere l'allenamento con altri tipi di esercizio (es. pedalare con le braccia se non ha problemi alla muscolatura degli arti superiori).
saluti
In definitiva nell'approccio alla fisioterapia farei una valutazione posturale del bacino in primis e di conseguenza della colonna, una valutazione degli arti inferiori (lunghezza uguale? vera? falsa?)valgismo? varismo? appoggio podalico; una valutazione completa delle tensioni-lunghezze muscolari sulle quali non mi dilungo in quanto compito del fisiatra che le farà, porterà alla formulazione di un piano terapeutico per un ripristino degli equilibri muscolari interessati (compresi gli addominali e adduttori) stabilendo come e dove applicare esercizi di stretching e dove esercizi isometrici per il tono prima di passare al potenziamento equilibrato di tutto il comparto; eventuale ausilio di tecniche manipolative e supporto di TENS, diadinamiche, ultrasuoni da valutare nel contesto.
Valutare cure specifiche per le calcificazioni riferite (osservare evoluzione ed eventuale ricorso a onde d'urto), escluderei infiltrazioni.
L'allenamento deve considerare ed integrare la capacità di sforzo e recupero nell'ambito della fisioterapia di cui sopra, sicuramente non massimale, se, come penso, non è un professionista meglio rimanere a livelli bassi di sforzo, sicuramente per quanto riguarda la forza esplosiva, per quanto riguarda l'aspetto cardiovascolare può mantenere l'allenamento con altri tipi di esercizio (es. pedalare con le braccia se non ha problemi alla muscolatura degli arti superiori).
saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 35.7k visite dal 17/04/2008.
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