Il sangue, quest'ultimo entro quanto tempo viene analizzato
Salve dottori,
una curiosità: quando si dona il sangue, quest'ultimo entro quanto tempo viene analizzato?
Esiste un tempo che deve per forza essere rispettato, altrimenti il sangue è inutilizzabile?
O comunque un tempo che in tutti i laboratori di analisi generalmente viene rispettato?
Io ho sentito dire che il sangue viene analizzato praticamente subito, tra le 24 e le 48 ore.
Vorrei sapere se è vero e se ciò è una procedura standard o c'è un motivo scientifico.
Purtroppo sono leggermente ipocondriaca e dono il sangue per generosità, ma poi per quella ventina di giorni,
prima dell'esito vivo con un leggero stato di ansia.
Vi ringrazio in anticipo,
buona giornata
una curiosità: quando si dona il sangue, quest'ultimo entro quanto tempo viene analizzato?
Esiste un tempo che deve per forza essere rispettato, altrimenti il sangue è inutilizzabile?
O comunque un tempo che in tutti i laboratori di analisi generalmente viene rispettato?
Io ho sentito dire che il sangue viene analizzato praticamente subito, tra le 24 e le 48 ore.
Vorrei sapere se è vero e se ciò è una procedura standard o c'è un motivo scientifico.
Purtroppo sono leggermente ipocondriaca e dono il sangue per generosità, ma poi per quella ventina di giorni,
prima dell'esito vivo con un leggero stato di ansia.
Vi ringrazio in anticipo,
buona giornata
[#1]
Salve!
L'analisi delle sacche di sangue di un trasfusionale iniziano immediatamente dopo il prelievo (le dirò di più...già durante il prelievo, inizia la lavorazione vera e propria della sacca con la piastra basculante che sostiene la sacca).
Esistono dei protocolli che misurano anche il tempo che intercorre tra il prelievo e la lavorazione/analisi del sangue e sono obbligatori per ogni reparto trasfusionale.
Tutti gli ospedali osservano protocolli che sono praticamente identici. Le differenze sono minime (e comunque, ininfluenti sulla qualità finale).
Il motivo scientifico è che l'eventuale presenza di infezioni e la conservazione devono avvenire in tempi prestabiliti (il sangue raccolto, ovviamente, non dura in eterno...anzi!).
Se intende la ventina di giorni che intercorrono fra la donazione ed i risultati delle analisi che Le giungono a casa...è normale: il tempo dei 20 giorni non è dovuto alle analisi (che vengono fatte in giornata) ma ai tempi tecnici di refertazione (validazione tecnica, validazione clinica, refertazione e spedizione risultato).
Un saluto,
Livio Bottiglieri
L'analisi delle sacche di sangue di un trasfusionale iniziano immediatamente dopo il prelievo (le dirò di più...già durante il prelievo, inizia la lavorazione vera e propria della sacca con la piastra basculante che sostiene la sacca).
Esistono dei protocolli che misurano anche il tempo che intercorre tra il prelievo e la lavorazione/analisi del sangue e sono obbligatori per ogni reparto trasfusionale.
Tutti gli ospedali osservano protocolli che sono praticamente identici. Le differenze sono minime (e comunque, ininfluenti sulla qualità finale).
Il motivo scientifico è che l'eventuale presenza di infezioni e la conservazione devono avvenire in tempi prestabiliti (il sangue raccolto, ovviamente, non dura in eterno...anzi!).
Se intende la ventina di giorni che intercorrono fra la donazione ed i risultati delle analisi che Le giungono a casa...è normale: il tempo dei 20 giorni non è dovuto alle analisi (che vengono fatte in giornata) ma ai tempi tecnici di refertazione (validazione tecnica, validazione clinica, refertazione e spedizione risultato).
Un saluto,
Livio Bottiglieri
Livio Bottiglieri, M.D., Post-Grad.,
Medico Chirurgo, Specialista in Patologia Clinica
www.medicinaedoctor.net
[#2]
Utente
Grazie dottore!
Purtroppo mi è capitato un episodio, lí per lí non ho dato importanza ma poi mi ha fatto preoccupare...ero a cena con un amico e ad un certo punto ho sentito umiditá sul dito, non dando importanza, mi sono strofinata gli occhi. Poi mi sono accorta che il mio amico aveva il muco ma non può soffiarsi il naso perchè perde sangue...se invece tira solo un po' il muco ne perde poco, ora la mia paura è...ma se sul mio dito fosse finito un po' di sangue e mi fosse strofinata l occhio...posso avere l hiv?
Purtroppo mi è capitato un episodio, lí per lí non ho dato importanza ma poi mi ha fatto preoccupare...ero a cena con un amico e ad un certo punto ho sentito umiditá sul dito, non dando importanza, mi sono strofinata gli occhi. Poi mi sono accorta che il mio amico aveva il muco ma non può soffiarsi il naso perchè perde sangue...se invece tira solo un po' il muco ne perde poco, ora la mia paura è...ma se sul mio dito fosse finito un po' di sangue e mi fosse strofinata l occhio...posso avere l hiv?
[#3]
Stia tranquilla! La risposta è no!
Lo è per due motivi
- la quantità di sangue infetto dovrebbe essere in una certa quantità per trasmettere l'infezione (su un dito non francamente sporco di sangue, la quantità è infinitesimale, quindi troppo piccola per trasmettere infezione).
- il virus HIV è piuttosto poco resistente e non sopravvive se "mescolato" con fluidi corporei quali il muco (tecnicamente, è un essudato)...se a questo aggiungiamo che il virus è piuttosto labile se a contatto con l'aria, viene da sè che il virus, anche qualora presente, sarebbe stato sicuramente non attivo.
In più, per trasmettere una infezione del genere, dovrebbero verificarsi più eventualità:
- il Suo partner dovrebbe essere infetto ed in replicazione attiva
- il suo partner infetto dovrebbe aver perso sangue in quantità visibile
- immediatamente, il sangue dovrebbe aver colpito la sua mano in grossa quantità
- sempre immediatamente (come dicevamo, il virus resiste molto poco in aria ambiente), il sangue, che ripeto dovrebbe essere in grossa quantità, dovrebbe essere messo a contatto con la mucosa dell'occhio (non con la palpebra...ma con l'interno dell'occhio)
Prendendo in analisi le due motivazioni citate per prime e le 4 eventualità esposte sotto...quale è la probabilità di essere infettate? Credo che la risposta sia facilmente deducibile!
Stia serena!
Un saluto,
Livio Bottiglieri
Lo è per due motivi
- la quantità di sangue infetto dovrebbe essere in una certa quantità per trasmettere l'infezione (su un dito non francamente sporco di sangue, la quantità è infinitesimale, quindi troppo piccola per trasmettere infezione).
- il virus HIV è piuttosto poco resistente e non sopravvive se "mescolato" con fluidi corporei quali il muco (tecnicamente, è un essudato)...se a questo aggiungiamo che il virus è piuttosto labile se a contatto con l'aria, viene da sè che il virus, anche qualora presente, sarebbe stato sicuramente non attivo.
In più, per trasmettere una infezione del genere, dovrebbero verificarsi più eventualità:
- il Suo partner dovrebbe essere infetto ed in replicazione attiva
- il suo partner infetto dovrebbe aver perso sangue in quantità visibile
- immediatamente, il sangue dovrebbe aver colpito la sua mano in grossa quantità
- sempre immediatamente (come dicevamo, il virus resiste molto poco in aria ambiente), il sangue, che ripeto dovrebbe essere in grossa quantità, dovrebbe essere messo a contatto con la mucosa dell'occhio (non con la palpebra...ma con l'interno dell'occhio)
Prendendo in analisi le due motivazioni citate per prime e le 4 eventualità esposte sotto...quale è la probabilità di essere infettate? Credo che la risposta sia facilmente deducibile!
Stia serena!
Un saluto,
Livio Bottiglieri
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 38.3k visite dal 27/09/2017.
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