Analisi droghe
[#1]
Gentile utente,
In assenza di una informazione di partenza sull'uso, solo risultati chiaramente positivi possono essere interpretabili. Risultati negativi, senza sapere se fa uso o la frequenza d'uso, soprattutto per alcuni tipi di sostanze, non risolvono alcun dubbio.
Se una persona accetta di farsi fare esami che rivelino l'assunzione di sostanze, farebbe prima a dirlo. Se non vuole ammetterlo, di solito si rifiuta anche di fare esami. A volte ci si rifiuta ammettendo l'uso di una sostanza meno "grave" per non far venire fuori la presenza anche di altre sostanze.
In ogni caso, l'uso sporadico quale problema esattamente ha comportato ? Il suo compagno le ha detto di volersi sottoporre a esami per provarle il suo non-uso ?
In assenza di una informazione di partenza sull'uso, solo risultati chiaramente positivi possono essere interpretabili. Risultati negativi, senza sapere se fa uso o la frequenza d'uso, soprattutto per alcuni tipi di sostanze, non risolvono alcun dubbio.
Se una persona accetta di farsi fare esami che rivelino l'assunzione di sostanze, farebbe prima a dirlo. Se non vuole ammetterlo, di solito si rifiuta anche di fare esami. A volte ci si rifiuta ammettendo l'uso di una sostanza meno "grave" per non far venire fuori la presenza anche di altre sostanze.
In ogni caso, l'uso sporadico quale problema esattamente ha comportato ? Il suo compagno le ha detto di volersi sottoporre a esami per provarle il suo non-uso ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la risposta. In verità lui non è contrario a sottoporsi alle analisi ma credo che questo dipenda dal fatto che, conoscendomi, avrà pensato che accettare senza indugio mi avrebbe tranquillizzato senza andare fino in fondo. Senza contare che, se l'uso è sporadico, le analisi, come ha detto Lei e come immaginavo, non avrebbero portato a dati certi.Del resto, sempre se l'uso è sporadico, basterebbe astenersi per un pò per far uscire i risultati auspicabili.Per quanto riguarda i comportamenti, ammetto che non ho riscontrato cambiamenti radicali nel suo modo di fare ma il dubbio è scaturito da compagnie (familiari e quindi quasi inevitabili) sbagliate e inviti a "farsi una cannetta" in mia presenza.
[#3]
Gentile utente,
Le analisi (urinarie, anche disponibili in farmacia come stick di rilevazione rapida per una o più droghe insieme) per l'uso di cannabis coprono periodi anche lunghi (3-4 settimane) ma in caso di assunzione regolare di quantità significative. In caso di consumo sporadico possono venire negativi.
Le analisi (urinarie, anche disponibili in farmacia come stick di rilevazione rapida per una o più droghe insieme) per l'uso di cannabis coprono periodi anche lunghi (3-4 settimane) ma in caso di assunzione regolare di quantità significative. In caso di consumo sporadico possono venire negativi.
[#5]
Gentile utente,
Non è in una situazione di "paziente", parlava solo di un modo per valutare l'assunzione di cannabis. Più che dall'uso, partirei dai cambiamenti che ha riscontrato come punto di interesse, che poi un uso sporadico di cannabis sia causa di cambiamenti significativi nel comportamento di una persona no, ovviamente lei sospetta che non sia un uso sporadico.
Non è in una situazione di "paziente", parlava solo di un modo per valutare l'assunzione di cannabis. Più che dall'uso, partirei dai cambiamenti che ha riscontrato come punto di interesse, che poi un uso sporadico di cannabis sia causa di cambiamenti significativi nel comportamento di una persona no, ovviamente lei sospetta che non sia un uso sporadico.
[#7]
Gentile utente,
Capisco, ma se una persona dichiara di fare uso di una sostanza in assenza di sintomi, e di non ricavarne danni o rischi che ritiene di non dover correre, il problema medico non si pone, se non in forma di informazione preventiva sui rischi generali legati all'uso.
Capisco, ma se una persona dichiara di fare uso di una sostanza in assenza di sintomi, e di non ricavarne danni o rischi che ritiene di non dover correre, il problema medico non si pone, se non in forma di informazione preventiva sui rischi generali legati all'uso.
[#9]
Gentile utente,
La medicina può informare una persona degli effetti sul fisico, cervello compreso, di un comportamento o di un ambiente. Può curare sintomi che ci sono, può curare i danni prodotti dall'uso passato. La medicina però si basa sulla richiesta della persona di curarsi o sulla sua preoccupazione dei rischi che corre. In questo senso chi usa droghe, si diverte, non ritiene di aver malesseri o non giudica tali quelli che ha, non assume il ruolo di paziente.
Si definisce quindi come un comportamento non meglio identificato, che potrebbe anche essere un'abitudine (ovvero qualcosa di controllato, al di là del fatto che possa essere tossico o meno).
La medicina può informare una persona degli effetti sul fisico, cervello compreso, di un comportamento o di un ambiente. Può curare sintomi che ci sono, può curare i danni prodotti dall'uso passato. La medicina però si basa sulla richiesta della persona di curarsi o sulla sua preoccupazione dei rischi che corre. In questo senso chi usa droghe, si diverte, non ritiene di aver malesseri o non giudica tali quelli che ha, non assume il ruolo di paziente.
Si definisce quindi come un comportamento non meglio identificato, che potrebbe anche essere un'abitudine (ovvero qualcosa di controllato, al di là del fatto che possa essere tossico o meno).
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.3k visite dal 06/08/2013.
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