Cianosi pollice
buongiorno, sono una donna di 31 anni e da qualche anno soffro di fastidiosi episodi di cianosi del pollice della mano sinistra. Mi succede quando sento freddo, ad esempio se mi spoglio per entrare in doccia, anche a temperatura di 18-20°. La cianosi insorge rapidamente e coinvolge primariamente in letto dell'unghia per poi estendersi, nei episodi peggiori, lungo il polpastrello verso il palmo della mano.
Quando è iniziato, circa 5-6 anni fa ne avevo parlato con il mio curante che mi ha prescritto delle analisi per escludere una malattia reumatica ma il fattore reumatoide (ripetuto a distanza di un paio di anni) è sempre negativo.
Ad ogni modo mi era stato detto che con le gravidanze sarebbe passato ma ho avuto ben 2 figli e adesso il fenomeno è peggiorato in quanto adesso sento anche dolore durante l'episodio per la mancanza di circolazione.
L'unico problema di salute che ho è il forame ovale pervio che 3 anni fa mi ha causato un piccolo TIA. Ora assumo cardirene quotidianamente.
In attesa di una risposta ringrazio anticipatamente
Quando è iniziato, circa 5-6 anni fa ne avevo parlato con il mio curante che mi ha prescritto delle analisi per escludere una malattia reumatica ma il fattore reumatoide (ripetuto a distanza di un paio di anni) è sempre negativo.
Ad ogni modo mi era stato detto che con le gravidanze sarebbe passato ma ho avuto ben 2 figli e adesso il fenomeno è peggiorato in quanto adesso sento anche dolore durante l'episodio per la mancanza di circolazione.
L'unico problema di salute che ho è il forame ovale pervio che 3 anni fa mi ha causato un piccolo TIA. Ora assumo cardirene quotidianamente.
In attesa di una risposta ringrazio anticipatamente
[#1]
gentile Signora,
a parte il pollice...se lei ha un frame ovale pervio ed ha gia' presentato un TIA pur essendo cosi' giovane e' opportuno che lei inizi terapia anticoagulante orale e provveda alla chiusura del DIA:
Il Cardirene (aspirina) non le previene certo le temibili embolie.
Ha eseguito i test di trombofilia?
Arrivederci
cecchini
a parte il pollice...se lei ha un frame ovale pervio ed ha gia' presentato un TIA pur essendo cosi' giovane e' opportuno che lei inizi terapia anticoagulante orale e provveda alla chiusura del DIA:
Il Cardirene (aspirina) non le previene certo le temibili embolie.
Ha eseguito i test di trombofilia?
Arrivederci
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Utente
buongiorno, la ringrazio per la sua risposta.
Sono già seguita da un ematologo il quale, dopo avermi prescritto tutti gli esami specifici ( anche alcuni test sulle mutazioni, tutti negativi) mi ha prescritto cardirene e eparina durante le gravidanze e tutte le situazioni a rischio embolia.
Mi sono sottoposta ad agosto 2013 ad un intervento per la chiusura del pfo con il prof. Carminati ma purtroppo non è stato possibile impiantare il dispositivo in quanto la membrana era troppo aderente e il forame di dimensioni non sufficienti ad attraversarlo con lo strumento.
Si è ipotizzato che durante la gravidanza il cuore aumenti di volume e solo a quel punto il forame risulti pericoloso. In effetti mi era stato diagnosticato con eco cardiaca e il test delle microbolle (positivo con fiotto di microbolle rilevato) a 10 giorni dal parto, quando appunto ho avuto il TIA. Poco prima dell'intervento (4 mesi dal parto) avevo ripetuto il test con eco transcranica con esito negativo e dopo l'intervento ho effettuato un nuovo controllo cardiaco ma non avevano notato nulla di significativo.
Per quanto riguarda la cianosi ha qualche suggerimento?
Sono già seguita da un ematologo il quale, dopo avermi prescritto tutti gli esami specifici ( anche alcuni test sulle mutazioni, tutti negativi) mi ha prescritto cardirene e eparina durante le gravidanze e tutte le situazioni a rischio embolia.
Mi sono sottoposta ad agosto 2013 ad un intervento per la chiusura del pfo con il prof. Carminati ma purtroppo non è stato possibile impiantare il dispositivo in quanto la membrana era troppo aderente e il forame di dimensioni non sufficienti ad attraversarlo con lo strumento.
Si è ipotizzato che durante la gravidanza il cuore aumenti di volume e solo a quel punto il forame risulti pericoloso. In effetti mi era stato diagnosticato con eco cardiaca e il test delle microbolle (positivo con fiotto di microbolle rilevato) a 10 giorni dal parto, quando appunto ho avuto il TIA. Poco prima dell'intervento (4 mesi dal parto) avevo ripetuto il test con eco transcranica con esito negativo e dopo l'intervento ho effettuato un nuovo controllo cardiaco ma non avevano notato nulla di significativo.
Per quanto riguarda la cianosi ha qualche suggerimento?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 10/02/2016.
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