Analisi del sangue di routine
Salve sono una ragazza di 32 anni di recente ho eseguito le analisi del sangue di routine le ho ritirate ieri per il momento il mio medico di famiglia è fuori scrivo gli esiti
Emocromo Leucociti 7.0 Eritrociti5.98 Emoglobina 12.5 Ematocrito39.6
MCV66 MCH20.9 MDCHC31.6 RDW 15.8 Piastrine 301
Formula leucocitaria neutrofili 63.9 linfociti 26.2 Monociti 7.3 Eosinofili 2.6
basofili 0.0 Neutrof 4.47 Limph 1.83 Mono 0.51 Eosin 0.18 Basof 0
Azotemia 23 Glicemia 91 Creatinina 0.84 GOT/AST 16 GPT/ALT 16 gamma G.T 19 Transferrina 19 colesterolo totale278 trigliceridi 80 colesterolo HDL 58 acido Urico 4.4 Sideremia 67 Ferritina 69 Colesterolo LDL 127
Mi sembrano i valori nella norma o c'è qualcosa che mi devo preoccupare sono alta 151 e peso 73Kg se qualcuno mi può dare una risposta ne sarei grata ringranzio anticipamente
Emocromo Leucociti 7.0 Eritrociti5.98 Emoglobina 12.5 Ematocrito39.6
MCV66 MCH20.9 MDCHC31.6 RDW 15.8 Piastrine 301
Formula leucocitaria neutrofili 63.9 linfociti 26.2 Monociti 7.3 Eosinofili 2.6
basofili 0.0 Neutrof 4.47 Limph 1.83 Mono 0.51 Eosin 0.18 Basof 0
Azotemia 23 Glicemia 91 Creatinina 0.84 GOT/AST 16 GPT/ALT 16 gamma G.T 19 Transferrina 19 colesterolo totale278 trigliceridi 80 colesterolo HDL 58 acido Urico 4.4 Sideremia 67 Ferritina 69 Colesterolo LDL 127
Mi sembrano i valori nella norma o c'è qualcosa che mi devo preoccupare sono alta 151 e peso 73Kg se qualcuno mi può dare una risposta ne sarei grata ringranzio anticipamente
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Medico di medicina generale, Medico di base, Pneumologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente
Sono esami i cui risultati rientrano nella norma ma c'è un punto che vorrei sottolineare: NON esistono "esami di routine". Mi spiego: quando si richiede un'investigazione, sia essa un'analisi o un altro esame diagnostico, bisogna sapere cosa si stia cercando e non agire in base alla logica del "Boh vediamo se è tutto nella norma". In parte questo risponde a criteri economici (ricordiamoci sempre che sono soldi delle nostre tasse) e in parte a un elemento più importante. La distribuzione dei valori normali, in una popolazione omogenea, segue una distribuzione gaussiana, il che significa, in pratica, che esiste una variabilità e non solo. Significa anche che è possibilissimo che si trovino valori alterati che non si accompagnano a nessuna malattia o rischio di malattia. Ugualmente, è possibile che ci sia uno stato patologico anche in assenza di qualsiasi alterazione.
Qual è dunque la condotta da seguire? Conoscere il paziente, individuare i suoi specifici fattori di rischio, stabilire la possibilità che sia presente uno stato patologico e richiedere, se necessario (sempre dopo una visita), l'approfondimento che farà la differenza, cioè quello che conferma il mio sospetto o che lo esclude. Quando si guida, si sa dove si deve andare. Provare tutte le strade di una città per vedere se, per caso, ci si imbatte in quella di casa, non ha molto senso. Purtroppo questa mentalità, che si definisce "Evidence-based" ha ancora molta strada da percorrere in Italia.
Chiudo ricordando una massima di Cochrane, il padre della Evidence-based Medicine: "Se il risultato di un esame non cambia la tua condotta successiva, a prescindere dal risultato stesso, l'esame è per definizione inutile".
Sono esami i cui risultati rientrano nella norma ma c'è un punto che vorrei sottolineare: NON esistono "esami di routine". Mi spiego: quando si richiede un'investigazione, sia essa un'analisi o un altro esame diagnostico, bisogna sapere cosa si stia cercando e non agire in base alla logica del "Boh vediamo se è tutto nella norma". In parte questo risponde a criteri economici (ricordiamoci sempre che sono soldi delle nostre tasse) e in parte a un elemento più importante. La distribuzione dei valori normali, in una popolazione omogenea, segue una distribuzione gaussiana, il che significa, in pratica, che esiste una variabilità e non solo. Significa anche che è possibilissimo che si trovino valori alterati che non si accompagnano a nessuna malattia o rischio di malattia. Ugualmente, è possibile che ci sia uno stato patologico anche in assenza di qualsiasi alterazione.
Qual è dunque la condotta da seguire? Conoscere il paziente, individuare i suoi specifici fattori di rischio, stabilire la possibilità che sia presente uno stato patologico e richiedere, se necessario (sempre dopo una visita), l'approfondimento che farà la differenza, cioè quello che conferma il mio sospetto o che lo esclude. Quando si guida, si sa dove si deve andare. Provare tutte le strade di una città per vedere se, per caso, ci si imbatte in quella di casa, non ha molto senso. Purtroppo questa mentalità, che si definisce "Evidence-based" ha ancora molta strada da percorrere in Italia.
Chiudo ricordando una massima di Cochrane, il padre della Evidence-based Medicine: "Se il risultato di un esame non cambia la tua condotta successiva, a prescindere dal risultato stesso, l'esame è per definizione inutile".
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.6k visite dal 17/02/2011.
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