Sindrome della bandelletta ileotibiale

Salve,

Sono un ragazzo di 25 anni, pratico attivita' sportiva (arbitro di calcio) da 10 anni. Ho un'infiammazzione alla bandelletta ileotibiale al ginocchio sx (diagnosi di uno specialista di medicina dello sport). E' la terza volta che mi capita, sempre nello stesso ginocchio. L'ultima risaliva a circa tre anni fa. All'epoca bastarono 5-6 sedute di tecarterapia. Dopo, per 3 anni, sono sempre stato attento a non esagerare con gli allenamenti, specialmente dopo un periodo di riposo, e il problema non si era piu' presentato.

Quest'anno non ho esercitato l'attivita' arbitrale per motivi di lavoro, e quindi il mio tono muscolare ne ha risentito. Una seduta di spinning, la prima della mia vita, ha riproposto il problema circa 8 settimane fa. Sono stato a riposo per 4 settimane. Il dolore e' stato acuto solo nei primi giorni, dopo e' rimasto solo una fastidiosa sensazione di gonfiore appena sotto la rotula (so che le due cose sono legate). Purtroppo in Inghilterra, dove mi trovo, la Tecar non e' ancora arrivata. Ho consultato lo specialista. All'esame, il ginocchio e' risultato negativo a tutti i test. Il dottore mi ha fatto una infiltrazione locale e mi ha suggerito di provare a correre dopo un paio di giorni(considerando che il dolore laterale era quasi del tutto sparito). Dopo 10 minuti di corsa a ritmo medio il dolore si e' ripresentato (3 settimane fa). Ho iniziato la fisioterapia mirata a rafforzare il vasto mediale ed il gluteo con abbinati esercizi di stretching. La fisioterapista mi ha inoltre massaggiato ripetutamente la banda e cio' ha gradulamente , ma nettamente, migliorato il fastidio alla rotula (adesso posso stare seduto prolungatamente senza quasi avvertire il problema). Il dolore laterale pero' sussiste. Se cammino, non mi sento sicuro sull'appoggio. Nei piccoli spostamenti quotidiani non avverto dolore, ma se cammino per 10-15 minuti ogni tanto sento un pizzico sulla bandelletta. Nessun problema a scendere o salire le scale. Ho ridotto, se non elimintato, tutte le lunghe camminate, e la sera applico 2 volte il ghiaccio per 15 minuti circa. Ho assunto per un paio di settimane anche il voltaren, ma dubito della sua efficacia. A Pasqua, approfittando delle vacanze, ho gia' prenotato una intera settimana di Tecar con doppia seduta giornaliera (9 in tutto). Spero che cio' dia una svolta come 3 anni fa.

Devo ritornare in forma per l'inizio della prossima stagione (Settembre) se non voglio mandare all'aria 10 anni di sacrifici. Cosa potreste suggerirmi? Dovrei considerare la possibilita' di un intervento chirurgico per rilasciare la bandelletta? Quali sarebbero, in quest'ultimo caso, gli eventuali tempi di recupero (per recupero intendo possibilita' di iniziare a correre gradualmente e riprendere gli allenamenti specifici)?

Grazie per l'attenzione.
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Dr. Sergio Lupo Medico dello sport 903 16
Le recidive fanno pensare ad una problematica "anatomica" o posturale. Oltre a curare quindi i sintomi io cercherei di evidenziare le cause della patologia (piede caavo-supinato, rigidità della muscolatura, varismo del ginocchio, prominenza del condilo femorale ...).
Tale correzione può essere in taluni casi ottenuta con l'uso di una idonea ortesi plantare dinamica, con ginnastica posturale ecc.

Dottor Sergio Lupo
Specialista in Medicina dello Sport
www.sportmedicina.com

[#2]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie per la risposta.

Terro' presente questo e ne parlero' con il mio dottore.

Ma per quanto riguarda il recupero da questo infortunio, condivide la terapia che sto seguendo? Puo' suggerirmi altro? Nell'eventualita' di un intervento chirurgico (capisco che per Lei e' impossibile stabilire se io ne abbia bisogno) quali sono i tempi di recupero (ritorno alla corsa e all'allenamento)?

Grazie ancora.
[#3]
Dr. Sergio Lupo Medico dello sport 903 16
Come già detto, la terapia anti-infiammatoria e il ghiaccio non risolvono definitivamente il problema. Anche il discorso relativo all'intervento è difficile da affrontare a distanza: se il problema è anatomico si dovrebbe "modificare" la superficie ossea su cui la bendelletta "sfrega" e si infiamma (sicuramente più "facile" da eseguire") o correggere il piede e/o il varismo della tibia (intervento più complesso). I tempi dipendono dall'entità dell'intervento eventualmente necessario.