Condizionamento osseo per sport da combattimento

Salve, volevo chiedere un parere tecnico scientifico sulla problematica relativa al condizionamento osseo praticato in alcune discipline da sport da combattimento.
Come è noto soprattutto nella muay tai gli atleti vengono indirizzati ad un potenziamento osseo all'altezza della tibia, a seguito di colpi inferti al sacco pesante e su appositi scudi (non entro nel dettaglio della tecnica).
La mia domanda è se questo tipo di pratica con il passare degli anni può avere delle controindicazioni.
Volevo inoltre chiedere se la pratica di indurire le nocche della mano (proposta in alcune discipline marziali) con colpi ripetuti su un attrezzo di legno ricoperto di paglia o altro materiale, a mano nuda possa comportare delle controindicazioni, e se è vero che quella zona è ricca di terminali nervosi che tral'altro incidano negativamente sugli organi visivi.
Grazie anticipate e cordiali saluti.
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Dr. Sergio Lupo Medico dello sport 903 16
Non ho conoscenze specifiche in materia. Quello che posso dirle e che traumi ripetuti su strutture ossee possono sicuramente causare danni (fratture da stress, lesioni ...). Molto probabilmente in questo modo si possono favorire anche le patologie di tipo degenerativo; non a caso, ad esempio, i pugili possono accusare fenomeni artrosici molto gravi a carico delle mani ...
Dottor Sergio Lupo
Specialista in Medicina dello Sport

Dottor Sergio Lupo
Specialista in Medicina dello Sport
www.sportmedicina.com

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Attivo dal 2007 al 2008
Ex utente
La ringrazio dr. Lupo per la cortese risposta, nella quale anche lei solleva più di qualche dubbio sulla "salubrità" di detta pratica.
Grazie ancora e cordiali saluti.
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Dr. Carlo De Michele Medico dello sport, Medico internista, Medico osteopata 310 4
Posso aggiungere che queste pratiche sortiscono effetto poichè alla base della risposta in iperostosi c'è un danno di tipo traumatico-infiammatorio che, a causa delle modalità di somministrazione e del tipo di ripetizioni induce una attività nervosa particolare capace di provocare una sorta di memoria (per cui l'aumento di produzione ossea rimane nel tempo) che però non resta localizzata ma tende a centralizzarsi determinando alterazioni di funzionamento difficilmente prevedibili anche in distretti lontani da quelli che si vogliono condizionare. E non è affatto detto che tali modificazioni siano sempre positive, anzi, possono talvolta essere di tipo francamente patologico.
cordiali saluti.
dr. Carlo de Michele

dr. Carlo de Michele
Medico Internista
Spec in Medicina dello Sport
Medicina Manuale Osteopatica
info@studiosintesis.it
www. studiosintesis.it

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Attivo dal 2007 al 2008
Ex utente
La ringrazio dr. De Michele per l'ulteriore delucidazione tecnica fornita.
Cordiali saluti.