Stanchezza e sonno perenni
Buon pomeriggio.
Nella mia vita sono sempre stata una persona con una buona igiene del sonno.
Non ho mai dormito di pomeriggio, nemmeno da bambina.
Ad agosto del 2021, a causa di un disturbo di panico, ho iniziato ad assumere 20 gocce al giorno di paroxetina, che in tre anni mi hanno fatto passare dai 46 kg ai 67 kg.
A cavallo tra dicembre 2021 e gennaio 2022 ho preso per la prima volta il covid, dopo due dosi vaccinali.
Da allora, ho iniziato ad avere sempre sonno.
Inizialmente dormivo anche 12 ore al giorno.
Ad oggi, molto meno.
In ogni caso, non sono più tornata quella di prima.
Da allora, ho necessità di dormire anche il pomeriggio, anche se dormo a sufficienza di notte.
Se salto il riposo pomeridiano, non dormo di più di notte.
Non sono quasi mai riposata.
Riesco solitamente a sentirmi riposata solo dalle 21 alle 2/3 di notte.
Prima di quell’ora, non prendo sonno.
Se riesco a volte a dormire prima, resta il fatto che il giorno dopo ho sempre sonno.
Non soffro di depressione, né di disforia.
Soffro di bruxismo notturno, indosso un byte di notte, e negli ultimi due/tre anni ho iniziato a russare.
Sono una 2a classe scheletrica, 1a dentaria.
Non ho ipertrofia tonsillare, né il setto nasale deviato, né un palato stretto.
A volte mi sveglio per la sensazione di soffocare, ma non so se soffro di OSAS.
Mi chiedevo se fosse necessario eseguire una polisonnografia.
Se, nel caso, esistono delle cure farmacologiche che potrei adottare in caso di una diagnosi per migliorare la qualità del sonno.
Vorrei non essere stanca sempre, vorrei avere più tempo a disposizione durante la mia giornata per stare sveglia! Ne risentono le mie attività quotidiane.
Non capisco se è dovuto ad un long-covid (è esattamente da allora che si è sballato il mio ciclo sonno-veglia), oppure all’assunzione di paroxetina (in fondo, erano passati 4 mesi dall’inizio dell’assunzione quando sono iniziati questi problemi), o ad entrambe le cose.
Non vorrei fare esami approfonditi per poi ricevere come risposta che non c’è molto da fare.
So che per le OSAS esiste qualche trattamento, più o meno efficace, ma non credo di soffrirne, perché a parte la sonnolenza è un leggero russamento di tanto in tanto, non ho altri sintomi.
Grazie mille in anticipo.
Nella mia vita sono sempre stata una persona con una buona igiene del sonno.
Non ho mai dormito di pomeriggio, nemmeno da bambina.
Ad agosto del 2021, a causa di un disturbo di panico, ho iniziato ad assumere 20 gocce al giorno di paroxetina, che in tre anni mi hanno fatto passare dai 46 kg ai 67 kg.
A cavallo tra dicembre 2021 e gennaio 2022 ho preso per la prima volta il covid, dopo due dosi vaccinali.
Da allora, ho iniziato ad avere sempre sonno.
Inizialmente dormivo anche 12 ore al giorno.
Ad oggi, molto meno.
In ogni caso, non sono più tornata quella di prima.
Da allora, ho necessità di dormire anche il pomeriggio, anche se dormo a sufficienza di notte.
Se salto il riposo pomeridiano, non dormo di più di notte.
Non sono quasi mai riposata.
Riesco solitamente a sentirmi riposata solo dalle 21 alle 2/3 di notte.
Prima di quell’ora, non prendo sonno.
Se riesco a volte a dormire prima, resta il fatto che il giorno dopo ho sempre sonno.
Non soffro di depressione, né di disforia.
Soffro di bruxismo notturno, indosso un byte di notte, e negli ultimi due/tre anni ho iniziato a russare.
Sono una 2a classe scheletrica, 1a dentaria.
Non ho ipertrofia tonsillare, né il setto nasale deviato, né un palato stretto.
A volte mi sveglio per la sensazione di soffocare, ma non so se soffro di OSAS.
Mi chiedevo se fosse necessario eseguire una polisonnografia.
Se, nel caso, esistono delle cure farmacologiche che potrei adottare in caso di una diagnosi per migliorare la qualità del sonno.
Vorrei non essere stanca sempre, vorrei avere più tempo a disposizione durante la mia giornata per stare sveglia! Ne risentono le mie attività quotidiane.
Non capisco se è dovuto ad un long-covid (è esattamente da allora che si è sballato il mio ciclo sonno-veglia), oppure all’assunzione di paroxetina (in fondo, erano passati 4 mesi dall’inizio dell’assunzione quando sono iniziati questi problemi), o ad entrambe le cose.
Non vorrei fare esami approfonditi per poi ricevere come risposta che non c’è molto da fare.
So che per le OSAS esiste qualche trattamento, più o meno efficace, ma non credo di soffrirne, perché a parte la sonnolenza è un leggero russamento di tanto in tanto, non ho altri sintomi.
Grazie mille in anticipo.
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Gentile Paziente " Mi chiedevo se fosse necessario eseguire una polisonnografia": ceredo sarebbe proprio il caso.
La diagnosi più sicura si ottiene con la Polisonnografia o con il Monitoraggio Cardiorespiratorio (il più impiegato), un esame che comporta l’applicazione di sensori che registrano vari parametri durante la notte: numero e gravità delle apnee, tempo di russa mento, attività cardiaca ecc. Non è facilissimo da effettuarsi nel pubblico, ma ormai, privatamente, a domicilio, ha un costo relativamente abbordabile, attorno ai 200 euro. Può essere richiesto a cura del medico che la prende in cura, (neurologo, pneumologo, ma anche dentista esperto in problemi del sonno: lo prescrivo di routine nel paziente in cui sospetto disturbi respiratori nel sonno. Mi è possibile farlo anche via rete, organizzando l’esame al domicilio del paziente in tutta Italia.
Dal punto di vista terapeutico, oltre all'approccio chirurgico, meno indicato nell'adulto, si può ricorrere alla ventilazione notturna con maschera respiratoria collegata ad apparecchi a pressione continua (CPAP)
Si può però in molti casi optare invece per l'applicazione , durante la notte, di un dispositivo intraorale simile ad un apparecchio ortodontico o ad un bite che, riposizionando correttamente la mandibola, sulla quale si inserisce per gran parte la lingua, è spesso in grado di migliorare o risolvere il problema, senza dare a chi lo porta alcun disagio, e rispettando il riposo del partner.
Potrebbe infatti trattarsi di un problema legato ad una mal posizione della mandibola ("Sono una 2a classe scheletrica), che rende più stretto il passaggio attraverso il quale l’aria transita nel retrobocca (faringe): sarebbe importante poter valutare il tipo di occlusione dentaria che il paziente presenta, perchè alcune malocclusioni sono particolarmente rispondenti a questo tipo di terapia, semplice e poco invasiva e spesso risolutiva.
Dal russare e dall’Apnea si guarisce quando si risolve il conflitto sopra descritto.
"Soffro di bruxismo notturno, indosso un byte di notte, e negli ultimi due/tre anni ho iniziato a russare.": La prescrizione di un bite, in un caso come il suo è corretta, ma dire "un bite" é come dire "un farmaco" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale e , come nell’esempio del farmaco, consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni, anche nel parallelo con il farmaco, una pillola può risolvere una patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l'oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un'ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Se, ad esempio, un bite è stato prescritto per non bruxare, è molto probabile che il Collega non abbia inteso considerare altri sintomi lamentati anche più importanti, che spesso non sono presenti solo di notte.
Trova ulteriori notizie su questo argomento visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto , dopo la mia firma) alla pagina Patologie Trattate-Russare notturno e Apnea nel Sonno o leggendo gli articoli che si aprono con i link qui sotto: se si riconosce nelle problematiche illustrate, eventualmente mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2326-dolore-cronico-disturbi-nel-sonno-e-disfunzioni-cranio-mandibolo-vertebrali.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2244-incidenti-stradali-causati-colpi-sonno.html
La diagnosi più sicura si ottiene con la Polisonnografia o con il Monitoraggio Cardiorespiratorio (il più impiegato), un esame che comporta l’applicazione di sensori che registrano vari parametri durante la notte: numero e gravità delle apnee, tempo di russa mento, attività cardiaca ecc. Non è facilissimo da effettuarsi nel pubblico, ma ormai, privatamente, a domicilio, ha un costo relativamente abbordabile, attorno ai 200 euro. Può essere richiesto a cura del medico che la prende in cura, (neurologo, pneumologo, ma anche dentista esperto in problemi del sonno: lo prescrivo di routine nel paziente in cui sospetto disturbi respiratori nel sonno. Mi è possibile farlo anche via rete, organizzando l’esame al domicilio del paziente in tutta Italia.
Dal punto di vista terapeutico, oltre all'approccio chirurgico, meno indicato nell'adulto, si può ricorrere alla ventilazione notturna con maschera respiratoria collegata ad apparecchi a pressione continua (CPAP)
Si può però in molti casi optare invece per l'applicazione , durante la notte, di un dispositivo intraorale simile ad un apparecchio ortodontico o ad un bite che, riposizionando correttamente la mandibola, sulla quale si inserisce per gran parte la lingua, è spesso in grado di migliorare o risolvere il problema, senza dare a chi lo porta alcun disagio, e rispettando il riposo del partner.
Potrebbe infatti trattarsi di un problema legato ad una mal posizione della mandibola ("Sono una 2a classe scheletrica), che rende più stretto il passaggio attraverso il quale l’aria transita nel retrobocca (faringe): sarebbe importante poter valutare il tipo di occlusione dentaria che il paziente presenta, perchè alcune malocclusioni sono particolarmente rispondenti a questo tipo di terapia, semplice e poco invasiva e spesso risolutiva.
Dal russare e dall’Apnea si guarisce quando si risolve il conflitto sopra descritto.
"Soffro di bruxismo notturno, indosso un byte di notte, e negli ultimi due/tre anni ho iniziato a russare.": La prescrizione di un bite, in un caso come il suo è corretta, ma dire "un bite" é come dire "un farmaco" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale e , come nell’esempio del farmaco, consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni, anche nel parallelo con il farmaco, una pillola può risolvere una patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l'oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un'ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Se, ad esempio, un bite è stato prescritto per non bruxare, è molto probabile che il Collega non abbia inteso considerare altri sintomi lamentati anche più importanti, che spesso non sono presenti solo di notte.
Trova ulteriori notizie su questo argomento visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto , dopo la mia firma) alla pagina Patologie Trattate-Russare notturno e Apnea nel Sonno o leggendo gli articoli che si aprono con i link qui sotto: se si riconosce nelle problematiche illustrate, eventualmente mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2326-dolore-cronico-disturbi-nel-sonno-e-disfunzioni-cranio-mandibolo-vertebrali.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2244-incidenti-stradali-causati-colpi-sonno.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 242 visite dal 22/09/2024.
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