Malattia professionale
Buonasera, sono un magazziniere carrellista di 53 anni.
Mi è stata riconosciuta una malattia professionale per ernia discale lombare con punteggio 6%.
Vorrei sapere cortesemente se ora sarà l'inail a comunicare all'azienda l'esito della visita e cosa accadrà per il proseguio.
Più precisamente, come si attiverà l'azienda per far sì che la malattia non si aggravi e se sarà il medico competente a comunicarmi eventuali prescrizioni da adottare.
Vorrei anche specificare che, nell'ambito della mansione, posso svolgere "mansioni equivalenti" che non pregiudicano lo stato di salute.
Ancora, devo essere io a suggerirle o dipende da azienda e medico competente?
Vi ringrazio molto per il servizio e per la risposta che Vorrete darmi.
Grazie Antonio
Mi è stata riconosciuta una malattia professionale per ernia discale lombare con punteggio 6%.
Vorrei sapere cortesemente se ora sarà l'inail a comunicare all'azienda l'esito della visita e cosa accadrà per il proseguio.
Più precisamente, come si attiverà l'azienda per far sì che la malattia non si aggravi e se sarà il medico competente a comunicarmi eventuali prescrizioni da adottare.
Vorrei anche specificare che, nell'ambito della mansione, posso svolgere "mansioni equivalenti" che non pregiudicano lo stato di salute.
Ancora, devo essere io a suggerirle o dipende da azienda e medico competente?
Vi ringrazio molto per il servizio e per la risposta che Vorrete darmi.
Grazie Antonio
[#1]
Gentile utente,
Non necessariamente l’INAIL comunicherà all’azienda l’avvenuto riconoscimento della malattia professionale. In ogni caso il riconoscimento della malattia professionale non determina automaticamente provvedimenti di limitazioni alla mansione.
Il giudizio sulla idoneità alla mansione specifica è in carico al medico competente. È quindi lui che, sulla base della visita medica e conoscendo i rischi della sua mansione, valuterà la necessità o meno di porre limitazioni o anche di esprimere un giudizio di non idoneità.
Le consiglio quindi di richiedere al datore di lavoro una visita medica straordinaria con il medico competente aziendale. A lui produrrà tutta la documentazione sanitaria personale e il provvedimento dell’INAIL. Il medico emetterà quindi il giudizio.
Le ricordo che, ove lei non fosse d’accordo con il giudizio del medico competente, potrà ricorrere all’organo di vigilanza della asl competente per territorio entro trenta giorni dal giudizio del medico competente. I sanitari della vigilanza, fatte le loro valutazioni, emetteranno un nuovo giudizio che potrà confermare, modificare o revocare il giudizio espresso dal medico competente.
Cordiali saluti
Non necessariamente l’INAIL comunicherà all’azienda l’avvenuto riconoscimento della malattia professionale. In ogni caso il riconoscimento della malattia professionale non determina automaticamente provvedimenti di limitazioni alla mansione.
Il giudizio sulla idoneità alla mansione specifica è in carico al medico competente. È quindi lui che, sulla base della visita medica e conoscendo i rischi della sua mansione, valuterà la necessità o meno di porre limitazioni o anche di esprimere un giudizio di non idoneità.
Le consiglio quindi di richiedere al datore di lavoro una visita medica straordinaria con il medico competente aziendale. A lui produrrà tutta la documentazione sanitaria personale e il provvedimento dell’INAIL. Il medico emetterà quindi il giudizio.
Le ricordo che, ove lei non fosse d’accordo con il giudizio del medico competente, potrà ricorrere all’organo di vigilanza della asl competente per territorio entro trenta giorni dal giudizio del medico competente. I sanitari della vigilanza, fatte le loro valutazioni, emetteranno un nuovo giudizio che potrà confermare, modificare o revocare il giudizio espresso dal medico competente.
Cordiali saluti
Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro
[#2]
Ex utente
Gentile dottore, buongiorno. La ringrazio per la risposta e per la chiarezza. Volevo dirle però che ho già chiesto due volte visita medica straordinaria e che, in prima battuta, il medico competente dopo essersi reso conto che effettivamente mi stavano creando un danno, mi ha dato una limitazione. Dato l'aggravarsi della situazione, dopo circa due anni, ho chiesto visita medica straordinaria per la seconda volta al medico competente che essendo andato in pensione è stato avvicendato. Il nuovo medico, non solo ha negato la sussistenza della situazione di sofferenza ma, ha anche tolto la limitazione. Dati i dolori lancinanti, sono stato io stesso, tramite patronato, a denunciare la malattia professionale. Detta malattia è stata riconosciuta il 23 marzo scorso. Dato che sono un lavoratore soggetto a sorveglianza sanitaria obbligatoria per la mansione che svolgo, per legge, il medico competente, non doveva essere lui a fare la denuncia? La ringrazio ancora e la saluto cordialmente
[#3]
Gentile utente,
Come le dicevo, se il giudizio del medico non la trova d’accordo, può fare ricorso all’organo di vigilanza della asl. Il loro giudizio è vincolante per il datore di lavoro.
In merito alla denuncia di malattia professionale, la legge prevede che qualsiasi esercente la professione sanitaria, nell’esercizio delle sue funzioni, sospetti che una patologia riscontrata sia configurabile come determinata dalla esposizione ai rischi lavorativi, deve compilare il certificato di sospetta malattia professionale .
Il medico competente della sua azienda evidentemente non ha ritenuto le sue patologie correlate ai rischi lavorativi e quindi non avuto il sospetto che si potesse trattare di malattia professionale.
Cordiali saluti
Come le dicevo, se il giudizio del medico non la trova d’accordo, può fare ricorso all’organo di vigilanza della asl. Il loro giudizio è vincolante per il datore di lavoro.
In merito alla denuncia di malattia professionale, la legge prevede che qualsiasi esercente la professione sanitaria, nell’esercizio delle sue funzioni, sospetti che una patologia riscontrata sia configurabile come determinata dalla esposizione ai rischi lavorativi, deve compilare il certificato di sospetta malattia professionale .
Il medico competente della sua azienda evidentemente non ha ritenuto le sue patologie correlate ai rischi lavorativi e quindi non avuto il sospetto che si potesse trattare di malattia professionale.
Cordiali saluti
Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 25/03/2022.
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