Osteocondrosi vertebrale

Salve,
sono un ragazzo di 30 anni e dal 2001 soffro di dolori addominali. Ad aprile di ques'anno, i dolori si sono divulgati all'arto inferiore (dolori muscolari alla parte posteriore della coscia, al polpaccio e dolori alle ossa del piede). I veri esami radiografici hanno riscontrato: "schisi dell'arco posteriore di S1" per quanto riguarda la lastra al rachide lombosacrale, mentre la RMN rileva "esiti di osteocondrosi vertebrale".
So che è una malformazione congenita ma nache degenerativa.
Da circa due anni e mezzo lavoro in una serigrafia; il peggioramento riscontrato dal 2001 ad oggi, può essere causato dalla tipologia di lavoro? (lavoro in piedi con ripetuti movimenti del busto sia in roteazione che in piegamenti, spingendo pesi rilevanti come carrelli carichi di CD/DVD e bancali).
Sare grato se qualcuno mi potesse dare una risposta, grazie
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Medico del lavoro attivo dal 2005 al 2010
Medico del lavoro
La sua patologia non è sicuramente imputabile all'attività che svolge, piuttosto potrà subire danno dal tipo di mansione, soprattutto se svolta con frequenza e carico elevati. In particolare vanno analizzati i compiti di traino e spinta (se avvengono con transpallet, muletto o altro). In questo possono essere utili al medico competente della sua azienda i dati relativi alla valutazione del NIOSH, che chi ha redatto il documento di valutazione dei rischi dovrebbe aver calcolato. Ne chieda informazione al medico competente, al responsabile del servizio di prevenzione.
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Dr. Andrea Capri Medico del lavoro 18 1
Concordo con il collega, aggiungo che in queste condizioni e con questa patologia, sicuramente la sua lavorazione, svolta peraltro in condizioni obbligate, posture, e con movimentazione di carichi, anche se lei utilizza come ausilio transpalet, possa essere sicuramente non di aiuto nel non provocare gli episodi acuti propri dell'osteocondrosi.
Una curiosità, ne ha mai parlato con il datore di lavoro al fine di ottenere una organizzazione del lavoro più adeguata?
Svolge regolarmente visite periodichè, se sì, il Medico Competente ha preso qualche provvedimento?
Quale è il peso della merce movimentata, e con quale frequenza svolge questa lavorazione all'interno della sua mansione?
Da ultimo svolge la sua lavorazione in ambiente chiuso, con buon ricambio d'aria, oppure la sua mansione prevede lo svolgimento del lavoro in ambienti differenti, es. anche all'aperto, con conseguente escursione termica?
Nella serigrafia sono utilizzati prodotti chimici particolari, in caso affermativo, vi sono delle cappe di aspirazioni localizzate laddove tali prodotti vengono utilizzati?

Sono a sua disposizione, mi chiami pure in giornata al 347/7772436.

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Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Gent.mi Dottori, anzzi tutto grazie per la risposta.
In merito ai quesiti del Dott. Capri posso dare una risposta concreta solo ad alcuni di essi.
-Ad esempio, la direzione aziendale era al corrente da inizio anno dei problemi ma ha solo perso tempo dicendomi di aspettare la varie visite specialistiche che avrei fatto io al dì fuori dell'ambiente aziendale.
-Le visite aziendali vengono svolte periodicamente ma le definirei molto superficiali; feci presente, ancora prima che mi venisse diagnosticata l'osteocondrosi, che soffrivo di dolori alla perte bassa dell'addome, al fianco e in prossimita del rene. La Dott.ssa si limitò a consigliarmi di fare degli esami per un eventuale colicisti.
- Per quanto riguardo i pesi vengono spinti a mano essendo dei carrelli o, in caso di mancali, con transpallet; pesi veramente molto elevati (direi almeno intorno ai 100 KG) la frequanza può variare dalle duo o tre volte a turno o in casi di confusione nel reparto, anche ripetuti spostamenti di carrelli per farne passare uno piuttoste che l'altro, arrivando anche alle 10/15 volte a turno. per quanto riguarda il resto credo sia superficiale anche se, francamente, credo che dove lavoro io non ci sia un bel nulla a norma.
Grazie ancora, Silvano
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Dr. Andrea Capri Medico del lavoro 18 1
Per quanto riguarda ciò che hai scritto contatta la collega che effettua le visite in ditta e chiedi una visita, peraltro prevista dal 626, per poter ottenere una prescrizione che limiti il lavoro di spostamento dei pesi: sostanzialmente una limitazione alla tua mansione specifica che non incide nel normale svolgimento del lavoro ma solo in parte di esso (esonero da sollevamento e/o spostamento pesi>10 Kg. , esempio): infatti le osteocondrosi vertebrali sono caratterizzate da dorso curvo e cifosi: pertanto il carico meccanico in sede lombo-sacrale può produrre fastidi in sede addominale specialmente se non si è mai praticata terapia fisiatrica idonea al rafforzamento dei muscoli addominali, terapia che a mio vedere, dovresti intraprendere.
Per l'aspetto normativo, riferisci qui nulla è a norma, il datore di lavoro dovrebbe ben sapere che tralasciando qualche piccolo particolare che possa arrecare danno o aggravare patologie pregresse dei propri dipendendenti potrebbe essere sottoposto a sanzione penale.
fammi sapere.
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Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Spett.Le Dott. Capri,
le posso dire che la visita per la mansione specifica è stata effettuata (nel frattempo il medico è cambiato) e mi sono sentito dire che non ho nulla. Anzi la visita sembrava più un colloquio con un dirigente aziendale visto che, più che prescrivere cosa potessi o non potessi fare, si preoccupava di dove collocarmi e, da ciò che mi risulta, questo deve farlo esclusivamente la direzione.
Per quanto concerne ad essa mi hanno proposto di firmare le dimissioni tra sei mesi e stare a casa in questo periodo che serei stato comunque pagato. Adesso è intervenuto un sindacato, il 15/11 avrò una visita alla clinica del lavoro(richiesta dal sindacato)che, per quanto ne sappia, è al di sopra delle parti. Nel frattempo mi hanno mandato anche loro da un ortopedico il 20/11 dicendo che i miei referti sono di parte, nonostate siano esami radiografici effettuati da un ospedale importante come l'Istituto Ortopedico Galeazzi.
A giorni dovrei iniziare a fare delle terepaie come massaggi, U.S. e TENS ma, prenderei anche in considerazione ciò che mi è stato consigliato più volte e, se non vado errato anche da Lei, di rafforzare la musxolatura addominale, ovviamente senza l'ausilio di pesi.
grazie ancora , Silvano
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Dr. Gianluca Armieri Medico del lavoro 8
Credo che la prima cosa da fare sia rivolgersi ad uno specialista che la tuteli sia dal punto di vista lavorativo (cambio mansione, limitazioni e/o prescrizioni) che da quello previdenziale. Hai mai pensato ad una domanda di invalidità INPS e/o INAIL? Ovviamente non conosco la sua situazione nei minimi particolari ma da queste sommarie informazioni credo che lei abbia tutti i requisiti per una domanda c/o l'INAIL e, se affetto da altre patologie extralavorative, anche presso l'INPS. Comunque la cosa fondamentale è che Lei si affidi ad uno specilista perchè, per esperianza personale, conosco troppi casi di lavoratori che hanno perso tempo e soldi perchè "seguiti" da medici che non hanno nessuna cultura ed esperienza alle spalle. Per quanto riguarda le proposte indecenti della direzione aziendali Le ricordo che, qualora le fosse riconosciuta la patologia professionale, avrebbe la tutela sanitaria ed economica da parte dello stesso Ente (100% paga oraria). Altrimenti avrebbe sempre la tutela da parte dell'INPS (80% della paga oraria, max sei mesi nell'arco di 18 mesi). Non sto qui neanche a sottolinearle che la proposta aziendale è illegale...

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Dr. Andrea Capri Medico del lavoro 18 1
Il collega Armieri le ha egregiamente illustrato la situazione, Le consiglierei di prendere in considerazione, di farsi seguire, durante la visita collegiale (definita da Lei sopra le parti), da uno specialista in medicina del lavoro di Sua fiducia, ovviamente esperto, perchè in quella sede, si tratta di visita medico-legale per dirimere la Sua posizione lavorativa, verrà espresso un giudizio di idoneità o non idoneità alla mansione. Trovo pertanto giusto e necessario percorrere questa via, ed affidarsi ad un medico del lavoro che La segua e La tuteli, sia in sede lavorativa sia medica.
A presto
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Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Grazie ad endtrambi per le nuove vostre risposte, che definirei veramente molto molto esaudienti.
Credo che prenderò in seria considerazione il consiglio di farmi assistere da un medico specializzato in medicina del lavoro di fiducia, ma mi resta un dubbio: la visita che devo effettuare alla Clinica del Lavoro non dovrebbe essere super pertes e, soprattutto, effettuata da medici competenti? Visto anche che si tratta di visita richiesta dal sottoscritto in via privata, cosa che penso abbia anche un bel costo?
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Dr. Gianluca Armieri Medico del lavoro 8
Se la visita le è stata consigliata dal sindacato sarà a suo carico. Quando lei parla di medici competenti usa erroneamente un termine che invece deve essere usato unicamente per definire il medico che esegue la sorveglianza sanitaria in azienda. Il mio consiglio rimane sempre quello di affidarsi ad uno specialista esperto che la tutelerà in ogno sede: visita di idoneità alla mansione, INAIL, INPS, ecc. Le ripeto che le spese in questo caso sono a suo carico, ma ricordi che spesso molti lavoratori commettono l'errore di voler risparmiare sulle spese di consulenza e rinunciano a molte migliaia di euro di eventuali invalidità. Ovviamente faccia prima un punto della situazione con lo specialista che onestamente le dirà innanzitutto se è il caso di intraprendere una strada e quale prospettive ci sono.
IN BOCCA AL LUPO!!!
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Dr. Andrea Capri Medico del lavoro 18 1
Sono d'accordo con il Collega. Ma aggiungo proprio perchè questi esami e queste indagini che andrà a fare presso la Clinica del Lavoro sono a Sue totali spese necessita di un medico, preferibilmente spec. in medicina del lavoro, che valuti onestamente se ci sono da fare proprio quegli accertamenti, se ne deve fare altri o se può fare a meno di qualcuno, in somma che prenda coscientemente in mano la sua situazione e definisca un percorso logico e clinico per il suo bene sia lavorativo sia di salvaguardia della sua salute.
Per questo le ho fatto, nella mia prima risposta, tutte quelle domande, proprio per conoscere la sua realtà lavorativa e di conseguenza le possibili applicazioni del suo lavoro con la patologia da lei riferita.
Sono sicuro, spero di sbagliarmi, che i Colleghi, non medici del lavoro, non le hanno mai dettagliatamente chiesto qualcosa riguardante la sua attività lavorativa: se è così me lo faccia sapere.
Per quanto riguarda INAIL, citato anche dal Collega Armieri, in questo caso anche il suo medico di base, avrebbe dovuto segnalare la sua patologia tramite il certificato predisposto proprio dall'INAIL per questi casi (primo certificato di sospetta malattia professionale).
Sono disponibile per qualsiasi ulteriore chiarimento.
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Medico del lavoro attivo dal 2005 al 2010
Medico del lavoro
Dissento da quanto dice il collega Armieri. La patologia è precedente l'adibizione alla mansione svolta, la stessa mansione è svolta da tempo troppo breve perchè l'INAIL possa riconoscergliela e quanto alla sua intenzione di rivolgersi ad un ente super partes credo non sia il posto presso il quale lei possa trovare il conforto maggiore; la reale attività svolta nell'azienda la conosce solo il medico competente, sta a lui cercare di mediare presso il datore di lavoro per far sì che possa avere un cambio mansione. Faccia richiesta di visita medica straordinaria al medico competente attuale, alleghi la documentazione sanitaria in suo possesso e risolva in questo modo. Concordo col collega Armieri solo sulla richiesta da fare all'INPS per otterene invalidità pensionistica.
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Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Gent.mi Dottori,
ieri ho effettuato la visita presso la clinica del lavoro di milano e la cosa mi ha lasciato un po' spiazzato.
Dopo la dottoressa del lavoro mi ha visitato un ortopedico e mi hanno detto entrambi che i miei sintomi non sono riconducibili ad un problema di osteocondrosi vertebrele. Mentre, i due ortopedici che mi hanno visitato precedentemente, più uno specialista in medicina dello sprt mi hanno detto di non cercare nell'addome ne altrove, in quanto deriva tutto dalla colonna vertebrale. qualcuno può confermarmi se è così? I sintomi di cui soffro sono: dolori alla parte bassa destra dell'addome, al fianco e in prossimità del rene (sempre lato destro) dal 2001, verso marzo/aprile di quest'anno ha incominciato a farmi male la parte posteriore della coscia, accuso crampi al polpaccio e mi fa male il piede anche la mattina, appena metto i piedi giù dal letto, tutto sempre sull'arto destro.
Per quanto sono riuscito ad informarmi,soprattutto su internet, questi sono i classici sintomi dell'osteocondrosi vertebrale; ma allora è errato tutto ciò, o sono questi due o tre medici che remano contro corrente?
Grazie , Silvano.
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