Esito visita con medico del lavoro non convincente, è consigliabile fare ricorso o lasciar perdere?
Buona sera, 9 mesi fa sono stata assunta in una ditta di pulizie, dopo circa 2 settimane tutte e 2 e mie colleghe sono finite in malattia ed ho dovuto coprire praticamente da sola anche i loro turni. Dopo circa un mese ho iniziato ad avere fastidi a mano e braccio sinistro e sono rimasta bloccata con la schiena 2 volte, durante il lavoro. 6 mesi fa mi sono dovuta mettere in malattia perché la situazione è degenerata, mi sono stati fatti tutti gli esami del caso e gli esiti erano tunnel carpale ed ernia cervicale (C5-C6) con un principio di artrosi sia al collo che al polso. Circa un mese fa sono stata operata al tunnel carpale, ho ancora la parestesia al dito medio ed un forte dolore fisso che va dal polso a tutto l'avambraccio. Per l'ernia cervicale mi è stato prescritto un ciclo di fisioterapia, che non ha risolto assolutamente il problema, tant'è che la fisiatra, al controllo, mi ha prescritto massaggi, sedute da un osteopata e laser terapia, oltre ad aver scritto nel referto che consiglia una rivalutazione, da parte del medico competente, delle mansioni lavorative. Questa mattina sono stata sottoposta alla visita per l'idoneità al lavoro, convinta, per lo meno, di ottenere un cambio di mansione, dal momento che mi troverei altrimenti impossibilitata a fare molte mansioni a cui ero adibita. Il medico ha deciso per l'idoneità completa, nonostante io non abbia ancora acquisito la forza nel braccio sinistro (sono mancina) ed i forti dolori a collo, schiena, avambraccio, polso e cicatrice (è esattamente nel punto in cui impugnerei scopa, mocio e paletta), dicendomi che il tunnel carpale è ormai risolto e che l'ernia cervicale non è un problema per il mio lavoro, ed aggiungendo anche che il lavoro a cui sono adibita è bianco o nero, nel senso che lui non può togliermi delle mansioni (pensavo che il suo lavoro consistesse proprio in questo). Secondo il suo parere io, quindi, Lunedì posso riprendere tranquillamente a lavorare, ma io non me la sento, quindi non mi rimane altro che dare le dimissioni. Vorrei sapere, secondo qualche esperto nel campo, se le indicazioni datemi dal medico della mia azienda siano corrette, oppure se mi consigliate di provare a chiedere una rivalutazione da parte della ASL. Grazie mille, spero di essere stata esaustiva,
Cordiali Saluti
Alessandra
Cordiali Saluti
Alessandra
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Gentile utente,
Non conoscendo la tipologia e l’entità dei rischi a cui lei è sottoposta nella sua mansione non è possibile, peraltro senza aver visionato i documenti sanitari ed averla visitata, dare un giudizio nel merito.
Non mi sembra utile la soluzione di dimettersi!
Lei può senz’altro far ricorso al giudizio del medico competente all’organo di vigilanza della asl competente per territorio entro 30 giorni dal giudizio.
Gli ispettori dopo averla visitata ed acquisito tutta la documentazione che riterranno necessaria emetteranno il loro giudizio che potrà confermare, modificare o revocare quello del medico competente.
Cordiali saluti
Non conoscendo la tipologia e l’entità dei rischi a cui lei è sottoposta nella sua mansione non è possibile, peraltro senza aver visionato i documenti sanitari ed averla visitata, dare un giudizio nel merito.
Non mi sembra utile la soluzione di dimettersi!
Lei può senz’altro far ricorso al giudizio del medico competente all’organo di vigilanza della asl competente per territorio entro 30 giorni dal giudizio.
Gli ispettori dopo averla visitata ed acquisito tutta la documentazione che riterranno necessaria emetteranno il loro giudizio che potrà confermare, modificare o revocare quello del medico competente.
Cordiali saluti
Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.2k visite dal 27/07/2019.
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