Cambio mansione a seguito carcinoma

Buongiorno, ho 44 anni e da più di dieci anni sono dipendente di banca con mansione di addetta allo sportello. A febbraio c.a. sono stata sottoposta ad un quadrantectomia del seno destro con rimozione di un carcinoma intraduttale in situ. Mi è stata riconosciuta un'invalidità civile del 70%. Il lavoro di addetta allo sportello richiede un costante grado di concentrazione e di responsabilità dovuti al maneggio di valori, oltre che un continuo rapporto di relazione con il pubblico. A seguito del carcinoma, a causa dello stato d'ansia sul mio stato di salute, il mio livello di attenzione e il mio desiderio di interazione con il pubblico sono fortemente calati, secondo Lei posso chiedere al datore di lavoro di essere spostata ad una mansione di back office? Qual'è la procedura corretta da seguire? Il datore di lavoro ha il dovere di salvaguardare la mia salute psicofisica?

In attesa di un cortese riscontro porgo,
cordiali saluti
R.
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Dr. Domenico Spinoso Medico del lavoro 1.3k 118
Gentile utente,
certamente in via informale può chiedere al suo datore di lavoro, e le consiglio di farlo, di spostarla temporaneamente in mansioni di backoffice in considerazione di questo suo comprensibile stato di ansia che, ne sono certo, si risolverà.
Ove il datore di lavoro ritenesse di non doverla spostare, la procedura normativa è la seguente:
lei dovrà richiedere formalmente per iscritto al datore di lavoro di essere sottoposta a visita medica straordinaria da parte del medico competente aziendale (ai sensi dell'art. 41 comma 2 lettera c del dlgs. 81/08). In sede di visita medica comunicherà al medico tutte le sue problematiche.
Il medico competente emetterà quindi un giudizio relativo alla sua idoneità.
Ove il medico ritenesse di dover porre limitazioni (temporanee o permanenti) circa i suoi rapporti diretti con l'utenza, l'azienda potrà demandarla in mansioni aderenti alle limitazioni imposte dal medico.
E' corretto evidenziare come l'azienda può decidere di non aderire alle limitazioni del medico, dimostrando però di non aver disponibilità di posti in mansioni compatibili con le limitazioni (salvo creare esuberi o spostamento di altro personale a cui l'azienda non è obbligata). In tal caso di fatto si configurerebbe una condizione di non idoneità alla mansione.
Le ricordo infine che in caso il giudizio espresso dal medico competente non la trovasse d'accordo, può, entro 30 giorni, proporre ricorso all'organo di vigilanza della ASL competente per territorio (ai sensi dell'art. 41 comma 9 del dlgs. 81/08) che, dopo averla visitata e fatte le proprie valutazioni, emetterà il proprio giudizio che potrà confermare, modificare o revocare il giudizio del medico competente.
La possibilità di ricorso al giudizio del medico competente è data anche al datore di lavoro.
Ove l'azienda non ha un medico competente nominato (mi sembra improbabile) potrà fare richiesta di visita medica direttamente all'organo di vigilanza della ASL competente per territorio.
Cordiali saluti

Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro

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