Assenza dal lavoro per terapia conservativa ernia discale c5 c6 e c6 c7
salve,
mi complimento innanzitutto per l'inestimabile iniziativa che è l'ideazione e la realizzazione di questo sito.
la mia richiesta oggi è riguardante un problema col mio datore di lavoro, legato al mio attuale stato di salute, che ultimamente sta diventando piuttosto complesso.
mi spiego subito.
il mio attuale impiego è come autista di tir e la patologia per la quale mi assento dal lavoro attualmente è una sofferenza dolorosa dovuta all'ernia dei dischi tra le vertebre c5 c6 e c6 c7 con pressione sul condotto midollare ampiamente accertata.
questo mi porta a non riuscire a guidare per un periodo di tempo superiore alle 2 o 3 ore senza osservare una pausa di almeno 2 ore di riposo in branda perchè il fastidio ed il dolore mi portano una sorta di vertigini ed una forte pressione alla testa che non mi permette di mantenere la concentrazione alla guida e che mi impedisce materialmente di tenere gli occhi aperti una volta superata la soglia delle 2 ore di guida ininterrotta, senza contare il fatto che tutto il collo e la spalla ed il braccio sinistro mi danno il tormento: questo comporta ritardi inevitabili nelle consegne ed un rischio in autostrada che non ho intenzione di correre.
premetto che nonostatnte le settimane di cura con iniezioni intramuscolari di antidolorifici specifici e compresse di miorilassanti, passata la fase acuta della prima settimana in cui non ho assolutamente dormito ne' mangiato, i dolori non sono diminuiti e continuo a non poter dormire bene la notte perchè i dolori non mi concedono tregua.
adesso è trascorso poco più di un mese da quando mi bloccai e rimasi una settimana in preda ai dolori più forti e fastidiosi che abbia mai dovuto sopportare e sono due settimane che non lavoro perchè il tentativo di viaggiare dopo la fase acuta, come ho descritto, non è andato a buon fine.
gli specialisti che ho consultato e che mi tengono in cura hanno ritenuto opportuno tentare la strada della fisioterapia per giungere il più tardi possibile all'intervento chirurgico pur non escludendo il fatto che ormai la mia situazione non andrà più verso il miglioramento, menzionando, così, la necessità di intervenire, forse, fra non troppo tempo...
nel frattempo ho iniziato la fisioterapia che mi impegna ogni giorno per circa 2 o 3 ore fra spostamenti da e per casa e durata dei vari trattamenti.
in pratica io non posso più svolgere il mio lavoro dato che con frequenza quotidiana devo sottopormi alla fisioterapia e stare a riposo perchè essa abbia un effetto apprezzabile.
fra l'altro quando torno a casa dopo la fisioterapia mi sembra di aver guidato per ore e ore: sono distrutto e senza forze non mi sento nemmeno di parlare o mangiare, i terapisti dicono che è normale.
il mio datore di lavoro dice che non può riconoscere questa mia assenza come malattia perchè "non ho la febbre" quindi potenzialmente potrei andare a lavorare; ma io così sarei condannato a non potermi sottoporre a fisioterapia dato che il tipo di manzione che ho mi porta a stare sempre in trasferta e a poter tornare a casa giusto nel fine settimana quando tutto va bene...
chiedo uno spiraglio di luce, un chiarimento vero in questa situazione che mi tormenta ormai oltre che fisicamente, anche emotivamente...mi sento bloccato...
i miei più sentiti ringraziamenti.
mi complimento innanzitutto per l'inestimabile iniziativa che è l'ideazione e la realizzazione di questo sito.
la mia richiesta oggi è riguardante un problema col mio datore di lavoro, legato al mio attuale stato di salute, che ultimamente sta diventando piuttosto complesso.
mi spiego subito.
il mio attuale impiego è come autista di tir e la patologia per la quale mi assento dal lavoro attualmente è una sofferenza dolorosa dovuta all'ernia dei dischi tra le vertebre c5 c6 e c6 c7 con pressione sul condotto midollare ampiamente accertata.
questo mi porta a non riuscire a guidare per un periodo di tempo superiore alle 2 o 3 ore senza osservare una pausa di almeno 2 ore di riposo in branda perchè il fastidio ed il dolore mi portano una sorta di vertigini ed una forte pressione alla testa che non mi permette di mantenere la concentrazione alla guida e che mi impedisce materialmente di tenere gli occhi aperti una volta superata la soglia delle 2 ore di guida ininterrotta, senza contare il fatto che tutto il collo e la spalla ed il braccio sinistro mi danno il tormento: questo comporta ritardi inevitabili nelle consegne ed un rischio in autostrada che non ho intenzione di correre.
premetto che nonostatnte le settimane di cura con iniezioni intramuscolari di antidolorifici specifici e compresse di miorilassanti, passata la fase acuta della prima settimana in cui non ho assolutamente dormito ne' mangiato, i dolori non sono diminuiti e continuo a non poter dormire bene la notte perchè i dolori non mi concedono tregua.
adesso è trascorso poco più di un mese da quando mi bloccai e rimasi una settimana in preda ai dolori più forti e fastidiosi che abbia mai dovuto sopportare e sono due settimane che non lavoro perchè il tentativo di viaggiare dopo la fase acuta, come ho descritto, non è andato a buon fine.
gli specialisti che ho consultato e che mi tengono in cura hanno ritenuto opportuno tentare la strada della fisioterapia per giungere il più tardi possibile all'intervento chirurgico pur non escludendo il fatto che ormai la mia situazione non andrà più verso il miglioramento, menzionando, così, la necessità di intervenire, forse, fra non troppo tempo...
nel frattempo ho iniziato la fisioterapia che mi impegna ogni giorno per circa 2 o 3 ore fra spostamenti da e per casa e durata dei vari trattamenti.
in pratica io non posso più svolgere il mio lavoro dato che con frequenza quotidiana devo sottopormi alla fisioterapia e stare a riposo perchè essa abbia un effetto apprezzabile.
fra l'altro quando torno a casa dopo la fisioterapia mi sembra di aver guidato per ore e ore: sono distrutto e senza forze non mi sento nemmeno di parlare o mangiare, i terapisti dicono che è normale.
il mio datore di lavoro dice che non può riconoscere questa mia assenza come malattia perchè "non ho la febbre" quindi potenzialmente potrei andare a lavorare; ma io così sarei condannato a non potermi sottoporre a fisioterapia dato che il tipo di manzione che ho mi porta a stare sempre in trasferta e a poter tornare a casa giusto nel fine settimana quando tutto va bene...
chiedo uno spiraglio di luce, un chiarimento vero in questa situazione che mi tormenta ormai oltre che fisicamente, anche emotivamente...mi sento bloccato...
i miei più sentiti ringraziamenti.
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Medico del lavoro, Medico di base, Medico di medicina generale, Medico osteopata
Caro Signore.
Le consiglio vivamente di rivolgersi al Medico Competente della ditta dove lei lavora.
Rimanenedo per lunghi periodi in malattia, non risolve efficacemente e non chiarifica esattamente la sua condizione patologica.
Affidandosi al medico competente, quest'ultimo saprà gestire nel migliore dei modi tale situazione, attuando l'iter per la valutazione del rischio alla mansione da lei svolta, determinando le misure di prevenzione e contenimento del rischio.
Dichiarandolo (molto probabilmente) per il momento, Idoneo con Prescrizioni/Limitazioni.
Successivamente si potranno disporre, una serie di accertamenti strumentali, visite specialistiche, terapie farmacologiche e fisioterapiche e valutare anche, l'ipotesi di un intervento chirurgico risolutivo.
Cordialmente
Le consiglio vivamente di rivolgersi al Medico Competente della ditta dove lei lavora.
Rimanenedo per lunghi periodi in malattia, non risolve efficacemente e non chiarifica esattamente la sua condizione patologica.
Affidandosi al medico competente, quest'ultimo saprà gestire nel migliore dei modi tale situazione, attuando l'iter per la valutazione del rischio alla mansione da lei svolta, determinando le misure di prevenzione e contenimento del rischio.
Dichiarandolo (molto probabilmente) per il momento, Idoneo con Prescrizioni/Limitazioni.
Successivamente si potranno disporre, una serie di accertamenti strumentali, visite specialistiche, terapie farmacologiche e fisioterapiche e valutare anche, l'ipotesi di un intervento chirurgico risolutivo.
Cordialmente
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